Messer Tarallo di San Lorenzello si è unito in matrimonio con Madamigella Cipolla di Alife Società
Saporiti, sfiziosi e croccanti: taralli e tarallini sono un concentrato di gusto e tradizione fortemente Made in Italy, tanto è vero che il New York Times vi dedicò una mini-ode qualche anno fa definendoli “la risposta italiana alle patatine”.
I tarallini in particolar modo sono lo snack perfetto per accompagnare aperitivi e spuntini fuori pasto, difatti ne esistono di molti gusti, arricchiti con svariati ingredienti e aromi.
Se gli anelli di pasta più famosi sono quelli pugliesi e campani, bisogna anche dire che ne esistono di ottime versioni sfornate in Calabria, Molise, Basilicata, Lazio e Sicilia, praticamente questi prodotti appartengono alla tradizione gastronomica dell’Italia meridionale in generale.
Una “bontà semplice e dalle origini povere”, infatti, in base all’antico e saggio principio del “non buttare via nulla”, le massaie e i fornai cominciarono a cuocere i taralli dagli avanzi dell’impasto di pane e così facendo intere popolazioni affamate riuscirono a riempirsi la pancia nei secoli passati.
Taralli e tarallini vengono prodotti e consumati in grandi quantità anche qui nel Sannio beneventano, basta entrare in qualsiasi supermercato o panificio per vedere che un posto d’onore è sempre dedicato a loro e la “capitale sannita” di tali bontà è senza dubbio San Lorenzello, tanto da aver ricevuto dalla Regione Campania il riconoscimento PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), perché alimento simbolo della cultura e delle usanze locali.
Grazie ad una felice intuizione dei fratelli Federico del Tarallificio Damiano di San Lorenzello, è nata la fusione tra due eccellenze: al profumato impasto sannita è stata aggiunta la sfiziosa cipolla di Alife (Ce), un prezioso ortaggio molto apprezzato dai consumatori per il sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre.
La cipolla alifana è oramai da tempo il prodotto di punta del territorio nonché volano per l’economia locale, è presente nell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Campania e già presidio Slow Food.
Se qualcuno sta pensando: “Beh, e la novità dov’è? Dappertutto si possono trovare taralli alla cipolla…”, la risposta è che la particolarità sta nell’uso di cipolle vere e proprie e non di insaporitori come nella stragrande maggioranza dei casi.
Su 10 kg di cipolla fresca di Alife si ottiene circa 1 kg di prodotto secco che poi si aggiungerà all’impasto dei taralli.
Praticamente, una busta da 400 grammi di taralli contiene il 5% di cipolla alifana, oltre a farina di grano tenero, lievito madre, acqua e olio extravergine di oliva.
Il tarallo alla cipolla alifana è stato già registrato al Parco del Matese, seguirà la registrazione alla Camera di Commercio, ciò per evitare plagi o peggio ancora lo sfruttamento dell’idea altrui.
Il sodalizio è cosa fatta, Messer Tarallo di San Lorenzello si è unito a Madamigella Cipolla di Alife e questa unione è proprio sulla bocca di tutti… Gnam!
ANNAMARIA GANGALE