La Zingarella, torna l'antica mascherata a San Leucio del Sannio Società
Il Carnevale a San Leucio del Sannio è festeggiato portando in piazza le mascherate, rappresentazioni drammatiche popolari, con personaggi in costume, delle quali non si conosce né l'autore, né il periodo di composizione. Antonio Altamura, che ha dedicato a questo tipo di testi uno studio (I cantastorie e la poesia popolare italiana) li fa risalire ai cantastorie dell'Ottocento, ma evidenzia che spesso si tratta di relitti che ci giungono da epoche assai più remote.
A Carnevale, a Benevento e nel Sannio in genere si tenevano questi spettacoli di piazza con grande partecipazione di pubblico, che mandava a memoria i versi spesso musicali di questi spettacoli che hanno titoli evocativi: ‘U Faust, Il cavaliere Turchino, Li dudece mise, ‘A morte ‘e Surriento.
Tra le più amate mascherate c'è la Zingarella, anche perché è recitata con grandi effetti pirotecnici, esperti fuochisti attingono il fuoco da grandi bracieri ardenti e lanciano in aria una miscela di polveri (detta fuoco greco) che incendiano con una torcia accesa, creando un effetto di nube fiammeggiante. Hanno reso possibile la manifestazione il Comune di San Leucio del Sannio, l'Associazione aps I Bamboccioni e la Pro Loco ‘Casali dei Collinari'.
Nello spazio circolare della piazza, col pubblico tutt'intorno, si crea la scena dell'azione. Gli attori, che usano un recitativo melodico, sono divisi in due schiere: da una parte Pruta (deformazione dialettale di Pluto, cioè Plutone dio dell'Ade, scaduto al rango di capo diavolo) con i suoi diavoli neri, con le corna, avvinti da catene e campanelli e con forconi in mano, dall'altra una serie di personaggi da fiaba: il Re, la Regina, la Reginella, la Damigella, il Guerriero, la Zingarella, il Turco. Personaggio ambiguo che divide le due schiere è il Mago che possiede un libro, attraverso il quale esercita il suo potere sui diavoli. Infine c'è Pulcinella, a cui spetta il ruolo di sdrammatizzare con le sue battute e i suoi giochi di parole l'atmosfera tenebrosa della rappresentazione. Non c'è una trama vera e propria.
L'azione consiste nel fatto che il Mago comanda ai diavoli di prendere tutti i personaggi che di volta in volta vogliono imparare l'arte della magia e vengono invogliati a far parte della scuola del Mago. Uno alla volta, i personaggi cadono nella trappola del Mago, i diavoli li afferrano e li chiudono oltre la linea formata dai loro corpi dove si levano, ogni volta che agiscono, grandi fiammate, a rappresentare l'Inferno. Quando non resta più nessuno libero, tutti i personaggi si ripresentano nel cerchio e salutano il pubblico alludendo a un viaggio o a un volo che devono fare. Resta solo Pulcinella che saluta il pubblico a modo suo, descrivendo la sua amata dalla testa ai piedi con allusioni sessuali e battute a doppio senso.
Lo spettacolo è affascinante, la ripetitività dei versi, tecnica tipica della poesia orale, crea una atmosfera arcaica. Tutti i grandi della terra sono presi dai diavoli. Resta immune Pulcinella, capace di prendere in giro tutti. Peccato che uno spettacolo così interessante sia difficile da ascoltare per il pubblico, visto che un solo attore è stato dotato di microfono.
Il Comune dovrebbe valorizzare un evento del genere e assicurarsi che si svolga nel migliore dei modi. Inoltre occorre dire che forse gli stessi sanleucesi non si rendono conto del potenziale di queste manifestazioni: un gran numero di ragazzi presenti alla mascherata, parlavano ad alta voce disturbando quelli che stavano seguendo la rappresentazione, il bar accanto non ha spento il televisore dove era in corso una partita e il via vai di giovani armati di bottiglie di birra non era uno sfondo adatto alla circostanza.
Ci vorrebbe più rispetto per i bravi attori che si stavano impegnando tanto e per chi viene apposta per vedere lo spettacolo. Peccato che ci sia chi non capisca il valore di simili tradizioni.
PAOLA CARUSO