Intitolata la Casa Circondariale di Benevento alla memoria di Michele Gaglione. Un'occasione per riflettere sul sistema carcerario Società
Nella mattina del 21 Giugno, presso la Casa Circondariale di Benevento, si è celebrata la cerimonia di intitolazione alla memoria dell'agente Michele Gaglione, nativo di Avella (AV) e in servizio presso il carcere di Secondigliano (NA), ucciso nel 1992 a soli 27 anni, vittima della camorra.
La solenne celebrazione si è svolta in presenza
dei familiari di Gaglione e delle maggiori autorità civili, politiche e
militari tra cui: il direttore della Casa Circondariale di Benevento Gianfranco
Marcello e il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria Giovanni
Russo. Proprio quest'ultimo ha ricordato l'importanza di questa intitolazione e
la funzione della polizia penitenziaria: La polizia penitenziaria dà il
cuore. Esprime oggi una forma di polizia per l'esecuzione della pena moderna ma
lo fa con uno spirito di sevizio e di sacrificio che va molto oltre alla
professionalità, lo fanno con il cuore. E perciò, nella stessa misura ho
ritenuto importante questo riconoscimento per Michele Gaglione.
È stata una cerimonia particolarmente
significativa, non solo svoltasi nel ricordo dell'agente irpino, ma anche alla
luce degli eventi accaduti il maggio scorso nell'attuale Casa Circondariale
Michele Gaglione che essa si è lasciata alle spalle, i quali pongono notevoli
interrogativi sul sistema carcerario italiano. Appena un mese fa, nel carcere
di Benevento è esplosa una protesta, in seguito al rifiuto del medico della Asl
di visitare un detenuto.
La protesta che vedeva coinvolto un gruppo ristretto di detenuti, stando alle dichiarazioni del direttore Gianfranco Marcello, ha determinato la rottura di alcune vetrate, le cui schegge avevano lievemente ferito due agenti di polizia. La contestazione sarebbe rapidamente rientrata, ma secondo il direttore Marcello, avrebbe avuto radici ben più profonde: Viviamo una situazione difficile a causa del sovraffollamento delle carceri. Abbiamo quasi il doppio dei detenuti che dovremmo avere e gestiamo con non poche difficoltà la situazione, grazie esclusivamente all'impegno eroico del personale, così ha sottolineato nella nota stampa diffusa dopo i fatti.
Effettivamente la condizione generale è alquanto critica. A fronte di una capienza regolamentare pari a 261 posti, ad oggi risultano recluse 422 persone e comprensibilmente risulta difficile garantire degli standard qualitativi favorevoli sia per i detenuti, sia per chi lavora, considerando la carenza di personale tra gli agenti assistenti di circa 20 unità, come riporta l'Unione delle Camere Penali Italiane in una relazione del 2022. Ma a fornire dei dati ancora più allarmanti è l'associazione Antigone che dal 1991 si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario. In un reportage del 2023 riporta 83 casi di autolesionismo compiuti nell'anno precedente al resoconto, 16 tentativi di suicidi, 9 aggressioni ai danni del personale, 2 invece ai danni di altri detenuti. Sempre in questo reportage è stato rilevato un tasso di affollamento del 144,4%, a fronte della media degli istituti visitati nel 2023 che si aggira intorno al 119%. Risulta evidente una situazione allarmante all'interno della Casa Circondariale Michele Gaglione, ma tuttavia è condivisa con tante realtà di altrettanti istituti penitenziari italiani.
È rilevante anche la condizione dell'Istituto Penale Minorile di Airola (BN), sul quale nei giorni scorsi è intervenuto il SAPPe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria. Il vice coordinatore regionale per il settore minorile per la regione Campania Sabatino De Rosa, ha infatti reso noto un grave episodio di violenza che ha coinvolto 7 ragazzi con notevoli conseguenze, denunciando il problema persistente del sovraffollamento e le condizioni fatiscenti della struttura, non compatibili con un'efficace rieducazione dei detenuti. Stando alle parole del sindacato, questo episodio di violenza non è stata l'unica criticità riscontrata nei giorni scorsi, ma sono stati rilevati altri episodi similari e 2 tentativi di suicidio in un brevissimo arco di tempo.
L'intitolazione della Casa Circondariale di Benevento alla memoria di Michele Gaglione è senza dubbio un'occasione per celebrare un servizio esemplare allo Stato ma ad oggi, considerando le condizioni di estrema difficoltà in cui agenti e detenuti sono costretti a vivere, risulta essere ancora più significativo. In un contesto sempre più drammatico, come quello del sistema carcerario italiano, è dunque sempre bene valorizzare le imprese di questi grandi uomini che hanno fatto e fanno tuttora della vocazione civile, la propria ragione di vita nonostante il silenzio dello Stato.
Infatti, proprio in virtù di questa vocazione civile che collettivamente dovrebbe appartenere a tutti, è sempre opportuno sollecitare e mettere in luce costantemente questi grandi problemi della società. Come pensiamo di costruire una società migliore, senza una rieducazione efficace, relegando gli ultimi tra gli ultimi in questi spazi così disumani? Come pensiamo di costruire un futuro, se il sistema carcerario italiano non riconosce i propri detenuti come umani, ma solo come un problema da nascondere?
ANDREA ALBANESE