Calcio, Serie B: la Strega batte il Pisa 1-0 e si aggiudica la semifinale di andata Sport

Una giocata, un rimpallo. Un pizzico di fortuna sulla fatidica “seconda palla”. Poi il gol, da rapace d’area di rigore, siglato da Lapadula. Nei play-off le minuzie incidono come fossero macigni, dirottando la bilancia in favore dell’una o dell’altra squadra.

Ed è ciò che è accaduto al Benevento, in grado di aggiudicarsi l’atto di andata di questa tesissima semifinale con il Pisa grazie al gol del proprio centravanti. D’altronde, sembrava una sfida destinata a terminare a reti in bianco, atteso il tanto agonismo, ma soprattutto il notevole timore di sbilanciarsi troppo, che ha inevitabilmente frenato entrambe le compagini, pregiudicando la bellezza del match. Prima di tirare i remi in barca, però, la Strega ha piazzato l’affondo decisivo, guadagnandosi un preziosissimo vantaggio in vista della sfida che attenderà la truppa di mister Caserta all’ “Anconetani”.

Davanti un “Vigorito” gremito come non mai in questa stagione - 11 mila spettatori paganti -, dunque, il Benevento è riuscito a mettere al tappeto il Pisa di mister D’Angelo. La gara imbastita dagli ospiti sembrava assolutamente sufficiente per garantire a quest’ultimi un risultato positivo nel delicatissimo scontro d’andata, ma i nerazzurri non avevano fatto i conti con l’imprevedibilità e la caparbietà del Benevento. Il Pisa, schierato in campo con un 4-4-2 di indubbia solidità, ha soppresso con efficienza le fonti di gioco giallorosse, disponendo una prima linea di pressing non particolarmente offensiva, ma tatticamente astuta ed impenetrabile. La Strega, che nella prima frazione di gioco ha provato a bucare gli ospiti con un bolide da fuori di Calò, in avvio, e poi con il gol di testa di Barba (giustamente) annullato per fuorigioco, ha pian piano ceduto alla scaltrezza tattica dei toscani: gioco particolarmente spezzettato; poche occasioni da rete; Benevento frenetico ed impreciso nei ripetitivi lanci lunghi. La partita maschia sembrava aver irrevocabilmente compromesso la fluidità del gioco di entrambe le squadre e, così, tutto sembrava filare liscio per la corazzata di D’Angelo, che ha fatto della rapidità e dell’ordine di dispiegamento in contropiede la propria arma migliore.

Appunto: “sembrava”. Perchè la crudele magia dei play-off è questa: una disattenzione e rischi di compromettere un’intera partita. Di più: un intero campionato. Più che disattenzione della retroguardia pisana, in realtà, all’85’ si è trattato di sfortuna - atteso il rimpallo tra Tello e Beruatto, dopo la scodellata di Masciangelo -, ma anche di cinismo. Perchè la palla è finita, come al solito, nella disponibilità di Lapadula: un tiro, un gol. Il 3° consecutivo, il 13° stagionale.

In tanti si domandano a mo’ di cantilena dove sarebbe oggi il Benevento se l’italo-peruviano non avesse rotto con la società, salvo poi riappacificarsi. Ma il quesito - reso lecito dall’assoluto ed inimitabile peso specifico esercitato dal centravanti con la 9 sulle spalle - non ha mai avuto risposte. Ma una certezza, adesso, c’è: Lapa-gol è tornato ed il Benevento se lo gode.

Mister Caserta, messo in cascina un risultato di vantaggio imprescindibile, avrà ora la necessità impellente di recuperare parecchi effettivi. Acampora, uscito anzitempo acciaccato, è il primo elemento della corposa lista di calciatori giallorossi che dovranno necessariamente tornare arruolabili in vista della sfida di ritorno. A quest’ultimo si aggiunge Farias, attesa un’instabilità di condizione fisica che attanaglia sia Insigne che Improta. Sarebbe importante incrementare il minutaggio di Ionita e di Viviani, nonché disporre - anche solo per uno spezzone - di Forte.

