'Il ragazzo dai pantaloni rosa' Libri e cultura contro il bullismo Società
Il teatro de La Salle di
Benevento è stata la cornice della presentazione del libro Il ragazzo dai
pantaloni rosa, uno dei numerosi appuntamenti della rassegna Benevento
LibrAria.
Dopo i saluti del Sindaco Clemente
Mastella e degli Assessori Carmen Coppola e Antonella Tartaglia Polcini, la
Prof.ssa Maria Cristina Donnarumma ha introdotto Ciro Cacciola, autore del libro,
con la collaborazione della giovane editor Maria Francesca Rubino. A dialogare
con lo scrittore Giuliana Ippolito, giornalista e docente di filosofia morale e
il regista Lorenzo D'Amelio.
Il romanzo, che è la novellizzazione del
film dall'omonimo titolo, uscito nelle sale lo scorso 7 novembre, è ispirato
alla tragica storia di Andrea Spezzacatena, che a soli 15 anni, nel 2012 decise
drammaticamente di togliersi la vita dopo essere stato vittima di bullismo e
cyberbullismo.
La platea gremita di studenti degli istituti secondari della città ha partecipato con entusiasmo e interesse alla discussione, ponendo domande e offrendo significativi spunti per il dibattito. L'autore attraverso Andrea e la sua storia ha parlato ai ragazzi, invitandoli a rifuggire l'isolamento proprio e l'esclusione dell'altro; a riscoprire la gentilezza dei modi ma anche quella della parola, in una società in cui il lessico pare sempre più urlato e violento. Li ha esortati a non rendersi branco perdendo la propria identità e a un uso attento e consapevole dei social e delle nuove tecnologie che oggi sono, spesso, viatico e amplificatori di violenza e aggressività.
Ha ragione Cacciola quando dice che, in fondo, anche il bullo ha bisogno di gentilezza. Spesso, dietro il suo atteggiamento nasconde fragilità, passioni, paure, emozioni e delusioni, le stesse dei suoi coetanei. Sentimenti potenti che possono tradursi per alcuni in isolamento, autonomamente ricercato per timidezza o senso di inadeguatezza o indotto da altri, ma, talvolta, si traducono in violenza e prepotenza. Sia nel caso del bullo che della vittima bullizzata è bene che gli adulti, come ha detto il regista D'Amelio, trovino anche quel solo minuto in cui i ragazzi ci ascoltano per parlare con loro e offrirgli spazio e ascolto per comunicare. Uno spazio, aggiungo io, in cui non si sentano giudicati ma accolti. Cacciola, rispondendo a una delle domande dei ragazzi, ha dichiarato di aver provato un forte senso di responsabilità nella stesura del romanzo: responsabile verso chi lo avrebbe letto e verso Andrea la cui storia meritava delicatezza e rispetto.
Un senso di responsabilità che, in sala, si è tradotto in una grande disponibilità all'ascolto e al dialogo diretto con i ragazzi, con cui ha costantemente cercato il confronto. A chiudere l'incontro l'invito alla lettura, certamente, ma non solo di questo libro. L'esortazione è, più in generale alla cultura come strumento per aprire le menti e interpretare correttamente la realtà, per acquisire consapevolezza di sé, comprendere le fragilità proprie e dell'altro, per raggiungere una sempre più matura e consapevole cultura del rispetto, dell'inclusione e della non violenza.
FRANCESCA CASTALDO