Prima del medico e prima del paziente, c'è sempre l'uomo Società

L'intervento del Dott. Luca Milano, presidente Ordine  Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Benevento, in occasione della tradizionale Giornata del Medico e dell'Odontoiatra Sannita, celebrata presso il Teatro San Marco di Benevento.

  La professione medica sta attraversando un periodo di profonda crisi, pertanto vedervi qui oggi così numerosi è davvero importante, non solo per noi medici, ma anche per la cittadinanza, che vive sulla propria pelle le difficoltà del servizio sanitario pubblico. Innanzitutto a nome mio e dell'intero Consiglio Direttivo, esprimo profonda gratitudine per la fiducia che ci avete accordato.

Siamo consapevoli della responsabilità che ci avete affidata, in un tempo in cui la professione medica ed odontoiatrica deve affrontare sfide complesse ed è chiamata a custodire la salute, l'etica e il sapere scientifico. Sin dal primo giorno ci siamo messi al lavoro con spirito di servizio, per rendere l'Ordine un punto di riferimento: vicino ai bisogni dei professionisti e a quelli dei cittadini, aperto al dialogo, al confronto con le Istituzioni, promotore di conoscenza e partecipazione. Il nostro mandato si fonda su 3 pilastri -trasparenza, inclusione, umanizzazione della professione- che intendiamo rispettare investendo in comunicazione e formazione, convinti che il futuro della Medicina si costruisce ″insieme″.  

Il nostro primo Consiglio l'abbiamo voluto dedicare ″al valore della donazione″ come gesto inaugurale di generosità.Noi consiglieri abbiamo dichiarato il nostro Sì alla donazione, come esempio e messaggio per tutti. (...) Stiamo partecipando attivamente alla vita istituzionale, locale e nazionale, convinti che la rete tra i diversi Enti sia essenziale per sostenere il lavoro dei medici e i diritti dei cittadini. La nostra prima Assemblea del 15 febbraio ha registrato una partecipazione straordinaria, segno tangibile di fiducia e senso di appartenenza. Noi vogliamo coltivare e rafforzare questo legame, pertanto abbiamo ′spalancato′ le porte dell'Ordine elaborando un nuovo regolamento che consente agli iscritti di poter utilizzare gratuitamente tutti gli spazi della nostra sede per iniziative senza scopo di lucro. A brevissimo partirà il lavoro di 15 Commissioni tematiche esterne, a cui hanno aderito oltre 100 colleghi: un segno concreto d'inclusione e di valorizzazione delle competenze.

Tutto questo, al fine di ricompattare l'intera categoria; perché oggi, essere medici, è una sfida che non si può affrontata da soli. Abbiamo bisogno di restare uniti, di ascoltarci, di costruire insieme un orizzonte che ci appartenga. Sempre in quest'ottica, il 14 maggio incontreremo tutte le sigle sindacali locali, per ascoltare le difficoltà settoriali e provare a costruire un fronte comune a difesa della professione. Investire in formazione. Abbiamo già organizzato 3 eventi ECM in presenza e dal 1 maggio è attivo un corso FAD gratuito da 50 crediti ECM, per incentivare la nostra formazione sul fenomeno della ″violenza″ contro gli operatori sanitari. È un altro tema a cui teniamo molto, tanto è vero che il 12 marzo abbiamo celebrato la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari, registrando un altro pienone del nostro Auditorium, arricchito dalla presenza delle massime autorità civili e militari.

È stata un'occasione intensa per dare voce ad una ferita che tanti di noi si portano dentro. PENSIAMO AD UN SISTEMA DI CURA CHE INCLUDA ANCHE CHI CURA Spesso mancano gli spazi e i tempi di ascolto per i medici, per nominare la fatica, per prendersi cura di sé, per restare umani.A chi ci governa diciamo: stare dalla parte dei medici, significa non lasciare soli proprio quelli che non possono permettersi di crollare, perché chiamati a garantire la sicurezza delle cure. Non si tratta solo di efficienza organizzativa. Si tratta di umanità, di restituire senso e dignità ad una professione che, oggi più che mai, ha assoluto bisogno di essere sostenuta. Nasce da questa esigenza, per una maggiore consapevolezza, la campagna di sensibilizzazione sociale IO TI CURO. Abbiamo commissionato un video, interamente realizzato nel Sannio, che desideriamo condividere con tutti voi, attraverso i diversi canali informativi e social network. Il titolo, IO TI CURO, c'invita a riflettere sulla responsabilità che noi Medici portiamo ogni giorno sulle nostre spalle: essere medici significa scegliere con convinzione di esserci. La medicina è sì scienza, ma non esclude la fragilità umana; dunque competenze e vicinanza. Non siamo meri tecnici, ma uomini che fanno i medici, cioè professionisti.

