Un'estate all'insegna di smartphone e IBC (secchiate d'acqua gelate) Società

Quella che volge ormai al termine è stata un’estate piuttosto atipica, in parte per colpa della perdurante crisi economica, ma soprattutto per via del clima bizzarro e decisamente poco estivo dei mesi di luglio ed agosto. È stata un’estate in cui sono stati poco usati gli ombrelloni, le sdraio, gli occhiali da sole e la crema abbronzante, ma in compenso sono stati molto usati gli smartphone e i tablet.

Diamo pure la colpa al maltempo ed alla pioggia, ma probabilmente l’estate 2014 è stata la più social di tutti i tempi. A cominciare dal dilagare dei selfie, che ormai hanno sostituito le classiche foto ricordo di una volta; oggi non va più di moda fotografare un paesaggio, un monumento o una località di villeggiatura, né farsi fotografare in posa con parenti ed amici: il genere di fotografia che domina è l’autoritratto scattato con il proprio cellulare in primo piano, con parte del braccio in bella evidenza e magari con una messa a fuoco tutt’altro che professionale. Il selfie, appunto, che a partire dalle star del cinema e della musica si è diffuso in maniera virale fino ai giovanissimi, tanto che, se ancora esistessero, quest’anno gli album di fotografie ne sarebbero stracolmi.

Altro fenomeno virale dell’estate è stato l’Ice Bucket Challenge (o IBC), ovvero la sfida a secchiate d’acqua gelata: non soddisfatti della temperatura non esattamente estiva, gli utenti dei social network si sono sfidati a vicenda a rovesciarsi in testa secchi colmi d’acqua e ghiaccio in favore della ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica (detta SLA, o ALS in inglese). Anche in questo caso l’idea è partita dalle star di Hollywood, le quali si sono sfidate a vicenda ed hanno escogitato modi a volte originali di versarsi l’acqua gelida addosso. Probabilmente, l’imitare i comportamenti dei divi fa sentire anche noi un po’ delle celebrità.

Insomma, se anni fa il cattivo tempo d’estate costringeva molti a dedicarsi a passatempi quali giochi di società o la lettura, oggi l’attività preferita da chi non può crogiolarsi sotto il sole o fare il bagno in mare è l’utilizzo dello smartphone per tenersi in contatto con i propri amici su Facebook o i
propri follower su Twitter.

Queste attività, a dire il vero, non sono soltanto un modo per impiegare il tempo libero, quanto dei sistemi che impegnano a volte anche più tempo di quanto sarebbe lecito: in alcuni paesi, ad esempio, si è seriamente discusso di posticipare l’orario d’inizio delle lezioni scolastiche poiché gli studenti oramai vanno a dormire sempre più tardi, dopo aver trascorso le ore della serata, fin quasi a mezzanotte o anche oltre, ad aggiornare i propri profili social. Mi domando cosa pensino in proposito quei genitori che, ai loro tempi, venivano mandati a letto subito dopo Carosello.

 Ancora una volta il problema non è tanto la tecnologia, quanto l’uso che se ne fa: gli strumenti moderni di comunicazione, quali appunto gli smartphone, oggigiorno talmente sofisticati da poter sostituire quasi in tutto i personal computer, sono nati per tenersi in contatto ed avvicinare le persone, eppure a guardare un mezzo di trasporto pubblico oppure una spiaggia in cui ognuno è chino sul proprio cellulare e non stacca gli occhi dal display, ignorando totalmente chi è seduto a meno di un metro, viene da chiedersi se i social network ci abbiano resi davvero più sociali o piuttosto degli asociali, il cui prossimo non è costituito, come la parola indica originariamente, dalle persone più vicine, ma da chi è incluso tra i nostri contatti.

Chissà se la fine dell’estate sarà l’occasione buona per riallacciare i rapporti con chi abbiamo perso di vista per tre mesi, o se invece la nostra maggiore preoccupazione per la stagione sarà la messa in commercio del nuovo modello di iPhone.
Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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