Il tumore del testicolo Società

La neoplasia del testicolo è il tumore dell’uomo più diffuso nella fascia di età tra i 15 ed i 40 anni, ed ha una diffusione in aumento negli ultimi decenni in tutto il mondo. In Italia nel 2020 sono stati diagnosticati circa 2.300 nuovi casi.

Bastano questi numeri e il fatto che questa patologia sia frequente in età giovanile, per giustificare una campagna di informazione e di prevenzione utile ad offrire ai giovani le informazioni necessarie per riconoscere in tempo questa patologia, fare una diagnosi precoce e permettere la messa a punto di quelle strategie terapeutiche che permettano la guarigione completa dal tumore.

La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è oggi complessivamente al 91%, ma le strategie messe in atto per diagnosticarlo il prima possibile e la possibilità di intervenire con trattamenti multidisciplinari offerti dai centri di alta specialità, hanno permesso di ottenere tassi di guarigione anche del 99%, se la patologia viene diagnosticata in fase iniziale, del 90% se c’è l’interessamento dei linfonodi addominali, e dell’80% se sono presenti metastasi in organi quali polmone, fegato ed ossa.

Ad oggi non si conoscono cause certe del cancro del testicolo ma sono ben conosciuti alcuni fattori di rischio che possono favorirlo. Il principale di tali fattori è il Criptorchidismo, ovvero la mancata discesa del testicolo nello scroto; in questa patologia il testicolo lo si può ritrovare nella cavità addominale o nel canale inguinale. Questa condizione patologica può aumentare il rischio di tumore del testicolo di circa dieci volte, a seconda della sede del criptorchidismo: il rischio è più alto in un testicolo con sede in addome ed è più basso se il testicolo è in sede inguinale.

Le possibilità di rischio si riducono ulteriormente se il criptorchidismo viene corretto chirurgicamente entro i primi sei anni di vita, per cui è fondamentale che i pediatri osservino la presenza dei testicoli nello scroto ed informino i genitori di una eventuale anomalia. Altro fattore di rischio è la Sindrome di Klinefelter, anomalia congenita dei cromosomi, il cui cariotipo è XXY.

Altri fattori di rischio possono essere il fumo, l’infertilità da cause testicolari, l’esposizione a sostanze che possono dare alterazioni endocrinologiche, come i pesticidi, e una storia familiare per questa neoplasia. Un giovane che ha avuto già una neoplasia in un testicolo ha inoltre un rischio più elevato, fino a 20-50 volte, di sviluppare lo stesso tumore nel testicolo controlaterale.

Fondamentale per una corretta diagnosi precoce è insegnare ai giovani l’autopalpazione dei propri testicoli in modo da riconoscerne in tempo modificazioni del volume, del profilo e della consistenza. L’autopalpazione va insegnata ai ragazzi, è consigliata almeno una volta al mese, dopo un bagno caldo, che favorisce il rilasciamento della cute dello scroto, e va effettuata facendo ruotare il testicolo fra il pollice anteriormente e indice e medio posteriormente, in modo da riconoscere noduli anomali e quindi rivolgersi ad uno specialista urologo.

Di solito la patologia esordisce con un aumento di volume e di consistenza di un testicolo per la presenza di un nodulo duro, il più delle volte indolente, che deforma il profilo stesso della gonade. In altre occasioni il paziente può avvertire un dolore acuto del testicolo, seguito da un improvviso aumento di volume dell’organo. In questo caso è probabile che si sia verificata una emorragia nella sede della neoplasia.

La diagnosi della neoplasia del testicolo è soprattutto clinica da parte dell’urologo e potrà essere confermata da una ecografia testicolare con color-doppler, che mostrerà la presenza di una area disomogenea all’interno del parenchima testicolare, di solito ben vascolarizzata. Alcuni markers tumorali vengono routinariamente effettuati ma non sono patognomonici per tutte le tipologie istologiche della neoplasia testicolare.

La corretta e tempestiva diagnosi di tumore del testicolo è seguita dalla messa in atto di una terapia multidisciplinare, che presuppone inizialmente l’asportazione chirurgica della gonade, e da un’ attenta stadiazione della patologia neoplastica (Prima parte).

ENZO TRIPODI