Tutta la vita è un sogno Società
“Dove andranno a finire i palloncini quando sfuggono di mano ai bambini? Vanno a spasso per l’azzurrità. E di vedetta pronto c’è quell’angioletto che raccatta i palloncini.
Anche i nostri desideri clandestini sono in fondo solamente palloncini” (Renato Rascel).
E i sogni? Sì. Ci sono quelli che si fanno da svegli, ad occhi aperti, che a volte si realizzano ma altre volte vengono strappati via da una folata di vento, come gli aquiloni. Ma desidero porre l’attenzione sui sogni fatti mentre si dorme.
Il sogno, definito anche come “pensiero notturno”, è una materia della mente umana sconosciuta.
Freud sostiene che il sogno sia “lettera inviata a noi stessi”. E’ un’esplosione di vago e universale che accade nel nostro cervello. Spesso al risveglio ricordiamo perfettamente il sogno che abbiamo vissuto come un mondo parallelo. E lascia sensazioni molteplici. A volte ci trasmette buon umore a volte ci disturba e ci comunica tristezza, paura, angoscia.
Ma tutti i nostri sogni “nell’alba svaniscon perché quando tramonta la luna li porta con sé” (Domenico Modugno - Nel blu dipinto di blu).
Sì, immagino che salgano nell’ “azzurrità” come i palloncini o, forse, come tante lanterne cinesi che illuminano il chiarore dell’alba e raggiungono un mondo parallelo, dove ci sono gli angioletti pronti ad accoglierli.
Oppure, come recita Salvatore Di Giacomo in “Lassamme fa’ a Dio”: ‘O Padre Eterno fece segno c’’a mano. E nu lenzulo scendette sulla Terra lentamente, lo stendessero a terra nu centenaro d’angele, nce ammuntunaino, dinto, ‘e puverielle, e s’’e purtaino n’cielo”.
Ecco, immagino che in questa “mappata, ca pe ll’aria viaggiava ncopp’’o viento”, ci siano i nostri sogni. Quelli belli e quelli brutti. Per noi restano solo sogni, impalpabili. Ma continuano, invece, a vivere. Non più nel nostro cervello ma altrove. Quelli di tutti i mortali. Ma forse, come scrive Calderòn De la Barca, tutta “la vita é sogno”.
ELISA FIENGO