Stpo alle chatbot Società
Il governo italiano ha imposto uno stop a Chat GPT, il sistema d’intelligenza artificiale di cui ho già parlato in passato. Per essere precisi, a bloccare in Italia questo chatbot è stato il garante per la privacy, a seguito di una breccia nei sistemi di sicurezza che ha provocato una fuga di dati degli utenti che lo utilizzavano. Fino a quando OpenAI, l’organizzazione senza fini di lucro che ha sviluppato il sistema operativo, non si adeguerà agli standard di sicurezza europei, per gli italiani non sarà più possibile sfruttare le capacità di Chat GPT.
Lo stop segue di poche settimane l’allarme lanciato da Elon Musk, che ha chiesto alle aziende che stanno lavorando a sistemi d’intelligenza artificiale di fermare le loro ricerche per sei mesi. Lo straordinario successo di Chat GPT infatti ha dato il via ad un’autentica corsa agli armamenti nel settore dell’intelligenza artificiale: sono già in procinto d’essere lanciati sul mercato Bard, il chatbot di Google, e Sparrow, la versione cinese di Chat GPT (anche la Cina ha bloccato il chatbot, non per motivi di privacy, ma perché non può tollerare un programma che parla senza freni di argomenti sui quali il governo cinese non consente la libertà d’espressione nemmeno agli esseri umani).
Elon Musk, uno che sul tema dell’intelligenza artificiale può di certo vantare un’esperienza superiore alla media, si è rivolto agli scienziati all’opera su questi sistemi suggerendo loro di prendersi una pausa di riflessione. Il suo timore infatti è che l’umanità si sia avviata su un cammino pericoloso e che l’intelligenza artificiale, se sviluppata in maniera selvaggia e senza freni, possa un giorno surclassare quella umana, con conseguenze che al momento possiamo solo immaginare.
Il magnate sudafricano si è addirittura spinto al punto di specificare l’anno esatto in cui l’intelligenza artificiale sorpasserà quella umana: il 2040. Un orizzonte che non è proprio dietro l’angolo, ma nemmeno così remoto come potremmo ritenere. Cosa accadrà a quel punto, quando i computer, le macchine, saranno diventati più intelligenti di noi umani? Dobbiamo aspettarci scenari da film di fantascienza, in cui l’umanità sarà resa schiava da macchine senzienti?
Per ora fortunatamente non siamo ancora giunti a questo punto, ma Chat GPT sta già rivoluzionando diversi ambiti. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli studenti non hanno più alcuna remora ad usare l’intelligenza artificiale per redigere tesi di laurea, tesine, temi o altri componimenti e per i docenti distinguere un elaborato frutto del chatbot diventa sempre più difficile.
Inoltre, si preannuncia che Chat GPT farà scomparire nel giro di pochi anni diverse professioni, come ad esempio quella dei traduttori. Chi ha mai adoperato Google translate sa benissimo che le traduzioni ottenute usando quest’app non sono mai affidabili, che non è in grado di distinguere le sfumature, di tradurre precisamente le espressioni idiomatiche e che i risultati che vengono fuori spesso hanno un che di fantozziano. Chat GPT è un discorso completamente diverso: entro pochi anni sarà in grado di tradurre qualunque testo con un livello d’affidabilità più che accettabile. Una sorta di traduttore universale a portata di mano per tutti, che renderà lo studio delle lingue straniere superfluo?
Certo, l’intelligenza artificiale non scriverà mai una Divina Commedia o un Signore degli Anelli, ma potrà rubare il lavoro a redattori, addetti stampa, insomma i manovali della scrittura si ritroveranno disoccupati, rimpiazzati da un software che non necessita stipendio e non rivendica diritti. E questo ben prima del 2040.
Non so se Elon Musk ha ragione, ma se gli scenari possibili sono la schiavitù ad opera delle macchine o la disoccupazione intellettuale per colpa delle macchine, mi sa che non c’è proprio da stare allegri.
CARLO DELASSO