Un incontro inatteso con il pellegrino Stefano Greppi Società

Ế il 29 luglio, sono le 10.30, prima di giungere in Piazza Garibaldi, scorgo un ragazzo con lo zaino sulle spalle, accompagnato da una bella ragazza. Intuisco che si tratti probabilmente di un pellegrino sulla Via Francigena, altri tre sono transitati precedentemente nel borgo antico di Foglianise.

Mi fermo per chiedere informazioni, realmente è un pellegrino, che cordialmente conversa per alcuni minuti, ci scambiamo i cellulari, per ragguagliarmi delle soste e del percorso attraversato. Si sta recando a Benevento e nel tracciato del gps, indica Via Palazzo, Piazza Garibaldi.

Stefano e la ragazza salutano e riprendono il cammino, raggiungono Via San Marco, per proseguire per la città capoluogo. Nel salutarci, abbiamo convenuto che appena sarebbe arrivato alla meta, vale a dire a Santa Maria di Leuca, mi avrebbe dettagliato del pellegrinaggio con immagini significative, informazioni e riflessioni conclusive.

Stefano ha percorso 1800 Km., sulla Via Francigena italiana, partendo dal confine svizzero sul Gran San Bernardo, per giungere fino al faro di Santa Maria di Leuca, in Puglia, attraversando la Val d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, il Lazio, la Campania e la Puglia.

Egli evidenzia: “La Via Francigena ti permette di stare a contatto con la natura e in Italia abbiamo dei luoghi naturali unici al mondo, ma è soprattutto un percorso storico che ti permette di riesumare e rivivere le vicende del passato. Si passa da i Rus e i castelli in Val d’Aosta, alle risaie della pianura padana, chiese, città storiche, si attraversa il Po, si passa per le colline e montagne emiliane, in Toscana ci si ritrova nel medioevo. I resti romani sono ovunque in Italia e quando si giunge nel Lazio, ci si inchina a Roma, città immortale”.

Il viandante di Dio ha calpestato la Via Appia, la Regina Viarum, approdato in Campania, meravigliato dalla viva e rigogliosa natura, dalle accoglienti località di Sessa Aurunca, di Vitulano, di Foglianise, che lo hanno fatto sentire in casa. A proposito di Benevento è stato affascinato dalla sua eleganza, dalla bellezza dell’Arco di Traiano. Il suo itinerario è proseguito verso Buonalbergo, ultima località campana toccata dal pellegrino. La Puglia, infine, è stata l’ultima regione raggiunta, dove ogni tratto percorso pullula di storia.

Stefano rimarca: “Ogni città ha un passato storico da raccontare al pellegrino e la forza di questa regione sono le persone, ho ricevuto tanto aiuto da parte del popolo e associazioni pugliesi, perché nel mese di agosto non trovavo da dormire, si giunge a Santa Maria di Leuca più leggero e con il cuore pieno di emozioni vissute lungo il cammino”.

Il viandante ha evidenziato: “La Via Francigena è uno dei cammini più belli al mondo, se non forse il più bello al mondo, io ho avuto la fortuna di avere del tempo libero e percorrere il tratto italiano in 87 giorni, sono molto felice di aver vissuto questa esperienza e di aver scoperto il pellegrino che c'è in me. Spero e auguro a tutti di vivere un'esperienza del genere, perché è necessaria per la propria vita, non intendo che è da fare per divertimento o piacere, ma proprio è necessaria per la propria crescita interiore, è anche un piacere certo, ma lungo il cammino impari molto, è un corso accelerato alla vita”.

Il suo cammino è terminato in Santa Maria di Leuca, il 21/08/2022. A margine ha dichiarato: “È stata un’esperienza meravigliosa, ogni giorno mettermi in cammino significava rinascere e purificare il mio spirito, ho conosciuto altri pellegrini che sono diventati amici e tutt’ora ci teniamo in contatto e probabilmente alcuni di loro li rivedrò in futuro. Assieme abbiamo condiviso le gioie ma soprattutto i dolori del cammino, la stanchezza, la fatica, quando cammini tanto in pellegrinaggio riscopri una forza dentro di te che ti permette di andare avanti ogni giorno, di non mollare, si va avanti mai indietro, il cammino è interiore, nel proprio spirito”.

Bisogna aggiungere tuttavia una nota tecnica, per segnalare delle criticità ancora evidenti, necessaria per favorire una crescita del cammino, in particolare da Roma al Sud fino a Santa Maria di Leuca. E’ opportuno installare la mancanza di segnaletica in alcuni tratti, altri, invece, risultano pericolosi per la presenza dei cani abbandonati o randagi, al nord della Campania e della Puglia, infine, bisogna costruire ulteriori strutture d’accoglienza in tutto il territorio, al fine di ospitare un flusso crescente di viandanti di Dio, che intraprendono il cammino verso Santa Maria di Leuca, meta intrisa di spiritualità e di ricerca interiore, per ascoltare la voce del Signore, nella stupefacente natura, nel prossimo e nei diversi volti degli uomini incontrati lungo il faticoso cammino.

Mi piace concludere con quanto ha scritto Stefano: “La vita è come lo zaino di un pellegrino, se lo riempi troppo sarà difficile proseguire, se invece, ti alleggerisci sarà più semplice andare avanti”.

NICOLA MASTROCINQUE

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