La UIL per la scuola statale, no alle interferenze regionali Società

In occasione del corso di formazione delle RSU e RSA organizzato dalla Uil Scuola di Benevento abbiamo potuto parlare di tutte le problematiche della scuola con il nuovo Segretario Generale Nazionale della UIL SCUOLA, Giuseppe D’Aprile. Nato a Belvedere Marittimo in provincia di Cosenza. Laureato in Scienze Politiche e Docente di Scuola Media.

Dopo le delusioni Azzolina e Bianchi come vede la nomina a ministro di Valditara?

A questa domanda vorrei rispondere tra qualche mese, in quanto siamo abituati a giudicare i Ministri in base al loro operato e senza alcuna pregiudiziale politica.

Ad ogni modo, l’elezione avviene in un momento molto complesso e delicato della scuola italiana che richiede interventi immediati e strutturati, da troppo tempo trascurati: precariato, rinnovo contrattuale, edilizia scolastica e taglio a burocrazia e sprechi.

Saremo collaborativi, propositivi e lavoreremo insieme con rispetto e per la realizzazione di obiettivi chiari: per una scuola statale, nazionale, laica, riformista che valorizzi il lavoro di tutto il personale scolastico.

Tra centralismo ministeriale e autonomia delle istituzioni scolastiche, quale può essere il ruolo delle Regioni?

Un ruolo certamente residuale, che non interferisca con l’offerta formativa, il reclutamento e la valorizzazione economica del personale. Per quanto ci riguarda la scuola è e dovrà rimanere statale e nazionale. La funzione dell’istruzione spetta infatti allo Stato che deve garantire, su tutto il territorio nazionale, la piena realizzazione di un diritto della persona, garantito dalla Costituzione.

E’ in questo quadro di riferimento che vanno individuati latitudine e contorni dell’operato legislativo regionale, circoscrivendo al meglio le sfere d’azione delegate, per evitare un complesso intrecciarsi di fonti normative diverse che potrebbero anche creare diseguaglianze di ogni genere. Gran confusione e contenziosi.

C’è vera autonomia scolastica rispetto all’arroganza di certi presidenti di Regioni o di certi sindaci “padroncini”?

Come spesso accade fra buone-belle intenzioni e realtà dei fatti si crea un gran divario; purtroppo, l’idea di scuola autonoma, interessante e innovativa, non è stata sviluppata come un vero e proprio progetto, come un piano strutturato, supportato, pensato, articolato e seguito nel tempo.

Per questo i risultati non sono stati quelli attesi; come si fa ad avviare una ‘rivoluzione copernicana’ di questa portata senza investimenti, senza risolvere prima gli atavici problemi della scuola: eccessiva burocratizzazione, taglio delle risorse umane e materiali, il blocco del contratto, il precariato, l’organico non stabile (docenti e personale ATA) che fa lavorare le scuole in continuo stato di emergenza e discontinuità di offerta formativa a scapito della qualità della stessa.

Ricordiamo che la scuola è patrimonio di tutti, accoglie e raggiunge chi è più distante, offre a tutti le stesse condizioni di partenza. La scuola non deve dividere, ma deve essere, invece, strumento principe di promozione sociale e di integrazione.
La visione è quella di un grande puzzle, che si chiama scuola statale e nazionale, formato da più pezzi ognuno dei quali con ruoli, competenze e contributi diversi orizzontali e non verticistici.

A Benevento, come in tutto il territorio nazionale, le GPS sono risultate un totale fallimento. L’algoritmo un disastro. Addirittura, sono stati nominati sul sostegno docenti senza titolo al posto di quelli con il titolo. Gli studi legali hanno avuto un gran lavoro. E il sindacato?

Le graduatorie provinciali per le supplenze per gli anni scolastici 22/24 hanno riproposto gli stessi errori del biennio precedente. Abbiamo denunciato, già due anni fa, il fallimento dell’algoritmo e tutte le falle del sistema che, per il terzo anno consecutivo, hanno compromesso il diritto dei lavoratori con grave danno anche per la continuità didattica, tanto evocata da tutti i Ministri.

Un sistema complesso che non può essere gestito in modo superficiale che ha generato il balletto dei supplenti, con contratti assegnati e poi revocati, l’inasprimento del contenzioso, che ha già visto l’Amministrazione soccombente lo scorso anno scolastico.

Personale scolastico insufficiente e sottopagato, già oberato da una burocrazia schiacciante che si deve adoperare in pochissimo tempo sia nella convalida di migliaia di domande che nelle diverse altre mansioni affidategli.

Le richieste della Uil Scuola Rua sono state chiare: prima dell’assegnazione degli incarichi, è necessario dare il tempo utile agli uffici di correggere gli errori e per fare ciò bisogna iniziare per tempo - molti mesi prima - la fase di reclutamento per le GPS.

In ogni caso, oggi, il nostro sindacato è al fianco dei suoi iscritti offrendo quel servizio di assistenza legale necessario a porre rimedio a questi errori nell’interesse del personale e degli alunni. Errori che si sarebbero potuti evitare se il sindacato fosse stato ascoltato.

