Calcio, Serie B: le fere rimontano al ''Vigorito'' e condannano la Strega. Finisce 2-3 per la Ternana Sport
Il tempo per esporre gli alibi è finito. Ammesso che sia mai esistito. I fantasmi in casa Benevento, d’altronde, continuano inesorabilmente ad affiorare e a terrorizzare spogliatoio e piazza, incalzando una classifica da horror.
La piazza necessita di chiarezza e stabilità, perché il rettangolo verde prosegue imperterrito nella distribuzione di amarezze. Basta sorrisi, basta chiacchiere in conferenza stampa e nelle interviste: è ora di lasciarle al vento. A parlare devono essere i fatti. E la società - di certo non esente da colpe - ha l’onere di raccogliere le proprie responsabilità con trasparenza, nel rispetto dell’impegno, dei sacrifici, dell’appartenenza e del sostegno ad oltranza manifestato dalla piazza sannita nonostante le impavide delusioni.
D’altro canto, se dal vertice trapelavano già da inizio stagione idee relative ad un ridimensionamento dei costi e degli ingaggi, ad un ringiovanimento della rosa e, pertanto, ad un rimaneggiamento piuttosto netto di quelli che potevano essere gli obiettivi reali della squadra, abbassando con freddezza l’asticella, stavolta la Strega è riuscita a combinarla davvero grossa, giocando col cuore dei propri supporter. Perchè se la compagine giallorossa aveva abituato i propri sostenitori a gare di bassa intensità e di livello agonistico insufficiente, il match odierno con la Ternana ha sciorinato il più perfido dei sentimenti: l’illusione.
Basti pensare, infatti, che ci si ritrova a parlare dell’ennesima, cocente sconfitta dei giallorossi - la numero 4 in 9 turni - nonostante i primi 45’ di gioco siano stati per distacco i migliori dell’anno. Tutto ciò ha del mistico. La truppa di Cannavaro aveva accettato di buon grado la condizione di giocare vìs-a-vìs imposta dalla spavalda Ternana di Lucarelli: azione da una parte e dall’altra; ritmo alto, tanta gagliardia.
Errore clamoroso di La Gumina a tu-per-tu con Iannarilli dopo appena 6’. Poi, paratona di Paleari su Partipilo al quarto d’ora, la quale ha graziato un tremendo svarione difensivo, seguita da una nuova respinta dell’estremo difensore sul colpo di testa ravvicinato di Donnarumma. Così, una manciata di secondi più tardi, si è giunti al gol della Strega: Ciano per Tello, bolide dai 25 metri e palla in rete dopo la fortunosa carambola tra palo e Iannarilli, che ha sancito l’1-0 giallorosso.
L’illusione numero 1 ha conosciuto la gemella appena 20’ più tardi: uscita fuori tempo di Iannarilli su La Gumina: giallo e rigore confermato dal Var. Dagli 11 metri, questa volta, lo stesso La Gumina ha fatto centro. Il Benevento ha poi sfiorato addirittura il tris con una rasoiata di Karic, parata dal portiere umbro in spaccata.
Fine del 1° tempo. O forse dovremmo dire: fine del match della Strega. Ma non per la Ternana.
Le fere, nella ripresa, hanno cominciato ben presto ad impazzare, intrepide di ribaltare il punteggio. Appena 3’ sono stati sufficienti a terrorizzare il Benevento: il gol di Palumbo è stato annullato poiché la sfera, sul cross di Donnarumma, aveva varcato la linea di fondo. Primo avviso. Non recapitato, evidentemente. Al 12’, infatti, Sorensen ha sfruttato l’incertezza in uscita di Paleari, insaccando di testa da pochi passi.
Da lì, il buio. Al campanello di casa Benevento hanno bussato incessantemente i fantasmi del passato. La paura di vincere, il terrore di rischiare la giocata, la non completa preparazione fisica si sono sciorinati fattori determinanti per indirizzare la ripresa.
Al quarto d’ora dalla fine, Pettinari è riuscito a sfondare la difesa campana: sulla sponda di Donnarumma si è liberato per calciare ed ha infilato con un bel missile Paleari. 2-2.
I disastri, però, la Strega è abituata a confezionarli per bene. Senza vie di mezzo. E così, neanche 10’ dopo, Di Tacchio ha completato la remuntada della Ternana: sulla respinta di un calcio piazzato, la sfera è pervenuta al centrocampista che, con una rasoiata, ha pescato l’angolino. Frittata fatta: 2-3.
