L'addetto stampa del ''Nicola Sala'' Luca Pietronigro risponde alla Consulta degli Studenti Società
In merito al j’accuse che la Consulta degli Studenti del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento ha rivolto (mediante lettera inviata a tutte le Testate giornalistiche) all’addetto stampa del prestigioso Istituto musicale, Luca Pietronigro (senza mai citare il suo nome), ecco la risposta del diretto interessato, che pubblichiamo in forma integrale.
“Ritengo indispensabile e non rinunciabile rispondere alle accuse diffamatorie rivoltemi dalla Consulta degli Studenti del Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” a firma del suo presidente Angelo Cioffi, del suo vice Mattia Luciano e dai componenti della Consulta medesima Rachele Di Vaia e Riccardo Crisci.
Nella nota diffusa nel primo
pomeriggio a tutte le Testate si fa riferimento ad una persona cui
devono essere corrisposti 18mila
euro per scrivere in tutta comodità post sulla pagina Facebook
dell’Istituto.
Scorrettamente
e senza il coraggio di dare corpo e volto all’accusato, non si fa
il nome di questo incaricato ed allora è giusto far sapere ai
lettori che questa nota piena di gratuito livore è rivolta a
me.
Viene scritto che i
18.000 euro l’anno corrispondono a 1.500 euro al mese che entrano
in tasca puliti e luccicanti come una posata d’argento, per circa
25mila euro l’anno in totale compresi i contributi.
Anche
se fossero, come dicono gli accusatori, 1.500 euro al mese, non è
questa cifra che mi pare possa suscitare scandalo se rapportata alla
professionalità impegnata.
Ma non è nemmeno così perché il
contratto stipulato tra il sottoscritto ed il Conservatorio, all’art.
4 “Adempinenti fiscali e previdenziali” recita: …Tutti
gli obblighi di natura fiscale, contributiva, previdenziale,
assistenziale, assicurativa ed infortunistica derivanti dal presente
rapporto di lavoro, sono a carico del collaboratore incaricato ed
assolti direttamente dallo stesso.
Dunque
è falsa la cifra riportata.
Più utilmente dovrebbe aggirarsi
intorno ai 1.200 euro al mese netti.
La originaria cifra di
18mila euro viene poi messa a confronto con il corrispondente di due
redditi di cittadinanza per due famiglie numerose e spiantate.
La
cifra,
prosegue la Consulta, equivale
allo stipendio di prima nomina di un docente che per guadagnarselo
deve avere almeno un diploma di biennio di strumento, una laurea
magistrale e così via.
Al Conservatorio c’è invece chi (il riferimento è al sottoscritto) se
lo ritrova senza aver fatto niente di simile.
Di
grazia, che c’entra? Perché si scrivono questa falsità?
Ho
partecipato ad un Avviso pubblico, sottolineo pubblico, che prevedeva
il possesso di titoli importanti.
Occorreva la laurea
magistrale, che posseggo essendo laureato in Giurisprudenza;
occorreva l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, elenco
professionisti, qualifica che ho dopo aver partecipato, con merito,
ad un esame di Stato ed una esperienza di almeno dieci anni di
iscrizione all’Ordine dei Giornalisti ed io di anni di iscrizione
ne ho 21. Poi ho partecipato al colloquio dinanzi ad una Commissione
esaminatrice.
Non mi pare che i miei titoli siano proprio da
buttare.
La Consulta parla di altri lavoratori del Conservatorio
che sono iscritti all’Ordine e che prendevano mille euro l’anno
lordi, poco più di 60 euro al mese, per svolgere il medesimo
compito.
A me non risulta lo svolgimento di questo compito in
via continuativa e lo dico con cognizione di causa avendo lavorato
nel giornale di famiglia, “Gazzetta di Benevento”, e conoscendo
dunque bene la frequenza dei comunicati che negli anni sono giunti in
redazione.
Evidentemente non erano incarichi professionali
quelli di cui parla la Consulta, ma attribuzioni assegnate a docenti
nell’ambito del programma di interventi che si aggiungono allo
stipendio percepito di insegnante.
Aggiungo: Se questo docente
incaricato dello stesso mio compito, non ha partecipato all’Avviso
pubblico, evidentemente un motivo c’era e cioè non aveva né i
titoli né i requisiti per farlo.
Non so se fosse o se sia in
possesso di una laurea magistrale o di un’anzianità di iscrizione
di almeno dieci anni, ma certamente non è iscritto all’Ordine dei
Giornalisti nell’elenco dei professionisti perché un pubblico
dipendente non può esserlo.
Che c’è, infine, di succoso in
questa notizia spazzatura?
Non c’è nulla di nascosto nella
procedura adottata.
E’ tutto pubblicato sul sito ufficiale del
Conservatorio e non poteva essere altrimenti essendo una Pubblica
Amministrazione.
Pagare un professionista, laureato magistrale,
giornalista professionista con 21 anni di iscrizione all’Ordine
poco più di 1.200 euro al mese è notizia da fare scandalo?
La
verità è che non pensavo che ci fossero in questa magnifica
Istituzione di cultura, ceste colme di vipere.
Non mi sono
accorto, in questi pochi giorni di lavoro, di averle calpestate.
Forse le ho solo sfiorate ed impaurite e dunque si sono buttate a
mordere.
Dire che vengo pagato per scrivere un post sulla pagina
Facebook è pura cattiveria.
Chiudo dicendo che l’arrivo di un
professionista in un campo così delicato quale è quello della
comunicazione e di addetto stampa (è questo il mio incarico
professionale) avrebbe dovuto essere salutato con soddisfazione da
chi vuole bene a questo Istituto perché vuole dire che il
Conservatorio, tanto lodato da tutti e non solo negli stretti confini
provinciali, vuole continuare a crescere ed a fare le cose fatte per
bene, magari senza lasciare più all’ingresso del Teatro programmi
di sala sgrammaticati dove ancora è scritto prima il cognome e poi
il nome dei musicisti dell’Orchestra, cose fatte per bene così
come si deve ad una Istituzione di alta formazione musicale che tutti
ci invidiano.
Mi ero illuso che il merito volesse ancora dire
qualcosa e che i traguardi in campo professionale ed accademico da me
raggiunti con tanta fatica e studio, alla fine sarebbero serviti
quando fosse arrivato il momento giusto.
Evidentemente non è
così. Il merito è sempre quello che conta meno.
La cattiveria
e la voglia di diffamare sono più forti di tutto. E’ un brutto
mondo quello che viviamo.
Comunque sia, siccome sono convinto che le mie aspirazioni, legittime, vengano dopo il prestigio ed il bene del Conservatorio, ho già comunicato per le vie brevi al presidente dell’Ente di ritenere a disposizione il mio incarico in qualunque momento lo dovesse ritenere utile per il bene dell’Istituto”.