Nasce nel Sannio un ETS-Ente Terzo Settore ispirato alla Convenzione di Faro     Società

Le Associazioni promotrici della ″Comunità Patrimoniale Matese Tammaro″ hanno ospitato -nella storica sede della ′Dogana′ in piazza San Bernardino di Morcone, oggi Casa delle Associazioni- i rappresentanti del CSV Irpinia Sannio al fine di approfondire i diversi aspetti giuridici e statutari relativi al Registro Nazionale Terzo Settore (Runts).

A portare il saluto del Centro Servizi Volontariato il consigliere Pasquale Orlando: Ci sono nuove opportunità che vengono dal Codice del Terzo Settore, come la co-programmazione, la co-progettazione e la partecipazione diretta ai bandi. Questo significa che il nostro Associazionismo ha bisogno di più formazione, più consulenza, più informazione, più organizzazione. Il percorso che avete immaginato come mondo associativo può portare a Morcone, che è capofila, anche un'attività continuativa tipo uno ′sportello′, in accordo con l'Amministrazione. Oggi le opportunità ci sono. Bisogna far nascere le idee sul territorio ed aiutare gli Enti locali in una competizione positiva, per arrivare ai risultati indicati -Convenzione di Faro, Comunità di Patrimonio- rispetto ai quali servono progettazioni importanti e tanta informazione civica, ai cittadini e alle Amministrazioni. 

Ad entrare nel merito della legislazione vigente e dei singoli aspetti del Codice Terzo Settore, il consulente Gianluca Zarra e il Direttore del CESVOlab Maria Cristina Aceto. Presente all'incontro, l'assessore alla cultura di Morcone Giulia Ocone. A chiusura dei lavori si è deciso di promuovere un seminario di studio in collaborazione con i Comuni e le Associazioni del comprensorio, dove saranno illustrate le finalità del Terzo Settore al fine di definire, in piena consapevolezza, il percorso ′unitario′ da intraprendere. 

Soddisfatto il promotore dell'incontro, Davide Iannelli di Italia Nostra: È stata una bella occasione di confronto. Stiamo lavorando ad una idea di Comunità patrimoniale secondo i principi della Convenzione di Faro, ovvero il diritto delle comunità a fruire del patrimonio culturale e il dovere a custodirlo, tutelarlo e valorizzarlo. Ci siamo resi conto che è necessario provare a mettere a sistema il ricco patrimonio culturale presente in queste aree, a volte misconosciuto o  disperso in bibliografie e singoli studi di appassionati. Noi vogliamo, viceversa, che diventi elemento coerente nella programmazione territoriale, sui cui si vanno poi ad innestare anche le politiche culturali delle istituzioni locali. 

GIUSEPPE CHIUSOLO