Calcio, Serie B: la Strega cala il poker a Lignano e centra il riscatto stendendo 4-1 il Pordenone Sport

La rincorsa al vertice del Benevento è tutt’altro che conclusa. I giallorossi, d’altro canto, grazie al poker in Friuli hanno diffuso un messaggio piuttosto chiaro: venderanno cara la pelle a tutte le contendenti per la promozione diretta. Fino alla fine. La truppa di Caserta, infatti, ha celermente accantonato l’immeritato - quanto pesante - stop di Cosenza, re-ingranando la marcia giusta per assaltare i primi posti della graduatoria. L’allarmismo becero che ha attanagliato la preparazione della gara col Pordenone è stato immediatamente riposto nel dimenticatoio, riportando tutti sul pianta terra. La Strega è questa: una squadra ricca di difetti, inesperienza e cali d’intensità improvvisi, ma altresì un organico tremendamente forte che, se in giornata e con spazi aperti, non lascia scampo agli avversari.

Volti nuovi, quelli sciorinati dall’undici titolare dei campani nel match di Lignano: dentro dal 1’ Pastina, Foulon, Petriccione e Moncini, oltre alle conferme di Viviani e Farias. La Strega, infatti, doveva sopperire alle assenze di Glik, Vogliacco, Insigne e Lapadula. Il risultato, pur modificando gli addendi, non è cambiato: la compagine sannita - colma di nuovi interpreti rispetto a Cosenza - ha esibito una manifesta superiorità sin dai primi minuti, schiantando il Pordenone di mister Tedino sin dallo start. Basti pensare che, dopo neanche 60 secondi, Moncini aveva già indirizzato la sfida in favore dei giallorossi, insaccando di testa l’assist di Farias, disegnato dopo un grande spunto sulla sinistra. Con il match sùbito in discesa, la Strega ha potuto sfoggiare tutto il proprio arsenale: difensivo ed offensivo.

A cominciare dal solito Paleari, prontissimo a saldare il vantaggio dei suoi opponendosi a Butic appena un minuto dopo la rete giallorossa. Dopodiché, il Benevento ha cominciato ad imbastire un vero e proprio assedio, denotando una parvenza di calcio spettacolo. A far proseguire il valzer di gol è stato ancora Moncini che - dopo aver clamorosamente fallito il raddoppio da due passi su cross di Letizia - al 17’, ha concretizzato l’imbucata centrale di Acampora grazie ad un controllo orientato degno di Dennis Bergkamp: con lo stop è riuscito a smarcarsi per battere direttamente a rete e sigillare il raddoppio del Benevento.

Nell’immediato, la Strega, piuttosto che tirare i remi in barca, ha provato a battere il ferro finché caldo, presentandosi reiteratamente nell’area di rigore avversaria. Difatti, è toccato a Tello a flirtare con il tris: prima con un destro piazzato respinto da Bindi, poi con un’azione in solitaria conclusasi con un mancino che ha sfiorato il palo del portiere.

Nella ripresa, la sostanza non è cambiata. Il Benevento ha continuato a straripare come un fiume in piena, bucando i padroni di casa ad ogni affondo. Dopo venti minuti di secondo tempo, infatti, Farias ha raccolto l’invito di Tello per coordinare un meraviglioso destro a giro che ha fulminato Bindi. Gol strepitoso - primo, ma non ultimo di giornata, in maglia Benevento - che non ha fatto altro che accrescere i rimpianti per l’occasione decisiva sciupata a Cosenza. A fugare ogni dubbio circa un’evidente crescita psico-fisica del brasiliano, poi, è stata la sua doppietta personale, valsa il 4-0 della Strega: palla riconquistata da Tello, assist del subentrato Forte e destro all’angolo di Farias. Il Pordenone si è sgretolato al cospetto di un Benevento arrembante ed in fiducia. Solamente il gol di Gavazzi, timbrato nel finale, su assist di Cambiaghi, è riuscito a strozzare in gola a Paleari l’urlo di gioia relativo alla clean-sheet.

Nonostante tutto, dunque, il Benevento ha riassaporato l’emozione dei 3 punti in trasferta. Grazie al risultato finale di 1-4, la Strega ha centrato la quarta vittoria negli ultimi cinque match. Al di là del punteggio, la squadra di Caserta si è dimostrata assolutamente in grado di sopperire a difficoltà psicologiche e numeriche - basti badare alle numerose defezioni -, reagendo con una poderosa e prepotente spallata allo scossone subìto nel turno infrasettimanale col Cosenza, che aveva ingiustamente destabilizzato l’ambiente. La squadra c’è, la classifica pure: il Benevento è ancorato al 4° posto della graduatoria a quota 63 punti, a -2 dalla promozione diretta (Lecce). Quello della Strega è stato, è e sarà un percorso tortuoso. Anzi, tortuosissimo. Ma solo chi la dura la vince. E mai senza soffrire.

Una cosa, d’altronde già da tempo, è chiara a tutti: questi ragazzi non hanno alcuna intenzione di mollare.