C'è una parte del nostro lavoro che non compare nei referti: le notti in bianco, le decisioni difficili, le notizie che non vorresti mai comunicare; gli sguardi che incroci e che fai fatica a reggere. C'è una medicina ospedaliera, fatta di degenze, urgenze, silenzi, commiati, dove ‘conta' ogni attimo, minuto. Di medici che lavorano in prima linea in uno squilibrio continuo tra la pressione dell'istante e la mancanza di risorse. Di medici che devono decidere in pochi secondi, senza margine di errore e poi ripartire, con la mente lucida, anche se l'immagine di quella stanza o di quella barella dove non si è potuto fare abbastanza, fa ancora molto male. Poi c'è la medicina del territorio, dove il tempo invece diventa lento, profondo, relazionale.

Si entra nella vita delle persone e ci si resta, con rispetto e dedizione. Si crea un rapporto vero: ogni visita, ogni esame, ogni cambiamento passa anche attraverso lo sguardo del proprio medico. Essere medici, oggi, comporta la necessità affrontare non solo la malattia, ma anche la velocità di un mondo che sembra dimenticare la cura. Curare vuol dire ancora e sempre mettere la persona al centro. Essere umano tra gli esseri umani. Ma purtroppo oggi viviamo una crisi valoriale profonda, che rischia di svuotare di senso il nostro ruolo. In un sistema che privilegia efficienza, standardizzazione, risultato immediato... l'ascolto, la solidarietà, la vulnerabilità rischiano di essere emarginati. Vediamo crescere sempre più logiche aziendali che tendono a misurare tutto, anche ciò che non è misurabile: come l'empatia, l'impegno, il tempo dedicato a capire una storia clinica che è prima di tutto una storia umana, tante volte figlia di fragilità, di solitudine, di accanimento o d'ingiustizia. La sfida che ci attende, è tornare a mettere l'essere umano al centro, dentro e fuori di noi. Dobbiamo sempre ricordarci che anche quando non possiamo guarire, possiamo comunque curare.

E nei momenti di sconforto bisogna saper ritrovare le motivazioni, riaccendere la passione, riscoprire che ogni paziente è una storia unica, che ci viene affidata con fiducia. Lo dico a tutti noi: dobbiamo reclamare spazi e tempi per relazioni autentiche; difendere il valore della nostra autonomia, del nostro giudizio, della nostra dignità; pretendere rispetto e sicurezza sul lavoro; provare a rilanciare il ruolo sociale del medico centrato sull'autorevolezza professionale; ispirare nei giovani l'orgoglio di appartenenza a questa professione; chiedere alle istituzioni non solo riconoscimento, ma il sostegno, di cui abbiamo tanto bisogno. Fare il medico è una sfida, ma pur sempre un onore. È scegliere ogni giorno d'indossare non solo il camice, ma anche la compassione, la pazienza, la responsabilità. In un mondo che corre, dobbiamo essere coloro che si fermano, che ascoltano, che guardano negli occhi. Perché senza umanità, la medicina non guarisce. Un pensiero a voi giovani medici, neo laureati. A voi diciamo ″non abbiate paura″. Portate avanti la vostra missione senza timori.

La medicina è fatta di sapere e di dubbi, di protocolli, di linee guida, ma anche di intuizioni. Ora è arrivata l'Intelligenza artificiale: un nuovo supporto nelle mani del medico dalle altissime potenzialità, ma non pensate MAI che possa un giorno sostituire il medico. Vi chiediamo di non perdere mai il contatto con ciò che vi ha fatto scegliere questa strada: il desiderio di esserci per il bene degli altri, di fare la differenza nella vita di qualcuno, anche solo per un momento.Tenete stretta la vostra umanità anche quando tutto intorno sembra volerla soffocare.

Un grazie alle vostre famiglie, che con sacrificio vi hanno accompagnato e sostenuto nella realizzazione delle vostre scelte. Ed un pensiero a chi ha già percorso molta strada di questo viaggio affascinante: a voi va la nostra gratitudine. Siete custodi di un sapere prezioso, che non si trova sui libri, forgiato dall'esperienza e dalla vita vissuta accanto ai pazienti, tra fatica, vittorie, sconfitte, speranze, delusioni.

Abbiamo bisogno della vostra memoria, del vostro sguardo, del vostro esempio; senza radici, non si cresce. E grazie anche alle vostre famiglie che vi hanno supportato e sopportato, nel silenzio di tante sere e di tante assenze. Oggi la medicina ha bisogno di ″ponti″. Ed è proprio questo il senso di questa Giornata, nata dalla visione del dottor Pasquale Grimaldi 20 anni fa: uno sguardo lungo che unisce il sapere di chi ha vissuto e la forza di chi comincia. Un vero passaggio di testimone, direi un abbraccio tra generazioni.

Concludo rinnovando questo ″messaggio″: prima del medico e prima del paziente, c'è sempre l'uomo.

Dott. Luca Milano

Presidente Ordine  Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Benevento            

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