Un incubo chiamato Uranio Società
“Mi chiamo Luca ho venti anni e sogno di fare il militare fin da bambino. Andrò in Bosnia, in missione per servire la mia Patria, la mia bandiera”.
Parte da qui, dalla storia di Luca Sepe, il caporalmaggiore che contrasse nel 2001 il linfoma di Hodgkin, al rientro dal Kosovo, il focus sull’Uranio impoverito a cura dall’II.SS. Telesi@.
“Uranio impoverito, informazione, misteri d’Italia” questo il tema voluto fortemente dall’Istituto d’Istruzione Superiore di Telese Terme guidato dalla dirigente scolastica Angela Maria Pelosi.
Nel corso del convegno si sono susseguiti interventi di spicco, con esponenti militari, giornalisti e scrittori, nonché avvocati di fama nazionale e internazionale. Si è raccontata la pericolosità dell’uranio impoverito e dell’inquinamento bellico e si è posto l’accento sulla libertà di informazione, considerata fondamentale per scuotere le coscienze e indurre alla riflessione.
Della pericolosità dei proiettili all’uranio impoverito ne ha parlato Domenico Leggiero, responsabile dell’Osservatorio Militare, il Centro studi che portò nel 2000 all’attenzione pubblica le morti sospette di militari a seguito di esposizioni, senza protezione, in territori dove era stato esploso munizionamento ad Uranio impoverito. Resta allora alta la guardia, soprattutto ora, dopo l’annuncio, da parte del Regno Unito dell’invio di armi all’uranio a favore dell’Ucraina perché ai tanti problemi si aggiunge quello che :“I proiettili nel terreno - dice Leggiero - contaminano anche le colture alimentari che una volta consumate dall’uomo, si sedimentano nell’organismo e danno vita prima ad infezioni e poi in tumore”.
Anche Paolo Di Giannantonio, noto giornalista e inviato Rai, ha portato la sua testimonianza. “L’uranio l’ho incontrato più volte nel corso della mia carriera, ma sempre inconsapevolmente. La prima volta, durante la Seconda Guerra del Golfo, poi in Somalia e dopo in Kosovo. Ho sconfitto due tumori causati da questo nemico invisibile e insidioso”.
Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore di Report, è stato uno dei primi ad occuparsi della pericolosità di questo tipo di munizioni. Sul palco del Cinema di Telese Terme ha raccontato dei nostri militari intenti a bonificare quei terreni radioattivi a mani nude, senza alcuna protezione, al contrario degli americani vestiti come astronauti, con tute e caschi protettivi.
A parlare davanti a numerosi studenti anche Maurizio Castagna, scrittore e saggista, autore del libro “Uranio Impoverito. La verità negata”. Il dr. Castagna ha cercato di indagare sulle dinamiche che hanno portato alla sofferenza di tanti militari e alle loro famiglie. Ne ha parlato da un punto di vista storico e asettico, senza porre giudizi, ma con il solo scopo di capire la realtà dei fatti.
In collegamento video anche l’avv. Davide Di Maio, il quale ha raccontato di come i nostri militari ammalati si siano sentiti abbandonanti da quella Patria che con tanto onore avevano servito.
A congratularsi per l’ottima conferenza organizzata anche il vicesindaco di Telese, Vincenzo Fuschini, “senza dubbio un momento importante della crescita dei nostri ragazzi”.
Il convegno è stato curato dagli studenti del Liceo Scientifico Scienze Applicate sotto la guida della dirigente Anna Maria Pelosi e dalla prof.ssa Anna Cinzia Lettieri con le colleghe Luciana Lo Conte e Lucia Santillo. A moderare i lavori sono stati gli studenti Ludovica Russo e Simone Necco.
Ad interpretare testi e musiche: Gaia Lavorgna, Francesco Iannella, arco Candileno e Pasquale Renzi.
SILVIA RAMPONE
Nella foto: da sinistra: Paolo Di Giannantonio, Lucia Santillo, Anna Cinzia Lettieri, Sigfrido Ranucci e la ds Angela Maria Pelosi