Ridotta circolazione di Sars-Cov-2: ecco le nuove disposizioni sanitarie Società

Che cosa ci riserverà il futuro prossimo in materia di Covid? La percezione dei più è che la bufera sia passata e che ci siamo finalmente lasciati tutto dietro le spalle. Ma è proprio così? Dalle massime istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, con i primi giorni di maggio, giungono delle novità che ci riguardano tutti da vicino.

Detta in soldoni, la riunione al ministero della salute ha lasciato l’uso della mascherina nei reparti con pazienti fragili e dove c’è alta intensità di cure, vale a dire in ospedale e nelle residenze sanitarie assistenziali (rsa). Inoltre i tamponi per chi si ricovera o arriva in pronto soccorso saranno eseguiti solo ai sintomatici. È quell’alleggerimento delle misure di cui il ministro della salute, Orazio Schillaci, aveva parlato già sul finire di aprile.

Rimangono invece ancora valide le disposizioni generali che fanno divieto di accedere o permanere nei locali aziendali sanitari ai soggetti con sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37,5 °C; è inoltre sempre raccomandato il rispetto di una distanza interpersonale di almeno un metro; infine, si dovrà indossare almeno la mascherina chirurgica, anche se è fortemente consigliato l’uso di una mascherina Ffp2. Nei reparti delle strutture sanitarie diversi da quelli sopra indicati e nelle sale di attesa, la decisione sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte degli operatori sanitari e dei visitatori resta alla discrezione delle Direzioni sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria.

Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie i bambini di età inferiore ai sei anni e le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che debbono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo. Per quanto riguarda gli ambulatori medici, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da Sars-Cov-2 per l’accesso ai Pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle Direzioni sanitarie e delle autorità regionali.

Con la 15ª riunione del Comitato di emergenza sul Covid, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con la dichiarazione di ʻEmergenza internazionale di salute pubblicaʼ (Pheic) proclamata il 30 gennaio del 2020 per il Covid-19, giovedì 4 maggio 2023 ne ha decretato la revoca. Per i prossimi due anni, 2023-2025, l’Oms ha varato il Piano strategico globale di preparazione e risposta (Sprp) indicando la strada per gestire il virus nella transizione da una fase di emergenza a una fase in cui si dovrà attivare invece una risposta sostenuta a lungo termine. Al piano precedente, pubblicato nel 2022, che delineava due obiettivi: «Ridurre la circolazione di Sars-Cov-2 e diagnosticare e trattare Covid per ridurre mortalità, morbilità e sequele a lungo termine», ora se ne aggiunge un terzo: «Sostenere i Paesi durante la transizione da una risposta di emergenza a una a lungo termine».

«Il numero di decessi - spiega l’agenzia Onu per la salute - segnalati settimanalmente è al suo minimo dall’inizio della pandemia, e nella maggior parte dei Paesi, la vita è tornata alla ʻnormalitàʼ. Tuttavia, nel mondo milioni di persone continuano a essere infettate o reinfettate da Sars-Cov-2, quindi dobbiamo ora ripristinare e rafforzare i sistemi sanitari per non farci più trovare impreparati».

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it