In tempi di pandemie e crisi mondiali, una scuola all'avanguardia è fondamentale per un'Italia che cresce! Società

Per anni si è parlato di lavoro digitale e di innovazione, di lavoro 2.0 ma al di la di convegni e progetti pilota sull’argomento, sembrava che poco o nulla fosse stato veramente realizzato.

Ebbene, la quarantena in cui si è trovata l’Italia intera ha dato nuovo impulso alle tecnologie dedicate allo smart working, all’insegnamento e all’educazione a distanza e infatti, in poche ore, sono state rese operative e performanti svariate piattaforme utili a non interrompere quel filo importantissimo tra alunni e insegnanti, nonostante la clausura forzata.

Scuole di ogni ordine e grado, cosi come le università, stanno spostando la didattica e i servizi di segreteria online affinché ci sia un prosieguo delle attività nelle condizioni migliori vista la realtà contingente.

A dire il vero, la tecnologia nelle aule della Penisola era già entrata di prepotenza da qualche anno con l’introduzione delle lavagne interattive, le famigerate LIM (lavagna interattiva multimediale), del registro elettronico e con la smaterializzazione dei libri di testo, ma è sicuramente in questi giorni che si è riscoperta la loro importanza al servizio della comunità scolastica.

Croce e delizia di molti insegnanti tali strumenti, a volte, sono stati sottovalutati e utilizzati lo stretto necessario senza mai, o quasi mai, andarne a sfruttare le illimitate potenzialità che si rivelano preziose ora “in tempo di guerra” ma che possono migliorare notevolmente l’apprendimento degli scolari “in tempi di pace”.

Dall’oggi al domani centinaia di alunni si sono ritrovati, collegati dalle proprie abitazioni, in una realtà molto simile ad un videogioco, fatta di aule virtuali, di assegni e compiti da svolgere dal proprio computer proprio come se si trattasse di un gioco fatto di sfide, nozioni da imparare e compiti da superare.

Da nord a sud è immenso il lavoro svolto dagli insegnanti e dalle segreterie scolastiche di tutti gli istituti coinvolti che, con collaborazione e dedizione, sono stati in grado di avviare e gestire una infrastruttura che per quanto virtuale, risulta forse ancora più complessa e macchinosa di quella reale conosciuta fino ad oggi.

Riunioni telematiche, telefonate a tutte le ore del giorno e della notte tra docenti, dirigenti scolastici e funzionari del Ministero hanno permesso di studiare le soluzioni più adeguate adattandole ai singoli istituti d’istruzione, anche in base ai software già in uso e in loro possesso.

Se infatti una nota dolente è da segnalare, affinché si possa in futuro migliorare l’insegnamento a distanza, è proprio la frammentazione delle piattaforme e dei servizi utilizzati dalle singole scuole.

Non esistendo un approccio comune al digitale, non esiste nemmeno un unico sistema valido per tutti gli insegnanti e per tutti gli alunni: c’è chi ha adottato le video-lezioni, chi l’assegno tramite indirizzo email e chi ancora spiegazioni registrate e rese disponibili on demand.

Ovviamente non esiste un metodo più efficace dell’altro, eppure sarebbe bene uniformare e integrare al meglio la tecnologia utilizzata affinché i metodi applicati nelle lezioni tradizionali possano trovare il loro corrispettivo anche tramite l’utilizzo del computer.

Infatti, se nelle abituali ore in classe abbiamo il docente che spiega, interroga e assegna il materiale di studio, per forza di cose la scuola virtuale deve saper combinare la video-conferenza in sostituzione della lezione e dell’interrogazione, con un archivio virtuale dove poter assegnare e correggere i compiti svolti da casa dallo studente.

L’inutilizzo o la mancata sinergia tra più opzioni rese possibili dalla tecnologia potrebbe rendere tronco e incompleto il corretto processo d’istruzione, focalizzandolo solo sulla consegna asettica di nozioni che invece lo scolaro ha necessità di elaborare e assimilare con i compagni e l’insegnante, fosse anche in collegamento internet.

Ovviamente casi eccezionali richiedono azioni eccezionali ed è solo col tempo che si potranno affinare le sconfinate potenzialità che il mondo digitale ha da offrire all’insegnamento in ogni ordine e grado, così come una perfetta riuscita non può non venire dal giusto mescolamento di vecchio e nuovo, di innovativo e tradizionale, di collaudato e sperimentale: la scuola italiana in evoluzione di pari passo alle generazioni che forma.

Se è vero che è nei momenti bui e incerti che si accende la fiamma del genio e dell’inventiva, di sicuro, passato questo tragico periodo, la scuola e l’università in Italia non saranno più le stesse: infranto il muro della diffidenza e della refrattarietà alle nuove tecnologie un grandissimo balzo avanti sarà stato compiuto fino a farci raggiungere ed uguagliare i nostri partner europei e mondiali.

Videolezione, cloud e strumenti interattivi saranno parte integrante delle attività svolta dai docenti e dai ragazzi fin dalla più tenera età in un connubio perfetto di classico e moderno dove l’uno non può sopravvivere senza l’altro per dare una lezione di civiltà, di caparbietà e adeguatezza alle sfide del XXI secolo, questa volta si, al mondo intero!

ANTONINO IORIO