Nella pronuncia è di moda il “fai da te”. Società

Eravamo, alcuni anni fa, “un popolo di eroi, santi, poeti e navigatori”. C’era “lui” e non si poteva molto discutere! In tempi molto più recenti, il nostro “cavaliere” è sceso di livello e ha molto valorizzato le belle e affascinanti segretarie italiane, sperando di indurre qualche investitore straniero a venire e “vedere per credere!”. Certo, a nessuno è mai venuto in mente di evidenziare le nostre abilità squisitamente linguistiche. La conoscenza delle lingue straniere, in buona parte dell’Italia, è ancora lontana dall’aver raggiunto standard soddisfacenti di qualità. Mentre la scuola si sforza di fornire un adeguato bagaglio di conoscenze linguistiche, che almeno siano sufficiente a farci “sopravvivere” in terra straniera, nel vissuto quotidiano è di moda il “fai da te”, principalmente nel settore della pronuncia. Ognuno di noi è - nel suo piccolo – un degno emulo di Totò, che - in una celebre scena del film “Totò, Peppino e la malafemmina” – pretende di interloquire in un immaginario tedesco con l’espressione:”Noio vulè von savuar…”. E che gli errori, anche grossolani, vengano commessi dalla gente semplice è del tutto accettabile ! Ma che svarioni di ogni tipo vengano proposti anche per radio e televisione – da giornalisti a volte di fama o almeno ben retribuiti – questo è francamente troppo ! E non voglio qui certo parlare di parole “difficili” o di suoni poco comuni ! Mi riferisco alle banalità, a parole che potrebbero essere ben pronunciate, se non fosse per la sciatteria o la supponenza dello speaker: basterebbe un buon manuale di pronuncia, se proprio non si vuol rinunciare al vocabolo straniero!
Prendiamo parole semplici e molto diffuse. Il rugby, sport notissimo in tutto il mondo, in Italia, e solo da noi, ovviamente, viene pronunciato“regbi”, invece di “ragbi”, come sarebbe più appropriato. Stessa iniqua sorte per il “circolo / associazione”, che i Britannici scrivono club. Per molti italiani è “cleb”, invece di “clab”.
E perché il bowling deve essere pronunciato “buling”, quando invece in realtà si pronuncia “boulin” ? Cosa c’è di complicato nella pronuncia esatta ? E che dire della parola performance (prestazione), che andrebbe bene sia pronunciato alla francese “performans”, sia all’inglese”perfomans”, e che invece – per spirito di contraddizione? –viene detta performans?
E chi qualche volta non si è lasciato andare all’espressione “self-control”- giusto per far vedere che “conosciamo le lingue, modestamente!” - accentando la sillaba –con (selfcontrol) invece di dire “selfcontrol” ? Nessuno certo è tenuto a conoscere le lingue straniere! E la nostra lingua consente sempre di avere opportuni e ricchi modi di esprimersi! Se ci fa piacere, possiamo continuare a dire “vosvaghen” per identificare un’auto della Volkswagen! Ma, che molti lo dicono, non vuol dire che sia corretto e, se abbiamo una rubrica di auto per TV, cerchiamo di dare la giusta pronuncia! Faremo un’opera di divulgazione migliore.
E, se proprio non vogliamo fare a meno del vocabolo anglosassone, proviamo almeno ad usarlo bene! Non è difficile: basta essere solo meno sciatti e superficiali. Un buon dizionario di pronuncia (il Jones per la lingua inglese) non dovrebbe mancare nella biblioteca di chi – per professione o per semplice cura nel parlare – vuole evitare di fare brutte figure, o di perpetuare in modo acritico errori banali.

Gino Palmieri