Il femminicidio visto dai giornalisti Società

Dal 1° gennaio al 17 febbraio 2020 si è verificato un femminicidio ogni 3 giorni. È quanto riportato dall’Osservatorio Regionale sul fenomeno della violenza sulle donne. Un dato inquietante che forse non meraviglia seguendo le pagine di cronaca che ogni giorno si tingono di un rosso sangue sempre più intenso.

L’argomento di un’attualità allarmante è stato al centro del convegno sulla violenza contro le donne, tenutosi presso l’Auditorium San Gennaro di Benevento, rivolto ai giornalisti nell’ambito della formazione deontologica.

A relazionare sul delicato tema, Rosaria Bruno, presidente dell’osservatorio regionale violenza sulle donne; Giovanna Cacciapuoti, avvocato penalista associazione salute donna; Elisa Manacorda, giornalista; Elvira Reale, responsabile del Centro Dafne Cardarelli. Ad aprire i lavori Giovanni Fuccio presidente dell’Assostampa Sannita e Ottavio Lucarelli presidente dell’Ordine dei Giornalisti Campania.

Obiettivo dell’incontro fornire agli organi di informazione strumenti che consentano di conoscere un fenomeno crescente che va trattato con la giusta dose di competenza, attenzione e responsabilità per una notizia libera da stereotipi e pregiudizi. La tematica è stata affrontata in tutte le sue forme di violenza domestica che coinvolge anche la cosiddetta violenza assistita, ovvero il coinvolgimento dei figli che assistono agli abusi perpetrati sulle madri. Dalle indagini effettuate è emerso che l’85% delle denunce provengono da donne per la maggioranza comprese fra i 40 e i 49 anni di età, coniugate, con scarso o nessun reddito, l’autore della violenza è il marito e subiscono maltrattamenti davanti ai figli. Le tutele nei confronti di queste tipologie di reato sono aumentate attraverso il Codice Rosso (Legge n.69 entrata in vigore il 9 agosto 2019) che ha modificato la disciplina penale della violenza di genere con un inasprimento delle pene e con l’inserimento di nuovi reati fra cui il revenge porn, la costrizione al matrimonio e le lesioni permanenti al viso. 

Tuttavia, da sola la legge si è rivelata non sufficiente ad arginare l’escalation degli episodi di violenza che sfociano nella maggioranza dei casi in delitti (come mostra il dato presentato all’inizio di questo articolo, un dato in costante aggiornamento e che si può verificare sul sito dell’osservatorio regionale).

Oltre alle misure penali è importante l’assistenza alle vittime che mediante il “percorso rosa” consente un’accoglienza mirata all’interno degli ospedali che comprende interventi medici e psicologici. Il centro Dafne istituito presso il Cardarelli di Napoli è uno dei principali ad accogliere donne vittime di violenza non soltanto fisica ma anche psichica che si è rivelata la principale tipologia di maltrattamento. Accanto a queste misure di soccorso viene messa in campo dall’Osservatorio un’opera di prevenzione del fenomeno attraverso campagne di educazione ma anche di sensibilizzazione che hanno coinvolto sia atleti internazionali che hanno indossato il fiocco rosso nel corso delle competizioni sportive sia le manifestazioni amatoriali che si sono svolte anche nel nostro territorio. Ulteriore progetto di sensibilizzazione che vedrà coinvolta la nostra città è la campagna “It’s time to” che ha come testimonial attrici famose che hanno portato alla ribalta il fenomeno del ricatto sessuale e della linea sottile che separa professione e abuso.

Iniziative importanti che veicolano un messaggio di civiltà e di rispetto della donna e dei minori che sono loro malgrado spettatori di tristi vicende e che portano queste ferite con sé per tutto il corso della vita.

Alessandra Gogliano