Il passato come nutrimento del futuro. Il Covid non ferma il ricordo delle vittime della Shoah Società

Giornata della Memoria 2021, perché c’è ancora tanto da ricordare, c’è sempre da ricordare e la memoria non si ferma...

La commemorazione dedicata alle vittime dell’Olocausto non poteva passare sotto silenzio nemmeno stavolta che il mondo intero lotta contro un nemico invisibile e insidioso - il Covid - che ha già contagiato il numero iperbolico di oltre cento milioni di persone, uccidendone più di 2 milioni.

No, non si può dimenticare l’ignobile sterminio di 6 milioni di ebrei da parte dei nazisti e dei loro alleati, ma, poiché la memoria va rinnovata, è doveroso rammentare anche che tra il 1933 e il 1945 furono circa 17 milioni le vittime dell’Olocausto, di entrambi i sessi e di tutte le età (senza riguardo per anziani e bambini) “semplicemente” perché ritenute persone “indesiderabili” o “inferiori” per motivi politici o razziali e dunque nel genocidio finirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come Rom, Sinti, e Jenisch, gruppi religiosi come Testimoni di Geova e Pentecostali, omosessuali, portatori di handicap mentali o fisici.

E la “Giornata della Memoria” che cade ogni anno il 27 gennaio (in quanto il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz) quest’anno è stata celebrata con tante iniziative online, che pure nel Sannio hanno coinvolto scuole, università e associazioni.

Due su tutte: il webinar dal titolo “Religioni, Violenza, Memoria. Il contributo delle religioni “per non dimenticare”, nello spirito di “Fratelli tutti”, promosso dall’Università Giustino Fortunato di Benevento in collaborazione con la Sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli; e poi l’incontro in diretta streaming sui canali social dell’Università degli Studi del Sannio intitolato “La Memoria. Pensiero, Racconto, Etica, Diritto”, con ospite d’eccezione Moni Ovadia, attore, drammaturgo, scrittore e compositore di famiglia ebraica.

Ovadia, intellettuale raffinato ed eclettico, pur invitando a riflettere sul senso e sull’attualità della “Giornata della Memoria”, propone l’allargamento a ricomprendere tutte le violenze ancora oggi compiute nel mondo.

La “Giornata della Memoria”, infatti, non può essere solo una semplice data segnata sul calendario, ma deve accompagnarci per tutto l’anno. Dobbiamo tutti fare in modo che sempre più gente tenga vivo il ricordo di quanto accaduto durante la Grande Guerra. Ed è compito delle istituzioni, delle associazioni e dei singoli cittadini impegnarsi con iniziative affinché nessuno dimentichi mai quelle orribili pagine di storie.

La memoria è fondamentale per evitare di fare gli stessi errori del passato.

Un popolo senza memoria è un popolo senza opinione e un popolo senza opinione ha un futuro vuoto, ma se di tutti i mostruosi eventi terremo viva la memoria sarà un po’ come accrescere le nostre difese immunitarie a livello culturale, politico e sociale.

E a partire da quest’anno ci sarà un altro tassello da ricordare negli anni a venire: le scuse di Emanuele Filiberto di Savoia per le leggi razziali.

L’erede della casa reale che regnò sull’Italia dal 1861 al 1946 ha indirizzato alle Comunità Ebraiche italiane una lettera aperta che ha fatto scalpore, in cui ha scritto: “Chiedo ufficialmente e solennemente perdono a nome di tutta la mia famiglia per le leggi razziali del 1938 firmate dal mio bisnonno Vittorio Emanuele III, di cui sento ancora oggi il peso”.

Questa lettera - ha dichiarato poi il principe - mi è uscita dal cuore, d’impulso, perché non potevo più tacere. Ora sono più sereno”.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it 

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