TABELLINO E PAGELLE:

Pordenone (4-3-3): Bindi 5,5; El Kaouakibi 5 (11’st Deli 5,5), Barison 4,5 (23’st Bassoli 5,5), Dalle Mura 5,5, Perri 5,5; Zammarini 5, Pasa 5 (17’st Gavazzi 6,5), Lovisa 5; Cambiaghi 6,5, Butic 5,5, Candellone 5 (17’st Okoro 5,5). All.: Tedino 4,5

Benevento (4-3-3):

Paleari: 6,5 - Bravissimo a saldare il vantaggio della Strega al 2’ su Butic. Poco impegnato per il resto; in leggero ritardo nel tuffo sul gol di Gavazzi.

Letizia: 6,5 - Ancora una prova positiva, che denota una tenuta fisica invidiabile. Solo la sfortuna - e forse la mancanza di cinismo dei compagni - gli impedisce di confezionare l’ennesimo assist del suo campionato.

Barba: 6 - Praticamente mai impegnato, si trova però parzialmente in difficoltà a scalare da destra verso sinistra su Butic, nella prima frazione di gioco, e su Cambiaghi, nell’occasione dell’assist che ha portato all’1-4 dei padroni di casa.

Pastina: 6,5 - Era l’occasione giusta di non far rimpiangere Vogliacco. E ci è riuscito, complice anche un match non difficile da gestire. Tiene alta la linea difensiva con personalità. Ha un margine di crescita imponente.

Foulon: 6,5 - La sua titolarità garantisce parecchio ordine, disponendo Letizia sul versante opposto. Finalmente schierato in campo con due terzini di ruolo, infatti, il Benevento ha giovato delle sgaloppate del belga sull’out di sinistra: una spina nel fianco per El Kaouakibi. Spesso al cross con personalità; perfino al tiro pericoloso verso lo specchio avversario. Bene così.

Petriccione: 6 - Oggetto di tante polemiche dopo l’infrasettimanale di Cosenza - e non solo -, finalmente ritrova il campo dal 1’. Forse il più opaco nel centrocampo stellare giallorosso, ma si diversifica per caratteristiche rispetto ai suoi compagni: una pedina utile su cui Caserta può scommettere. (12’st Elia: 6),

Viviani: 6 - Le occasioni per brillare sono meno rispetto a quelle di Cosenza, ma il classe 2000 è abile nel garantire ritmo e gestione della manovra con grande ordine. (23’st Calò: 6 - Entra a risultato già acquisito con i compiti di palleggiatore. Piuttosto semplice, a vedersi. Esce, però, in ritardo sulla conclusione di Gavazzi, senza ostruirla. Un peccato).

Acampora: 7 - La sensazione è che dai suoi piedi possa nascere sempre qualcosa di pericoloso. Ama inserirsi da mezz’ala, ma conferma che è abilissimo ad entrare in mezzo al campo con strappi di qualità. Ed è da quest’ultimi che nasce l’assist per il secondo gol di Moncini. Imprescindibile. (28’st Talia: 6);

Tello: 7,5 - Questo Benevento non può fare a meno della sua classe. Non sarà tatticamente ordinatissimo, ma sa incidere con una qualità spaventosa. Si inserisce alla grande, crea gioco, calcia in modo pericoloso. Confeziona l’assist per il gol di Farias; ruba con voracità la palla che poi conduce al poker dello stesso brasiliano. Un totem.

Moncini: 7,5 - Un gol da rapinatore, un altro con un controllo alla Bergkamp. In mezzo un paio di errori sotto porta. Ma con questa voglia di fare gli si perdonerebbe qualsiasi cosa. Ha un atteggiamento da invidiare. (23’st Forte: 6,5 - Entra ed è subito decisivo. Abile e scaltro nello scaricare il pallone del poker a Farias. Un assist prezioso).

Farias: 8 - Diamo ben volentieri a Cesare quel ch’è di Cesare. Staremo pensando tutti la stessa cosa: “Ma se solo avesse tirato allo stesso modo a Cosenza”. È vero, c’è poco da dire. Ma il brasiliano denota una crescita fisica e tattica spaventosa. Chissà che non possa davvero rivelarsi, a sorpresa, una pedina decisiva per questo delicato finale. (28’st Brignola: 6 - Entra con un piglio propositivo. Meno apprezzabile la lucidità nei metri finali. Conferma, tuttavia, che è un elemento affidabile con cui provare a cambiare i ritmi di gioco nei finali di gara).

All.: Caserta: 7 - Gara piuttosto semplice, preparata tatticamente in modo intelligente. Bravo nel gestire le fatiche del suo undici titolare ipotetico: Ionita e Improta avevano bisogno di rifiatare. Intelligente nei cambi: giusto dar fiducia a Talia e Brignola. Chissà perchè non rientri più nei suoi schemi Sau, ormai divenuto elemento enigmatico della rosa sannita.

Arbitro: Camplone di Pescara.

Assistenti: Paganessi e Miele.

IV ufficiale: Delrio. Var e Avar: Minelli e Marchi

Marcatori: 2’pt e 18pt Moncini, 22st e 27st Farias, 41st Cambiaghi

Ammoniti: Pasa, Candellone, Okoro (P); Elia (B).

Angoli: 1-3

Recupero: 0’ + 0’

FRANCESCO MARIA SGUERA

Foto di Arturo Russo per Realtà Sannita © 

Altre immagini