Scatti e ri...scatti: il dirigente scolastico Domenico Zerella Venaglia Società
Eccoci tornati nel nostro spazio dedicato al rilancio dei nostri beni culturali attraverso le immagini e non solo. Protagonista della nostra intervista è in questo numero il dirigente scolastico Domenico Zerella. La ringraziamo per aver risposto alle nostre domande in questo avvio di anno scolastico nel quale i riflettori si sono accesi su alcune delle aree a rischio della nostra Campania per problematiche di sicurezza e dispersione scolastica.
Con soddisfazione dopo qualche anno di esperienza fuori sede è rientrato a Benevento come dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo G. B. B. Lucarelli. Quale è stato l’impatto con la nuova realtà scolastica da dirigere in città? Ce ne parli brevemente.
Sì, dopo tre anni all’Istituto comprensivo “Don Milani-Maiorano” di Manfredonia sono rientrato a Benevento nel 2022. L’IC “Bosco Lucarelli” è una realtà complessa, frutto di una serie di accorpamenti avvenuti nel corso del tempo e che ora abbraccia tutto il territorio della città oltre il fiume Sabato, fino a contrada Epitaffio. Peraltro, tre plessi sono stati chiusi per problemi di natura strutturale e quindi, attualmente, soffriamo di una mancanza di spazi adeguati, sia per gli uffici amministrativi, sia per le aule della primaria e dell’infanzia. Questo, come è facile capire, comporta difficoltà quotidiane che non sempre siamo in grado di risolvere. Pensi che tutto l’Istituto non ha avuto, negli ultimi quattro anni, nemmeno una palestra! Adesso, finalmente, sta per partire la ristrutturazione di quella al plesso “S. Modesto “che non sarà adeguatamente grande ma è già qualcosa. E poi, aspettiamo con ansia che vengano avviati i lavori di abbattimento e ricostruzione del plesso di via Gioberti, storica sede della scuola media “Bosco Lucarelli” con il completamento dei quali potremo dire di aver risolto la maggior parte delle difficoltà. Inoltre, sarà restituita al Rione Libertà una realtà educativa di fondamentale importanza. Per quanto riguarda l’utenza, uso sempre il termine “frizzante”: a scuola si riflettono tutti i problemi del contesto socioeconomico locale, che a volte presenta situazioni di autentico degrado e povertà educativa. Ma devo anche riconoscere che, con la piena collaborazione del Comune di Benevento, dal settore istruzione ai lavori pubblici, ai servizi sociali, della Asl e dell’Ufficio scolastico provinciale, che ringrazio per la quotidiana disponibilità, stiamo facendo un buon lavoro.
Sappiamo che quest’anno ha accettato la reggenza anche del Convitto Nazionale P. Giannone di Benevento e le facciamo i nostri complimenti. Ritiene che sia complesso doversi occupare dell’organizzazione e gestione di due istituti contemporaneamente?
Sicuramente! La questione-reggenze è ormai endemica nella nostra realtà scolastica ed, inevitabilmente, la impossibilità per il dirigente scolastico di essere presente tutti i giorni in entrambe le scuole comporta delle difficoltà, a meno che non si abbia il dono dell’ubiquità, ma non sembra sia il mio caso… Si tratta di due istituti importanti che hanno necessità di essere seguiti e curati con molta attenzione, peraltro il Convitto è storicamente la scuola del centro storico, dal prestigioso passato e con una gloriosa tradizione. Il lavoro è praticamente raddoppiato, ma sono convinto che ce la faremo anche stavolta.
Oltre ad essere dirigente scolastico ci risulta che è sempre stata persona occupata nel mondo della cultura, dell’associazionismo e del volontariato. Faccia riferimento ad una delle esperienze per lei più significative.
Vorrei
citarne due che hanno contribuito alla mia formazione. La coop.
Solot, storica compagnia teatrale della città, attualmente ancora
molto attiva, che ho presieduto nei lontani anni Novanta del secolo scorso
e grazie alla quale mi sono cimentato con l’esperienza
gestionale-amministrativa della responsabilità del Teatro “San
Nicola” e delle tante stagioni lì organizzate insieme
all’istituzione della scuola di recitazione funzionante ancora
oggi. E poi certamente il volontariato, con l’associazione
“ilsorrisodimario”, che, nata dopo una dolorosa esperienza
familiare, continua ad obbligarci al confronto con la realtà
dell’infanzia sofferente e della necessità assoluta di sostenere
la ricerca nel campo della neuro-oncologia pediatrica. Senza queste
due esperienze, certamente molto differenti tra loro, ma molto
impegnative entrambe, non sarei quello che sono oggi.
Le
scuole che quest’anno dirigerà hanno un’offerta formativa
attenta alla prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo e
alla dispersione scolastica? Accenni a qualche progetto in corso o da
realizzare.
Sia
il bullismo e cyberbullismo, che spesso vanno di pari passo, nonché
la dispersione sono due piaghe purtroppo presenti e diffusi tra i
nostri adolescenti, anche nelle mie scuole. Siamo dovuti intervenire
più di una volta per sanzionare episodi del genere. Ma abbiamo anche
offerto ai nostri alunni la possibilità di comprendere la gravità
di tali comportamenti, anche
grazie alla collaborazione con la Polizia di Stato. L’occasione
fornita dal PNRR ci pone nella condizione di poter costruire azioni
educative e formative che vadano nella direzione della riduzione di
tali comportamenti grazie a metodologie di mentoring, coaching e
counseling utilizzate in attività che partiranno a breve nei nostri
istituti in collaborazione con enti ed associazioni del terzo settore
già all’uopo selezionate. Si tratta di progetti biennali che
daranno sicuramente i loro frutti.
Ma
è vero che Lei una volta ha studiato recitazione proprio qui a
Benevento?
Verissimo, al Laboratorio teatrale “Maloeis” della coop. Artisti Riuniti Sanniti. Erano gli anni Ottanta ed io facevo parte di un agguerrito manipolo di giovani beneventani, alcuni ancora adolescenti, pionieri del settore. Sono stati tre anni intensi di formazione con maestri di recitazione che venivano da Roma, ma anche di tanto divertimento. E’ stata un’esperienza esaltante.
Quanto
di quella esperienza artistica le è servito poi nello svolgimento
della sua professione?
Quella
esperienza mi è servita soprattutto ad acquisire maggiore autostima
e fiducia in me stesso. Non è semplice esibirsi di fronte a tanta
gente che ti osserva, per cui ho imparato ad essere più disinibito in
pubblico e ancora oggi, quando devo parlare ad una platea - cosa che
a noi dirigenti scolastici capita spesso mi sembra proprio di salire
su un palcoscenico e di interpretare un ruolo.
Benevento
è una città meravigliosa ma noi giovani purtroppo andiamo quasi
tutti via. Pensa che ci potrà mai essere un’inversione di tendenza
a questo ormai quasi inesorabile esodo?
Eh, bella domanda! Assistiamo, ormai da anni, ad un’emorragia delle migliori intelligenze giovanili che vanno a studiare in altre università e che, poi, fanno fatica a rientrare, anche perché, diciamocelo francamente, nelle nostre zone mancano occasioni di lavoro altamente specializzato all’altezza della formazione ricevuta altrove. Purtroppo, non sono ottimista rispetto a questo fenomeno che, però, non riguarda solo il Sannio, ma credo tutte le piccole-medie realtà del Mezzogiorno.
Se dovesse coniare un motto per le nuove generazioni in forma di hashtag quale suggerirebbe?
#nonmollaremai
GIUSEPPE NICCOLO’ IMPERLINO