Tra vaiolo delle scimmie e West Nile virus: l'estate pazza degli agenti patogeni Società
L’estate pazza degli agenti patogeni nuovi o presunti tali assurti alla gloria della cronaca nostrana. E sono in rapida successione il virus del vaiolo delle scimmie, il West Nile virus e il tanto vituperato ragno violino divenuto il killer di questa torrida stagione con ciliegina sulla torta del vecchio e caro in termini di vite umane Sars-CoV-2 (nome dato al nuovo coronavirus del 2019, mentre Covid-19 è il nome dato alla malattia associata al virus).
L’Mpox, in precedenza denominato monkeypox o vaiolo delle scimmie, è una malattia infettiva zoonotica (malattia trasmessa dagli animali all’uomo) causata dal virus monkeypox (Mpxv) e identificata per la prima volta nell’uomo nel 1970 nei villaggi rurali delle zone delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale, quando invece il vaiolo (in inglese smallpox) era nelle fasi finali dell’eradicazione. Dal 28 novembre 2022 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deciso l’utilizzo del nome Mpox per questa malattia, sostituendo il precedente nome monkeypox, raccomandandone tale variazione per contribuire a ridurre lo stigma e altre preoccupazioni associate alla terminologia precedente.
Diverse specie animali sono state indicate come suscettibili all’Mpxv, diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, in particolare in Africa. L’Mpox è endemico in Africa centrale e occidentale e la trasmissione avviene in prevalenza da animale a uomo. Fino al 2022, i rari casi che venivano segnalati in Paesi non endemici erano di solito di importazione, mentre la trasmissione interumana ricopriva una percentuale limitata di casi. La malattia colpisce tutte le fasce di età. Nel 2022 al di fuori della regione africana s’è avuta una vasta epidemia che ha interessato diversi Paesi in cui il virus si è diffuso rapidamente soprattutto attraverso il contatto sessuale. Dalla fine del 2023 è in corso nella Repubblica democratica del Congo un’importante epidemia di Mpox. Il 14 agosto 2024 l’Oms ha di nuovo dichiarato l’Mpox “Emergenza di salute pubblica internazionale”.
Il primo caso di Mpox in Europa è stato segnalato dalla Svezia il 15 agosto 2024. In tutto questo c’è da mettere in evidenza una buona notizia ignota ai più. Per quanto riguarda le persone precedentemente vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione che in Italia è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981), studi in vitro hanno dimostrato l’efficacia neutralizzante contro il virus monkeypox (Mpxv) di anticorpi presenti in persone vaccinate contro il vaiolo umano anche a più di 45 anni dalla vaccinazione, e alcuni studi osservazionali hanno dimostrato che la vaccinazione può raggiungere fino all’85 per cento di efficacia nella prevenzione dell’Mpox. Pertanto queste persone possono presentare una malattia più lieve se infettate con il virus monkeypox (Mpxv) rispetto a quelle non vaccinate (Fonte: Istituto superiore di sanità).
Oggi è disponibile il vaccino Mva-Bn (Modified Vaccinia Ankara-Bavarian Nordic), un vaccino di terza generazione contro il vaiolo, basato su un virus vivo attenuato (ceppo di Ankara), non replicante modificato, fornito da Bavarian Nordic.
Il virus West Nile fu isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile, da cui prende il nome. Diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Uccelli selvatici e le zanzare (più di frequente del tipo Culex) sono i serbatoi del virus. Il mezzo di trasmissione all’uomo del virus avviene principalmente attraverso le punture delle zanzare e, in modo molto più raro, trasfusioni di sangue, trapianti di organi, passaggio madre-feto in gravidanza. Non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma anche in alcuni casi cani, gatti, conigli e altri. Il periodo di incubazione da quando si è punti dalla zanzara varia da 2 a 14 giorni, ma anche di 21 giorni con chi ha deficit del sistema immunitario.
La maggior parte delle persone non ha sintomi, solo il 20 per cento dei sintomatici ha febbre, nausea, mal di testa, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1 per cento delle persone infette (1 su 150) e solo in 1 caso su mille provocare un’encefalite letale. Non esiste un vaccino per la febbre West Nile e per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel contenere l’esposizione alle punture di zanzare. Non esiste una terapia specifica per tale patologia e nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita (Fonte: Istituto superiore di sanità).
Il ragno violino (nome scientifico Loxosceles rufescens) è divenuto il terrore delle nostre notti contribuendo a infoltire le schiere dei soggetti affetti da aracnofobia. Fin troppo spesso la cattiva fama del “ragno violino” torna alla ribalta scatenando improvvisi quanto immotivati allarmismi. È un ragno dell’area mediterranea solo parente dei famigerati e pericolosi ragni americani. Nove millimetri di corpo e 4-5 centimetri con le zampe, di colore marrone chiaro, con addome uniforme e una macchia sul prosoma che può ricordare vagamente la forma di un violino, da cui il nome. Si nasconde in anfratti angusti e piccole fessure, non costruisce ragnatele vistose ma si limita a tessere fili disordinati nei posti che usa come nascondiglio.
In Italia è normalmente presente da sempre e non è, come vogliono far credere, una specie alloctona (introdotta o trasportata da fuori): la sua presenza nel Paese non è in espansione e risulta documentata da un secolo. Nella maggior parte dei casi il morso a livello cutaneo si limita a un arrossamento, al più una piccola lesione che tarda a rimarginarsi. Di rado la lesione necrotica può assumere fattezze importanti tali da far ricorrere a cure specifiche al fine di scongiurare infezioni successive. Nel nostro Paese i casi di morsi accertati sono poche unità all’anno e i casi gravi sono davvero rari. Di sicuro è un ragno a cui prestare attenzione, ma il suo impatto sulla salute pubblica è sostanzialmente insignificante. Ben altri sono i motivi di preoccupazione.
Dagli Usa giunge notizia di un primo caso di aviaria senza contatto con gli animali. A validarlo il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) statunitense. «Il virus si sta avvicinando in modo progressivo all’uomo, molto più di quanto si possa pensare, non è una bella notizia – secondo quanto dichiara l’infettivologo Matteo Bassetti all’Adnkronos – e aspettavamo solo il quando l’influenza aviaria si sarebbe trasmessa da uomo a uomo. Ora aspettiamo altre certezze dagli Usa su questa vicenda, ma prima o poi l’influenza aviaria sarà un problema globale e andrà affrontata».
Sul versante Covid intanto il virus continua la sua marcia di adattamento all’uomo e che muti è un buon segno. La campagna vaccinale per gli anziani e i soggetti fragili è partita dal 2 settembre e il consiglio degli esperti è sempre lo stesso: porre la massima attenzione in periodi di recrudescenza dei contagi adottando le note misure igieniche e indossando la mascherina nei luoghi affollati in modo particolare se chiusi.
GIANCARLO SCARAMUZZO
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