Un ricordo di Alighiero Noschese nell'imitazione di Alfredo Covelli Società

In un momento quanto mai difficile e controverso nella storia della politica nazionale, mentre deputati e onorevoli popolano quasi quotidianamente le cronache con le loro ben poco onorevoli gesta, appare particolarmente opportuno ricordare a ottant’anni dalla nascita Alighiero Noschese, grande artista dell’imitazione che per primo ideò e promosse tenacemente la satira televisiva in Italia sbeffeggiando con garbo ministri, sottosegretari, senatori e presidenti della Repubblica, a cominciare da Giovanni Leone, suo professore di Procedura Penale all’università di Napoli ma anche principale sostenitore di quello straordinario e irripetibile talento sin dagli anni d’esordio.

Nato a Napoli il 25 novembre 1932, l’impareggiabile maestro di volti e di voci caratterizzò per quasi vent’anni lo spettacolo satirico italiano calandosi nei panni di quasi milleduecento vip, e non solo politici, ma anche cantanti, giornalisti, attori, registi, ballerini e scienziati, in memorabili gag di storici programmi come Doppia coppia, Ma che sera, Formula due, nonché in una decina di pellicole cinematografiche, alcuni caroselli, molti spettacoli teatrali, e finanche nel doppiaggio e in svariati dischi, fin quando, nella fredda mattina del 3 dicembre 1979, pose fine alla sua vita appena quarantesettenne, sopraffatto dalla depressione e dall’inquietudine di non riuscire più a trovare opportunità di lavoro nel cupo contesto degli anni di piombo dove la sua satira apparve inappropriata risultando addirittura sgradita finanche ai tanti uomini politici che fino a qualche tempo prima - spesso per mere convenienze elettorali - lo avevano implorato di imitarli.

A breve Alighiero Noschese, ad opera di chi scrive, sarà ricordato in una biografia di 400 pagine illustrata con altrettante immagini dei suoi cavalli di battaglia da Orietta Berti a Milva, da Corrado a Mike Bongiorno, da Patty Pravo a Nicola di Bari, da Berliguer ad Andreotti, ma oggi ci piace ricordarlo su queste pagine raccontando la divertente imitazione dell’onorevole Alfredo Covelli (Bonito 1914 – Roma 1998) - irpino di nascita e sannita d’adozione quale docente di latino e greco nel liceo Giannone di Benevento - che egli propose nella trasmissione Formula Due ove era affiancato dall’altrettanto brava e versatile Loretta Goggi la cui madre peraltro, come pochi sanno, è nativa di Circello.

Correva infatti l’anno 1973 quando, truccato alla perfezione dalla fedele truccatrice Ida Montanari, Alighiero apparve sul piccolo schermo impersonando l’onorevole Covelli che, all’epoca dirigente del Msi-Destra Nazionale, durante un discorso immaginario nato dalla sapida ironia di Dino Verde, si rivolgeva ai suoi elettori rassicurandoli circa le accuse di derive neofasciste e dicendo: «Noi non siamo totalitari. Per cui io vi dico: Camerati! Non è vero niente. Anzi, sono sdegnato e grido alalà… alalà… alla larga da simili insinuazioni. La nostra aspirazione è che l’Italia non sia divisa dalle fazioni. Noi della Destra Nazionale auspichiamo di rivedere un’Italia sola, indivisa… nera! L’Italia è dei giovani. Questo è il programma della Destra Nazionale e ciò intendiamo significare in Parlamento quando ci alziamo in piedi gridando “Giovinezza! Giovinezza!».

Poco dopo il Covelli di Noschese, sempre elegantemente seduto al suo tavolo di lavoro, si esibiva nella gag conclusiva con una versione riveduta e corretta del celebre brano Ho comprato la caccavella cantando:

Elettrici, elettori belli

su alleatevi co’Covelli! Sì co’ Covelli!

Salariati, travet e bidelli

alleatevi co’ Covelli! Sì co’ Covelli!

Si lo so non ho più lustro

si lo so non sto più in mostra

ma lo stesso non mi prostro

ci sto bene in fondo a destra.

Tenni in alto tenni a galla

la corona con la stella

ora tengo ‘a caccavella

o povero me! O povero me!

Con questo piccolo ma piacevole ricordo, anche il Sannio intende celebrare con affetto il compleanno dell’inimitabile imitatore, rimpiangendone l’ineguagliato talento e pensando con una punta di malinconia a quei tempi forse problematici ma certamente ancora sereni in cui la politica italiana - pur tra tanti limiti, difficoltà e contraddizioni - conservava ancora intatta almeno la dignità, tanto da poter spensieratamente ridere di se stessa.

Qualche anno prima di togliersi la vita Noschese aveva ottimisticamente dichiarato: «Farò imitazioni fino a ottant’anni perché la materia prima non mi mancherà mai», e sarebbe bello se oggi, spegnendo le 80 candeline, lui fosse ancora tra noi. Perché certamente avrebbe trovato lo spunto per strapparci un sorriso pur dinanzi al baratro ove tanti sprovveduti mestieranti ci hanno malauguratamente condotto.

ANDREA JELARDI

ajelardi@virgilio.it 

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