Il mio primo incontro con Padre Pio Società

Il noto cantante pugliese Al Bano, come si sa, non manca mai all’annuale manifestazione “Una voce per Padre Pio” che viene sempre trasmessa su Rai 1 in diretta. Finora non ci era mai riuscito intervistarlo, questa volta però non ci è sfuggito…

Al Bano, quando ha conosciuto Padre Pio?

Ricordo, era il mese di novembre del 1955, avevo da poco fatto la cresima e compiuto tredici anni. Le mie zie: Amelia, Marietta e Vincenza, sorelle di mia madre, mi portarono in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. Ero molto contento perché vedevo cose nuove, nuovi paesaggi.

Ci racconti i particolari di quella giornata?

Era un giornata dal cielo plumbeo, partimmo da Cellino San Marco di notte ed arrivammo in autobus nei pressi del convento quando era ancora buio, ricordo ancora il grande albero che stava davanti ed intorno c’era una serie di sedili circolari costruiti con pietre. Il viaggio fu lunghissimo, piovigginava e faceva freddo. Comunque fu una giornata bellissima, indimenticabile.

Poi, cosa accadde?

Entrammo nella chiesetta del vecchio convento. Mi colpì subito il forte odore di incenso e di violette. Era proprio quello di cui tanto si parlava. Ascoltammo la messa celebrata da Padre Pio, terminata, andammo a confessarci da Lui.

Cosa ricorda di quella messa?

Fu un po’ lunga. Mi colpirono i mezzi guanti che indossava. Chiesi il perché e mi fu risposto che li usava per nascondere le stimmate e, allo stesso tempo, per proteggerle.

E della confessione cosa ricorda?

Non conservo particolari ricordi di essa. Ho cercato tante volte di far emergere particolari. Non ci sono riuscito, forse non pensavo che Padre Pio potesse diventare santo. Non ricordo i particolari, perché penso che allora non ero un grande peccatore, altrimenti mi avrebbe mandato via, così come faceva con i grandi peccatori.

Con il passare degli anni, cosa ricorda di Padre Pio?

Due episodi. Il primo mi fu raccontato dal mio amico Giuseppe Giacovazzo, direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, faceva anche l’addetto stampa dell’onorevole Aldo Moro. Fu organizzato un incontro privato con Moro e Padre Pio. Giacovazzo contattò un fotografo per fargli scattare qualche foto dopo l’incontro. Allo stesso modo fece il guardiano che ne contattò diversi. Dopo il colloquio fu aperta la porta e comparvero i fotografi. Padre Pio si arrabbiò e sorridendo disse in dialetto alcune colorite esclamazioni.

E l’altro, qual è?

Riguarda il rapporto di un altro mio amico che ebbe con Lui. Lo scultore Francesco Messina, scultore della via Crucis donatagli, andava a San Giovanni Rotondo con la sua Fiat 600 pieno di dubbi, di angosce, incertezze; conversava con Lui e ritornava a casa sereno, rafforzato e con più slancio.

Al Bano, abbia ancora un po’ di pazienza, ultime domande. Come ha iniziato a conoscere Padre Pio?

Dalle voce, dalle parole di mia madre e da quelle delle mie zie, un po’ bigotte. Mi parlavano di un Frate stimmatizzato che leggeva nella mente e nei cuori delle persone. Padre Pio, frate straordinario, sin da piccolo mi ha incuriosito e affascinato al tempo stesso.

Come è iniziata la devozione per il nostro Santo concittadino?

Nella mia casa c’erano diversi quadri: c’era quello di Dio, di Gesù, della Madonna di Pompei e naturalmente quello di Padre Pio. Nei momenti di difficoltà, a Lui mi affidavo, insomma, gli chiedevo protezione. Quando passavo davanti alla sua immagine, mi facevo il segno della croce. E già a quel tempo, Padre Pio emanava dalla sua immagine, dal suo inconfondibile volto, un senso di pace, di tranquillità.

Non ci ha ancora parlato di Pietrelcina?

Mi piace parlarle di Pietrelcina utilizzando le stesse parole di Padre Pio: “Pietrelcina sarà custodita come pupilla dei miei occhi”. E, difatti, è molto ben conservato questo centro storico. Per questo ed altro ci ritorno sempre ben volentieri.

Permetta, questa è davvero l’ultima domanda, forse sarà un po’ indiscreta, il suo rapporto con la fede, con Dio?

Noi esseri umani, abbiamo bisogno di qualcosa che sta lassù. La fede non deve essere intesa come qualcosa di comodo, che deve stare al nostro servizio. E’ vero, per un po’ mi sono allontanato da essa. Poi, mi sono salvato riscoprendola.

ANTONIO FLORIO

Altre immagini