Nei social si mostra ''tutto'' ma in realtà solo il bello della vita  Società

L’estate è ormai arrivata, con tutto il suo carico di calore, canzoni latinoamericane orecchiabili, film hollywoodiani ad alto tasso di esplosioni e vip che non mancano di pubblicare quotidianamente foto e video delle loro vacanze dorate.

Mentre scrivo ancora non so quale sarà il tormentone che caratterizzerà l’estate 2019. Di certo le temperature torride (32 gradi registrati ad Anchorage, Alaska) rilanceranno il dibattito sul surriscaldamento globale, che alcuni ancora credono sia un’invenzione dei media.

Instagram e Twitter ci mostreranno le prodezze vacanziere di calciatori, divi del cinema, cantanti e influencer. Nuove coppie vip saranno paparazzate, mentre altre si scioglieranno. E di certo assisteremo ad un’altra moda di cui avremmo fatto volentieri a meno, come negli anni passati abbiamo assistito alle secchiate d’acqua ghiacciata o al proliferare di salvagenti a forma di fenicotteri rosa. Mi auguro solo che non prenda piede la moda, lanciata da una scommessa del calciatore Mario Balotelli, di tuffarsi in mare in sella a un motorino.

Nel loro piccolo, anche i comuni mortali (i nip, not important people) condivideranno con amici e follower ogni momento saliente della loro estate. Ma quale realtà si cela dietro le immagini di tintarella, scottature, gelati a mezzogiorno e apertivi al chiaro di luna? Perché le fake news sono come l’economia e la politica: non coinvolgono solo i personaggi famosi, ma sono intorno a noi ovunque, anche in questo momento.

Ciascuno nel suo piccolo è artefice di fake news riguardanti la propria persona. Ci piace dare un ritratto di noi che non sempre corrisponde alla realtà, o quantomeno quando rendiamo pubblico un momento privato, ci sforziamo di tagliare fuori dal frame gli elementi che stonerebbero con l’immagine che abbiamo scelto di mostrare agli altri.

In fondo non c’è niente di male: tutti scelgono di arricchire i propri album di ricordi solo delle cose belle. È normale tenere sulla propria scrivania una foto delle persone amate, mentre nessuno mostrerebbe agli amici le immagini di una colonscopia. E quindi al ristorante ci si fa un selfie con lo spumante in mano, ma non si mostra che il tavolo a cui si è seduti è quello accanto alla toilette. In aeroporto ci si filma prima della partenza, ma non al banco in cui si reclamano i bagagli smarriti.

Anche i maniaci dei social, quelli che non esitano a spiattellare ogni momento della loro intimità al pubblico, si ritrovano ad operare una selezione, per motivi facili da immaginare. Da una parte c’è il desiderio di mostrare al mondo il lato più solare e felice di sé, mentre al contempo vi è un mal celato impulso a suscitare l’invidia del prossimo, quello che ci spinge ad inviare le foto della vacanza in costa Smeralda al cognato che ogni anno va al mare a Vasto.

Da quella che potremmo benissimo considerare una “cazzimma” 4.0 ha origine un fenomeno tutto nuovo che negli Stati Uniti è stato battezzato unboxing e consiste nel filmarsi mentre si apre un pacco ricevuto per posta e mostrarne a tutti il contenuto. Che gusto c’è ad acquistare un vestito nuovo o dei prodotti di bellezza su un sito di vendite online, se poi non posso far schiattare d’invidia le amiche?

Niente di nuovo sotto il sole; l’estate è sempre stata la stagione dell’esibizionismo, lo era già ai tempi dei Poveri ma belli di Dino Risi e continuerà ad esserlo, con modi e tendenze che potranno variare di anno in anno, ma saranno sempre riconducibili alla medesima radice insita nella natura umana: quel desiderio di dare di sé un’immagine il più possibile felice e vincente.

Ma la vera felicità, in qualsiasi stagione dell’anno, è qualcosa di molto difficile da trovare, figuriamoci da condividere. E un motore di ricerca perla felicità non è stato ancora inventato.

CARLO DELASSO