Calcio, Serie B: il Benevento perde anche con la Spal e completa il tracollo Sport

L’ultima sfida della regoular season del Benevento ha chiuso un ciclo ed ha dimostrato che, alla fine, in un modo o nell’altro, nel campionato cadetto tutti i conti tornano. Il Benevento, infatti, ha collezionato la quarta sconfitta negli ultimi 5 match, perdendo 1-2 contro una Spal priva di ambizioni, ma parsa nettamente più in palla dei sanniti.

Il disastroso punteggio registrato contro gli estensi ha completato la trasformazione del rush finale giallorosso in un autentico incubo, relegando il Benevento al 7° posto della graduatoria.

Dall’eresia chiamata “promozione diretta” al penultimo posto valido l’accesso ai play-off. Per intenderci: il secondo peggior piazzamento per presentarsi alla lotteria per tentare la promozione in Serie A. Il tutto nell’arco di un mese.

Il Benevento di mister Caserta è andato via via sgretolandosi contro ogni avversario, perdendo pezzi per strada e ritrovandosi, a stagione finita, a rantolare spaventosamente nel buio, alla ricerca di un’identità mai posseduta.

Le riflessioni da compiere, in circostanze come queste, a mente fredda e lucida sono parecchie. Perché la gara con la Spal non è stato altro che l’anello finale di una catena di orrori che il Benevento aveva cominciato da tempo ad inanellare. Il campanello d’allarme che ha incrinato una bella scia di risultati positivi ed allertato i supporter sanniti è meschinamente suonato con la sconfitta di Cosenza. Dopo la cocente delusione per aver sprecato il clamoroso jolly per riportarsi al vertice del campionato cadetto sono riemersi prepotentemente dubbi e difetti che, come démoni, hanno sempre aleggiato attorno all’organico di Caserta. In seguito all’inutile vittoria di Pordenone, infatti, si sono susseguiti il capitombolo casalingo con la Ternana nel momento del bisogno (1-2); la trasferta horror di Monza (3-0) ed il tracollo finale con la Spal (1-2). Un trittico di sconfitte sanguinolento.

Tra gli evidenti problemi da citare non si può che partire dalla totale mancanza di dialogo tra squadra, società e tifosi: un triumvirato da sempre vincente, che negli ultimi anni è venuto progressivamente meno, fino a svanire nel nulla. E ciò non ha fatto altro che aumentare il distacco tra la calda tifoseria beneventana ed il gruppo squadra, che mai in questa stagione hanno concretamente trovato un caloroso punto d’incontro, riaprendo la scottante ferita provocata dalla retrocessione dalla massima serie. Nonostante le dichiarazioni di Caserta - che dopo la sfida con la Spal ha sostenuto che sia “[…] giusto, anche dopo le sconfitte, andare sotto la curva a prendersi i fischi” - è arcinoto che la truppa giallorossa abbia, in realtà, disertato parecchi appuntamenti con i propri tifosi, venendo meno al confronto e voltando le spalle ai propri sostenitori, come in occasione dell’ultima trasferta a Monza.

Dopodiché, non si può non tener conto dei limiti di una direzione tecnica probabilmente non all’altezza di un organico costruito per essere competitivo, che hanno condito un percorso già di per sé inesorabilmente travagliato, fungendo da bastoni tra le ruote della stessa macchina giallorossa: esperienza, coerenza e trasparenza si sono rivelate qualità totalmente sconosciute allo spogliatoio beneventano.

Così, dunque, contro la Spal di mister Venturato il Benevento non ha fatto altro che raccogliere i frutti di quanto seminato, ritrovandosi davanti una classifica crudele, ma che rispecchia sinceramente una tangibile quanto inaspettata debacle finale della compagine campana.

Contro gli estensi, il Benevento è ripartito esattamente col piglio nauseabondo di Monza: gambe tremolanti e squadra prontamente in balia degli avversari già da inizio gara. Gli ospiti - salvi già dallo scorso turno - hanno cominciato ad arrembare, collezionando una sfilza di pali nella prima frazione di gioco. Prima con Finotto; poi con un colpo di testa dello straripante Latte Lath; poi con una rasoiata dal limite di Esposito. La fortuna dei giallorossi, però, è poi giustamente giunta al termine: ad una manciata di secondi dalla fine del primo tempo, Finotto ha portato in vantaggio gli estensi, approfittando di una dormita clamorosa di Foulon per infilare da due passi il cross incontrastato di Esposito.

L’avvio di ripresa ha come al solito illuso i quasi 6 mila supporter giunti al “Vigorito” in cerca di una rivalsa totalmente inesistente. Un’uscita palla al piede disastrosa di Capradossi ha concesso a Tello l’opportunità di rubare la sfera ed imbucare Lapadula; la punta italo-peruviana, dopo un fortunato rimpallo, è riuscita a smarcarsi per calciare in porta e trovare la vana rete del parziale pareggio. Vana, esatto, perchè appena pochi minuti dopo una rapida e geometrica combinazione tra Lath, Pinato e Finotto ha bruciato la retroguardia sannita, liberando lo stesso Finotto alla conclusione ravvicinata: doppietta e 1-2 Spal. L’assedio finale della Strega - accompagnata dal malumore generale dello stadio - si è rivelato inutile: Farias non ha approfittato di un’uscita sciagurata di Thiam; poi Ionita, di testa, ha solo sfiorato il palo. E - dopo l’opportunità per la Spal di calare il tris con Pinato, che ha solo accarezzato il palo - poi è stato il turno di Tello, il quale, all’ultima occasione del match, ha sparato alto di testa da due metri.