Insomma: vantaggio acquisito, ma c’è ancora da pedalare. Eccome, perchè l’ “Anconetani” di Pisa, al ritorno, sarà una bolgia. I giallorossi - che disputeranno il secondo atto di queste semifinali sabato 21 maggio, alle 18:00 - avranno due risultati su tre. In caso di qualsiasi sconfitta, anche con un solo gol di scarto, al termine dei 90’ si qualificherebbe il Pisa: non vi sarà alcuna disputa di tempi supplementari e calci di rigore. Ma in uno snodo cruciale del genere fare i calcoli sarebbe fuorviante. Del resto, se c’è una convinzione che è emersa dalla sfida del “Vigorito” è che un atteggiamento ultra-attendista, in fin dei conti, in gare così delicate ed importanti non paga mai.

TABELLINO E PAGELLE

BENEVENTO (4-3-3):

Paleari 6: Per una volta, ha poco da parare. Serata piuttosto tranquilla. Blocca una serie di conclusioni insidiose ma centrali; respinge con sicurezza sfere vaganti in uscita.

Letizia 6: Gara ordinata, senza guizzi particolari o sgroppate. Argina le discese di Birindelli con esperienza.

Glik 6.5: Carisma ed esperienza. Qualità fondamentali per traghettare il Benevento in questi play-off. Il Polacco c’è e si fa sentire.

Barba 6.5: Puscas tocca 19 palloni in 73’ ed il merito è in gran parte suo. Pulito ed ordinato.

Masciangelo 6.5: Molto in disordine, ma ha un piede caldo e lo dimostra anche stavolta. Il cross che poi porta - dopo il rimpallo - al gol di Lapadula proviene dal suo mancino. Ormai sta diventando un fattore. (44’st Foulon sv)

Tello 5: Molto più impreciso della gara di Ascoli. Incrementa allo sfinire il numero di palle perse, appesantendole con giocate leziose evitabili e controproducenti. Giornata no.

Calò 5,5: Il pressing alto degli ospiti - studiato a tavolino da D’Angelo - certo non gli agevola la gara. Perdere 17 palloni su 63 tocchi, però - quasi uno ogni 3 - è da cavarsi gli occhi. Specialmente in frangenti in cui ci sarebbe da gestire con lucidità ogni transizione.

Acampora 5,5: Acciacchi vari e minutaggio limitato. Si vede. Va a fasi alterne. Troppo alterne per i suoi standard. Il suo pieno recupero in vista dell’imminente ritorno è una priorità. (19’st Viviani 6: Entra per dare ordine e brio. Ordine c’è; brio sicuramente meno. Tutto sommato incide nelle geometrie giallorosse nel finale di gara).

Insigne 5.5: Appare e scompare. Sembra possa incidere da un momento all’altro, ma poi ciabatta un paio di conclusioni che sarebbero potute essere decisive. Non al meglio. (19’st Elia 5: Entra con tanta voglia di fare, ma non gli riesce praticamente niente. Dirottato sulla fascia opposta, praticamente sparisce nel finale di partita).

Lapadula 7: Parlare solo del gol significherebbe sminuire. Ingaggia continuamente duelli aerei con difensori molto più alti e piazzati di lui. Ne vince praticamente la metà e fa salire la squadra quando può. Poi gli capita una palla sporca in mezzo all’area e lui la trasforma in oro, siglando il 3° gol di fila ed il 13° della sua stagione. Altro? (44’st Moncini sv),

Improta 5: Anche per lui la serata è tutt’altro che brillante. Va a sbattere contro Tourè e Birindelli. Spunti non se ne ricordano; dribbling neanche. Solo un tiro, da buona posizione, nel primo tempo: palla alle stelle. (28’ st Ionita 6: Non era al meglio, ma garantisce grande esperienza e solidità nei 20 minuti finali).

Caserta 6.5: Si aspettava un Pisa diverso, per sua stessa ammissione. Ciò, però, certo non spiega l’imprecisione del suo Benevento, troppo dedito al lancio lungo. Ha il merito di crederci fino alla fine, votando all’attacco i suoi. Alla fine la vince e si assicura un vantaggio fondamentale in vista del ritorno.

PISA (4-3-1-2): Nicolas 6; Birindelli 6.5, Leverbe 5,5, De Vitis 6 (9’st Berra 6), Beruatto 5,5; Touré 6,5 (44’st Siega sv), Nagy 5.5, Marin 6; Sibilli 6,5 (27’st Mastinu 6); Puscas 5 (27’st Torregrossa 5,5), Lucca 6. Allenatore: DAngelo 5.5.

