Sindaco azzoppato Società
Il sindaco Fausto Pepe non dà l'idea di essere un improvvisatore. La visita al collega di Campobasso per imbastire il progetto di una autostrada rientra, evidentemente, in un programma di allargamento di orizzonti non propriamente legati alla attuale funzione amministrativa. Che, come si sa, non prevede possibilità di continuazione. Il nostro sindaco si sta facendo il secondo mandato e non crediamo che voglia fare come un qualunque sindaco di paese che, per non morire, si abbassa a fare il consigliere semplice, ponendo un fedelissimo alla guida del comune.
Con il collega di Torre Annunziata si è messo a disposizione per prestare il campo di calcio. Entrato in confidenza, una volta scongiurata la necessità del Savoia di venire a giocare al “Vigorito”, si è parlato di rafforzare i legami, vantando ognuno un lasciapassare dell'Unesco.
Si tratta di (grandi) manovre in vista delle prossime scadenze. L'anno prossimo si vota per la elezione del nuovo consiglio regionale. E mentre per la candidatura alla presidenza si accettano scommesse sul nome di Umberto Del Basso De Caro (i piddini napoletani potrebbero riversare i loro suffragi sull'uomo delle aree interne pur di sbarrare la strada al salernitano De Luca), un piccolo inconveniente si è frapposto alla “naturale” candidatura di un autorevole sindaco per un posto (sicuro) di consigliere regionale.
Si tratta di un rinvio a giudizio. Il processo si avvierà il 24 novembre ed è difficile ipotizzare uno svolgimento celere, considerati la complessità delle vicende da esaminare e il numero degli indagati. Fausto Pepe ha fatto giusto in tempo, il 2 di luglio, ad accendere un cero alla Madonna delle Grazie e ha ricevuto (come si diceva una volta) la visita dell'usciere.
Giustamente è stato detto (a cominciare dal patron Del Basso De Caro: a proposito ma lui, sottosegretario alle infrastrutture, sa niente dell'autostrada Benevento-Campobasso?) che Pepe non è condannato, è innocente fino a che una sentenza definitiva non dica il contrario. Ma i partiti si sono scapicollati a scrivere rigorosissimi decaloghi per quanto riguarda i requisiti dei candidati. E il PD, che ha vissuto nelle incarnazioni precedenti (PCI, PDS, DS) ripetuti orgasmi in tema di legalità, ha approntato nei suoi strumenti regolamentari ferree regole. A questo punto Fausto Pepe può continuare a fare il sindaco, ma ha poche o nulle probabilità di ottenere una candidatura.
In altri tempi si sarebbe detto che è una anomalia. Ma al solo pensarlo si rischia l'impopolarità. Quindi Fausto Pepe è azzoppato. Chi sa se può essere risarcito con qualche prestigiosa nomina di sottogoverno, ma pare che anche in tale viscida materia stanno apprestando le severissime regole del codice Renzi. Fausto Pepe azzoppato e rottamato in un solo colpo?
Il sindaco, al secondo mandato, non può attivare l'arma delle dimissioni. Il “tutti a casa con nuove elezioni” va bene per un sindaco che può ricandidarsi. Non ha senso quando il ricatto è un'arma scarica. E un sindaco al secondo mandato, azzoppato dalla magistratura, rischia di non avere una sufficiente funzione di collante. Quando il gatto dorme i topi ballano.
Tutto ciò ci riporta in casa PD. Che non dovrà soltanto pensare alle candidature del 2015, per confermare - come minimo - la performance del 2010. Cosa, in fondo, non impossibile, stante la sostanziale tenuta prevedibile con la consigliera uscente Abbate e con l'impegno (con o senza la candidatura presidenziale) di Del Basso De Caro.
La missione più impegnativa, per il PD, sta nella necessità di costruire un “progetto per il 2016”, nella preparazione, cioè, della “campagna comunale”. A fronte dello sbandamento del centrodestra, che sembra un malinconico orfanotrofio, non è che il PD dia prova di chi sa quale convincente forza di attrazione.
Centrodestra e Centrosinistra non hanno (neanche in pectore) un nome da proporre come sindaco.
Sembra, ad oggi, improbabile una crisi che conduca alle elezioni comunali nel 2015. Ma c'è da considerare quale grosso regalo per il Movimento 5 Stelle sarebbe un anno e mezzo di inconcludenza. E i grillini si stanno organizzando.
MARIO PEDICINI