Una giornata in via Minghetti Società

Sono stata convocata alle ore 12 del 20/03/2021 per sottopormi alla vaccinazione anti-Covid. Puntuale, anzi con mezz’ora di anticipo, mi reco in via Minghetti dove è stato allestito l’ambulatorio, prendo il numero dal dispositivo situato al di fuori e, con mia grande sorpresa, apprendo che mi precedono più di trenta persone. Non è questo che mi indigna, ma, constatare che tutti noi ottantenni (chi in buona salute, chi con gravi problemi) non abbiamo a disposizione una sala ove sostare per aspettare la chiamata del numero (fatta da una infermiera davanti all’ingresso e non sempre recepita dall’interessato).

Dobbiamo rimanere fuori al freddo, visto le attuali temperature, spaesati e alla ricerca di una sedia (ne ho contato quattro) o di un posto al riparo, e nel rispetto (mancato) della distanza di sicurezza. I mass media parlano di eccellenza dei luoghi adibiti alle vaccinazioni, emblema la PRIMULA. A Benevento, città storica con monumenti che tutti ci invidiano, in questa circostanza sono stati calpestati il rispetto e la dignità umana. In via Minghetti non c’è la primula, e non ci sono neanche le margherite prataiole perché calpestate dalla gente in attesa. Quando, dopo due ore circa di attesa, timidamente, tento di contestare l’organizzazione, una “tipa” allo sportello, mi dice che sarei potuta andare alle 07.30 a prendere il numero per evitare la fila!!!!!!

A voi le deduzioni. Io sono troppo arrabbiata.

ALBA IANNARELLA