ARBITRO: Prontera di Bologna.

RETE: 40’st Lapadula.

NOTE: 10.338 spettatori di casa (ospiti: 641).

Ammoniti: Lucca, Glik, Nagy, Elia, Torregrossa.

Angoli: 3-3.

Recupero: 2’ + 8’.

LE PAROLE DI MISTER CASERTA

Abbiamo avuto voglia di lottare: palla su palla. Volevamo vincere ad ogni costo. I ragazzi hanno fatto una gara davvero importante contro una squadra forte. Abbiamo creato tanto e sono contento che alla fine abbiamo ottenuto il gol vittoria”.

Sulla partita chiusa disputata da entrambe le compagini: “Mi aspettavo questo tipo di partita - ha confermato il mister -. La posta in palio è talmente alta che subentra la paura di perdere, quindi è normale un atteggiamento guardingo che compromette la fluidità di gioco. Mi aspettavo una partita maschia, dove lottare sulle seconde palle e provare ad incidere sui calci piazzati. Ma sono contento di come sia andata”.

Imminenti recuperi: “Valuteremo nei prossimi giorni. Moncini veniva da una condizione fisica non ottimale e già è tanto che abbia giocato nel finale di gara. Ci potrà dare una mano, in prospettiva, in visto della gara di Pisa. Forte è più difficile che possa recuperare per il ritorno, mentre Farias e Sau potrebbero già essere arruolabili”.

Sui singoli: “Elia? Quando subentri non è mai facile. Il ragazzo può fare sicuramente di più. Nel primo tempo, invece, avevo chiesto di spingere di più sul lato di Masciangelo perchè mi aspettavo un assetto tattico diverso da parte degli ospiti che invece è stato disatteso, così ho pensato che premendo su quella fascia avremmo potuto creare più occasioni. I ragazzi hanno saputo interpretare comunque bene la partita: potevamo creare di più, sicuramente; ma nel complesso sono soddisfatto.” Poi ancora: “Mi aspettavo un 4-3-1-2 del Pisa - ha ammesso Caserta -. Invece è stato un sorprendente 4-4-2. Ma abbiamo preso presto le contromisure”.

Un commento sul pubblico: “È stato bello. Ho rivissuto quello che ricordavo: uno stadio così bello, pieno. Tutto lo stadio ha incitato la squadra ed è stato un bell’effetto, nonché un valore positivo. Se fosse stato così per tutto il campionato sono sicuro che la squadra avrebbe guadagnato qualche punto in più. Si incute un timore diverso negli avversari. E per noi c’è una carica emotiva in più”.

Il Benevento, ora, ha due risultati su tre nella gara di ritorno: “Se iniziamo a pensare che al ritorno questo risultato di oggi possa cambiare qualcosa commettiamo un grande errore. Perchè cominceremmo a difenderci, a pensare troppo, sbagliando. Prepareremo la partita partendo da 0-0, senza pensare a questo vantaggio. Giocheremo contro una squadra che sappiamo essere forte e chiederò subito ai ragazzi di non pensare più a questo punteggio. Mi aspetto un Pisa cattivo, voglioso, che farà una battaglia per passare il turno ad ogni costo. Ma noi faremo lo stesso”.

Sullo stile di gioco: “Non l’avevamo preparata così. Volevamo giocare palla a terra, ma il pressing alto degli avversari ci ha indotto più volte al lancio lungo”.

La spensieratezza e l’esperienza di alcuni elementi: “Glik e Masciangelo? Hanno vissuto anche loro le emozioni della squadra nel finale di campionato, vivendo appieno lo spogliatoio. Glik, poi, è un calciatore mondiale, che ha esperienza e personalità al punto da aiutare tutti i suoi compagni”.

Accetto sempre le critiche - ha sostenuto Caserta -. Spesso le ritengo ingiuste, ma faccio l’allenatore: accetto con serenità critiche e complimenti. Capisco i momenti. Nel calcio è così. Ma preferisco sempre prendere io dei fischi piuttosto che lasciarli ai miei calciatori. Sassolini nelle scarpe non ne ho”.

FRANCESCO MARIA SGUERA

Foto: LaPresse