Il varicocele Società

Fra le patologie andrologiche più frequenti nell’età adolescenziale e giovanile, il varicocele rappresenta forse quella più conosciuta e probabilmente anche la più enfatizzata. E’ così già dalle ormai dimenticate visite di leva obbligatorie, nelle quali il varicocele era forse la patologia più riscontrata nella palpazione dei genitali esterni delle giovani reclute, ed anche una delle cause più frequenti di momentanea inidoneità alla vita militare. Cosa s’intende tuttavia per varicocele? Questa condizione deve essere riconosciuta come una vera patologia?

Per varicocele s’intende la dilatazione varicosa delle vene del cosiddetto plesso pampiniforme, quell’insieme, cioè, di vasi venosi che circondano posteriormente i testicoli e che confluiscono nelle vene spermatiche di destra e di sinistra. Queste dilatazioni varicose sono probabilmente dovute a una congenita insufficienza delle valvole venose che permettono lo scorrere del sangue refluo dai testicoli, lungo le vene spermatiche per confluire poi a destra direttamente nella vena cava, ed a sinistra invece nella vena renale sinistra, vaso importante ma di portata e calibro inferiore rispetto alla vena cava. Anche per questo motivo la dilatazione varicosa delle vene a valle, è nettamente più frequente a sinistra, in oltre il 90% dei casi, mentre a destra in solo il 4% dei casi. Non è infrequente riscontrare anche un varicocele bilaterale. In casi clinici particolari, per fortuna non frequenti, la causa può essere anatomica, per compressione ab estrinseco delle vene spermatiche da parte di masse addominali.

La sintomatologia del varicocele è assolutamente silente, se non inesistente. Solo nel varicocele sinistro di terzo o quarto grado, quindi con dilatazione evidente e cospicua, si può avvertire una sensazione di peso nell’emiscroto sinistro, che il paziente avverte più come un fastidio, che come dolore. All’esame obiettivo è possibile notare, già visivamente ed ancor più alla palpazione, una varicosità ed una pastosità posteriormente al testicolo sinistro, e l’emiscroto sinistro assume un aspetto turgido e mammellonato, detto ad “intestino di pollo”. Queste caratteristiche sono ancor più evidenti se il paziente aumenta la pressione addominale trattenendo il respiro (Manovra di Valsalva). La diagnosi sarà completata e circostanziata effettuando un ecocolordoppler testicolare e dei vasi spermatici, che dimostrerà le dilatazioni venose e misurerà il grado del reflusso venoso. Sulla base di questi parametri il varicocele sarà suddiviso in quattro gradi, dal primo, subclinico, al quarto, clinicamente molto evidente.

L’importanza clinica del varicocele è da ricercare nel fatto che questa condizione rappresenta una delle cause più frequenti della infertilità maschile, poiché il ristagno di sangue venoso perpetrato negli anni, per una serie di problematiche legate soprattutto al maggior riscaldamento del testicolo, provoca una riduzione di volume del testicolo sinistro, una sua ridotta funzionalità con conseguente alterazione dello spermiogramma del paziente, in particolar modo riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi.

La correzione chirurgica del varicocele, qualunque sia la tecnica utilizzata, piuttosto che rimuovere una patologia, ha quindi lo scopo di eliminare una possibile causa di infertilità maschile, e deve essere vista come una procedura di prevenzione e di miglioramento dello stato di fertilità del paziente. Su tale argomento la letteratura scientifica ha registrato notevoli difformità di giudizio, e le revisioni scientifiche dei lavori in proposito, hanno di volta in volta affermato o negato la utilità della correzione del varicocele eseguita incondizionatamente. A oggi le principali società scientifiche nazionali ed internazionali urologiche ed andrologiche, hanno ben regolamentato le linee guida da seguire per decidere quali iniziative terapeutiche intraprendere nel trattare il varicocele in età adolescenziale e nel giovane adulto.

ENZO TRIPODI