La modifica del sistema di reclutamento, compresa l’efficienza o meno di un algoritmo per la gestione delle supplenze, è fra i nostri punti all’ordine del giorno che porteremo all’attenzione del nuovo Ministro.

Molti docenti del Sud sono stati costretti a spostarsi al nord per poter insegnare. Tanti docenti hanno avuto la “fortuna” di essere nominati nelle regioni dell’Italia settentrionale e non riescono a rientrare nella propria provincia. Le sembra giusto? Cosa intende fare, il sindacato, per eliminare questa piaga. Non sarebbe il caso di ripristinare le famose dotazioni organiche provinciali?

Una mobilità senza vincoli. È questa la soluzione su cui stiamo lavorando e lavoreremo dal momento che il contratto sui trasferimenti è stato riaperto in seguito alla condanna antisindacale inflitta al Ministero della Pubblica Istruzione in seguito alla sottoscrizione dello stesso da parte di una sola sigla sindacale.

Le famose abilitazioni conseguite all’estero, insieme al TFA, rappresentano un vero sconcio per la scuola italiana. Lei si è sempre battuto per la totale eliminazione. Secondo noi si tratta di un vero e proprio business.

Certo, si tratta di business per le agenzie, per gli intermediari, per le università straniere… L’abolizione del numero chiuso dai percorsi universitari sia abilitanti, sia che specializzano sul sostegno è uno dei temi emersi in maniera forte al nostro congresso che si è appena concluso e che ha ricevuto unanimità di consensi.

Realizzare percorsi abilitanti e di specializzazione snelli secondo il reale fabbisogno, trasformare i posti in organico di fatto in posti in organico di diritto con contratti pluriennali finalizzati al ruolo anche per i docenti che vantano una esperienza sul sostegno senza titolo: questa la nostra ricetta, per riconoscere e sostenere sia la professionalità degli insegnanti che favorire reali processi di integrazione e inclusione diversamente risolti attraverso contenzioso.

Indurre i colleghi a recarsi all’estero per ottenere un titolo abilitante o di specializzazione, incrementando le casse universitarie straniere, invece di quelle italiane, mi sembra paradossale e demenziale…

I rapporti con le altre organizzazioni sindacali CGIL e CISL. Diciamo la verità a volte non vi trovate d’accordo...

Abbiamo scelto la parola ‘Rispetto’ come tema centrale del nostro congresso. L’organizzazione che rappresento si porrà con grande rispetto sia nei riguardi delle istituzioni che delle altre parti sociali.
Rompere è facile, ricostruire molto più complicato”.

È nostro dovere trattare fino allo stremo senza alcune pregiudiziali.

L’unitarietà del sindacato è sacrosanta per incidere di più nelle scelte.

Se necessario, però, per la salvaguardia della scuola statale di questo paese, noi andremo anche da soli nel rispetto delle opinioni altrui - anche se non condivisibili - e senza mai perdere di vista valori quali la correttezza e il rispetto, senza mai cadere sul personale.

Il sindacato UIL Scuola Rua di Benevento ha bissato il successo delle precedenti elezioni (questa volta per numeri di seggi) e la sua presenza a questo corso di formazione per le RSU e RSA la dice lunga. Ma lei crede veramente che basti la RSU per dire che il sindacato ha un ruolo?

Saremo presenti con i colleghi della segreteria nazionale, nei modi possibili, a fianco di chi vive la scuola tutti i giorni, dei nostri iscritti, dei nostri dirigenti che ci rappresentano sul territorio e che ci aiuteranno a raccogliere i bisogni e le esigenze della vera scuola - quella che si fa tutti i giorni. È in questo modo, che tiene conto di tutti, che intendiamo costruire la nostra azione sindacale a livello nazionale.

Ci siamo presentati al congresso con ottimi parametri organizzativi: i lavoratori, evidentemente, percepiscono ed apprezzano l’azione di un sindacato libero, laico, riformista, un’organizzazione in ottima salute che, ha operato e opera le scelte giuste.

La nostra formula vincente, appunto, è stata ed è molto semplice: ascoltare i lavoratori, raccogliere e far proprie le loro opinioni e necessità, elaborare idee e progettare piani d’azione senza vincoli esterni. Questa libertà è una componente essenziale del nostro essere Sindacato, testimoniata anche dai risultati ottenuti nelle recenti elezioni RSU. La leva strategica, per la UIL, sono e saranno le persone che nelle scuole vivono situazioni difficili, anche ingiuste. L’unica strada per ampliare le tutele è quella della contrattazione per influire sulle decisioni assunte nel pieno rispetto dei diritti del singolo definito nel contratto nazionale che è un punto di riferimento certo.

La passione e la voglia di giustizia delle nostre RSU e dei terminali associativi, sarà, insieme alle Segreterie Territoriali, Regionali e alla segreteria Nazionale, il miglior viatico per ampliare la rete delle tutele, per garantire i diritti e per riaffermare il ruolo che intendiamo svolgere nelle scuole, tra la gente.

NICOLA AMOROSO