Al triplice fischio del direttore di gara Giua, i buu hanno travolto la compagine di casa. Una bordata di fischi, sinonimo di un legame mai saldatosi tra squadra e tifosi, che ha inevitabilmente risentito di un’assenza di stima reciproca e di confronti nel momento del bisogno. Troppe le scuse, così come le parole vuote decantate nelle conferenze post-partita da tecnico e calciatori giunti ai microfoni della stampa per giustificare prestazioni incolori ed assolutamente insufficienti. Il punto su cui riflettere è che, semplicemente, al Benevento sono mancati attributi e carattere nel momento clou della stagione.

L’aspetto negativo, inoltre, è che, guardandosi dietro, alla Strega e ai tifosi del Benevento non resta niente di positivo da ammirare con soddisfazione. Il solco tracciato nel campionato cadetto, rivelatosi ostico ed insidioso, ha presentato più delusioni che gioie, lasciando un amaro in bocca - misto ad insoddisfazione e rabbia - che portano concretamente e razionalmente a pensare che il percorso di mister Caserta a Benevento sia giunto realmente al capolinea. Il bilancio, d’altronde, racconta di 18 vittorie, 9 pareggi ed addirittura 11 sconfitte: il Benevento - miglior attacco della categoria - è la squadra ad aver perso più partite tra quelle approdate ai play-off, nonché la seconda peggior difesa delle prime 8 classificate.

I play-off che si paventano all’orizzonte - per quanto concernano una rinomata e fortuita lotteria - rappresentano un ostacolo apparentemente insormontabile per un organico stanco e sfiduciato come il Benevento, in grado, ormai, di perdere contro qualsivoglia compagine.

Dall’illusione della Serie A al giocarsi lo spareggio preliminare dei play-off da sfavoriti contro l’Ascoli: ecco come la Strega ha dovuto bruscamente fare i conti con la realtà, cadendo dalle nuvole. Già, perché il 7° posto del Benevento comporta uno scontro preliminare secco in terra marchigiana, che si disputerà venerdì 13 maggio alle ore 20:30. Il picchio, infatti, nella cavalcata finale ha approfittato dei tonfi giallorossi per scavalcare proprio la compagine sannita in classifica, piazzandosi al 6° posto. La vincente se la vedrà con il Pisa, finito 3°, in una semifinale composta da andata e ritorno.

L’altro turno preliminare in programma nei play-off vedrà affrontarsi Brescia e Perugia. La vincente affronterà il Monza, che ha concluso al 4° posto.

Promosse in serie A diretta Lecce e Cremonese. Retrocesse in Serie C, invece, Pordenone, Crotone e Alessandria. Cosenza-Vicenza sarà lo spareggio dei play-out.

TABELLINO E PAGELLE

Benevento - SPAL 1-2

Reti: 45’ pt Finotto (S); 2’ st Lapadula (B), 6’ st Finotto (S).

Benevento (4-3-3): Paleari 6; Elia 5 (12’ st Letizia 5,5), Barba 5,5, Pastina 5, Foulon 4 (32’ st Masciangelo 5,5); Petriccione 5 (12’ st Farias 5,5), Viviani 5, Acampora 5,5 (12’ st Ionita 5,5); Insigne 5,5 (32’ st Brignola s.v.), Lapadula 6,5, Tello 5. All.: Caserta 4,5.

SPAL (4-3-1-2): Thiam 5; Dickmann 6,5, Capradossi 5, Vicari 6,5, Celia 6 (24’ st Tripaldelli 6); Pinato 7 (44’ st Crociata s.v.), Esposito 6,5, Mora 6 (31’ st Da Riva 6); Mancosu 6; Latte Lath 7,5 (32’ st Vido s.v.), Finotto 7,5 (24’ st Colombo 6). All.: Venturato 7,5.

Arbitro: Antonio Giua della sezione AIA di Olbia.

Assistenti: Luigi Lanotte della sezione AIA di Barletta e Marco Ceccon della sezione AIA di Lovere.

Quarto uomo: Adolfo Baratta della sezione AIA di Rossano.

VAR: Daniele Minelli della sezione AIA di Varese.

Assistente VAR: Pietro Dei Giudici della sezione AIA di Latina.

Ammoniti: 8’ pt Celia (S); 22’ st Mora (S), 33’ st Capradossi (S)

Angoli: 13-7

Recupero: 1’ + 4’

Spettatori: 5.155 (65 ospiti).

FRANCESCO MARIA SGUERA