A nulla è servita la confusionaria reazione accennata dal Benevento nel finale. D’altro canto, se i ricambi su cui mister Cannavaro poteva contare sono stati Masciangelo, Vokic, Koutsoupias, Farias e Forte in condizioni pressoché improponibili, si spiega parzialmente perché il Benevento abbia - a testa bassissima - incassato il colpo infertogli dalla truppa di Lucarelli e perso conseguentemente la partita.
Cercare scuse nelle assenze, per l’ennesima volta, rasenterebbe il ridicolo. Nessuno, infatti, per fortuna, tra la stampa, la società ed i tifosi nel pre-gara ha avuto l’ardore di appigliarsi alle rumorose defezioni di Glik, El Kaouakibi, Veseli, Viviani, Acampora, Kubica e Simy per giustificare il periodo complicato del Benevento Calcio.
Fatto sta che ora, a metà ottobre, con una condizione di classifica disastrosa ed un’annata compromessa, c’è da riflettere. Tutti hanno da farsi un esame di coscienza, nessuno escluso. A partire dalla società, la quale ha atteso ben 6 gare non all’altezza per riconoscere la ragione del malumore della piazza alla riconferma estiva di Caserta. Proseguendo per il diesse, perché sostenere ad oltranza che elementi del calibro di Glik, Letizia ed Improta non siano alla fine del percorso in maglia giallorossa è sintomo testardaggine. Passando per i singoli: se il Benevento vanta il secondo peggior attacco del campionato cadetto è anche perché davanti non ha elementi che fanno gol, né altri che creino opportunità di segnarne. Non dimenticando chi, alla guida di questa squadra, c’è, ma soprattutto c’è stato: la responsabilità di una condizione atletica impresentabile per un campionato di calcio professionistico è da attribuire integralmente al vecchio staff, francamente non all’altezza della cadetteria. Concludendo, infine, con i tifosi: encomiabili e presenti sempre in massa, ma forse un po’ troppo imborghesiti dopo le ultime splendide annate al punto tale da provocare un fragore, comprensibile ma eccessivo, ad ogni singolo errore: in un momento delicato come questo, c’è da remare nella stessa direzione.
Con un’accezione del tutto autoctona, a Benevento si direbbe con fare rassegnato “chest’è”. Che piaccia o meno, quest’annata va così. Il Benevento, che non vince ormai da un mese e mezzo, ha ora il compito di pedalare a testa bassa alla ricerca di punti-salvezza, perché i dispiaceri sembrano non essere mai abbastanza. Con il 2-3 casalingo, la Strega ha registrato il 3° k.o. delle ultime 5 gare, sprovviste - come detto - di vittorie. I giallorossi sono a quota 9 punti, appena una lunghezza sopra la zona play-out. Le fere, invece, agguantando la 5ª vittoria consecutiva hanno raggiunto quota 19 punti, aggrappandosi al vertice del campionato cadetto.
TABELLINO E PAGELLE
Benevento (3-4-2-1): Paleari 6; Leverbe 5,5, Capellini 5, Pastina 6; Improta 5, Karic 5, Schiattarella 5,5 (dal 22’st Koutsoupias 5,5), Letizia 5,5, (dal 22’st Masciangelo 5,5); Ciano 5,5 (dal 22’st Vokic 5), Tello 6 (dal 31’st Farias 5,5); La Gumina 5,5 (dal 31’st Forte 5). All.: Fabio Cannavaro 5,5.
Ternana (4-3-2-1): Iannarilli 5,5; Mantovani 6, Sorensen 7, Bogdan 5,5 (dal 1’st Diakité), Corrado 6; Paghera 6,5 (dal 15’st Moro 6), Di Tacchio 7, Cassata 6 (dal 27’st Pettinari 7); Palumbo 6,5, Partipilo 6,5 (dal 39’st Proietti s.v.); Donnarumma 7 (dal 39’st Ghiringhelli s.v.). All.: Cristiano Lucarelli 7.
ARBITRO: Manuel Volpi di Arezzo.
ASSISTENTI: Mauro Galetto di Rovigo e Giuseppe Di Giacinto di Teramo.
QUARTO UOMO: Valerio Pezzopane de L’Aquila. VAR E AVAR: Daniele Paterna di Teramo e Vito Mastrodonato di Molfetta.
MARCATORI: 19’pt Iannarilli (T, autogol), 38’pt La Gumina (B, rig.), 12’st Sorensen (T), 29’st Pettinari (T), 35’ Di Tacchio (T).
AMMONITI: 35’pt Iannarilli (T), 11’st Karic (B), 8’st Paleari (B), 28’st Pastina (B), 49 ‘st Ghiringhelli (T).
FRANCESCO MARIA SGUERA
Foto di Arturo Russo per Realtà Sannita ©