Calcio, Serie B: naufragio giallorosso. Con il 2-0 di Pisa la retrocessione è incombente Sport

Mister Roberto Stellone ha ragione. “Parlare della prestazione di Pisa sarebbe inutile”. Perchè una prestazione del Benevento non c’è stata.

Ci si attendeva una scossa, uno scatto d’orgoglio, un assalto alla vittoria, così come auspicato dal tecnico giallorosso in conferenza stampa. Nulla. Zero totale. Nada.

I sorrisi di Stellone sfoggiati davanti le telecamere, colmi di fiducia e speranza, sono stati sopraffatti da mugugni e sconforto. “Ma chi gliel’ha fatto fa’?”, verrebbe da chiedersi.

La trasferta di Pisa si è rivelata uno snodo cruciale, un punto di non ritorno, che ha restituito un’amarissima consapevolezza, sopita fin troppo a lungo: la classifica del campionato cadetto, che vede il Benevento al penultimo posto, rispecchia pienamente il valore della rosa giallorossa, considerabile imbarazzante e senza dubbio insufficiente.

Il tempo della rabbia, ormai, sembra giunto al tramonto. A sopraggiungere è stato un velo piuttosto fitto di rassegnazione. E non c’è sensazione peggiore per gli amanti della casacca sannita. La rassegnazione di non essere all’altezza; la presa di coscienza che, dopo anni di gloria, si è tornati a respirare un’aria tossica, pregna di amarezza; l’impotenza di reagire, di risalire la china, perchè i valori del roster giallorosso è pressochè ridicolo.

Tutto frutto di una programmazione scellerata della società. Ammesso che vi sia stata una programmazione. Dalla folle scelta di confermare Caserta, per poi sostituirlo (tardi) con un allenatore senza alcuna esperienza nel calcio europeo. Dalla volontà di ringiovanire la rosa, per poi rendersi conto (ancora più tardi tardi), che i giovani non fossero all’altezza. E allora via al valzer delle zavorre: dopo Karic, El Kaouakibi, Koutsoupias e Capellini, che dalla propria hanno solo l’età, ecco Ciano, La Gumina, Leverbe, Veseli, Simy. Se ne salvasse uno!

Ecco il frutto dell’ingegno di Pasquale Foggia, andato via in punta di piedi dopo aver fatto bei regali alla piazza sannita. Merito - senza se e senza ma - anche dell’approvazione di patron Vigorito, il quale ha acconsentito ad un allestimento quasi oltraggioso per gli appassionati del pallone; reo, altresì, di aver consapevolmente scelto di non operare sul mercato lo scorso gennaio, con una situazione disastrata alle spalle. Illuso che gli elementi a disposizione fossero in grado di trainare il Benevento fino alla salvezza. Si sbagliava, al di là di come finirà la stagione.

A Pisa è venuto a galla tutto: il Benevento ha sputato fuori tutte le tossine incamerate in questi mesi. Assenza di carattere e personalità; mancanza di orgoglio, di grinta, di mordente; inadeguatezza tattica; condizione fisica impresentabile. Quando diciamo “tutto”, intendiamo davvero tutto!

Emblematica la prestazione dell’ex di giornata Leverbe: in grado di perdersi prima la marcatura di Moreo sull’1-0 e poi di farsi espellere per doppia ammonizione, una più ingenua dell’altra. D’altro canto, se fosse stato un calciatore di spessore, lo stesso Pisa, piuttosto che regalarlo - su due piedi - a fine sessione di mercato, avrebbe fatto il possibile per trattenerlo. Invece no, l’ha impacchettato e spedito a Benevento, contribuendo a condannare le sorti della Strega.

Altresì emblematico, ma certo non più una notizia, è il parco attaccanti della Strega. Su tutti, il clamoroso Simy è giunto a quota 20 presenze stagionali senza alcuna marcatura a referto. Le prove sufficienti, altresì, si contano sulle dita di una mano. A Pisa, quasi gara dei record: 16 tocchi in 64 minuti, con 8 possessi persi. Assurdo. Idem con patate per La Gumina e per l’elemento misterioso Pettinari. A proposito di quest’ultimo: ci sarebbe da domandare a Foggia il perchè dello “switch” con Forte (finito ad Ascoli). Ma, probabilmente, neanche in questo caso avremmo risposte. D’altronde, non si hanno dalla retrocessione del 2021 dalla A alla B.

Nulla, silenzio tombale. Comunicazione pari a zero, come sempre.

Come direbbero Troisi e Benigni: tifosi della Strega, “non ci resta che piangere”.

Con il flop di Pisa, firmato Moreo e Tramoni, il Benevento è slittato al penultimo posto della classifica. Mentre Cosenza, Venezia e Perugia, davanti ai giallorossi, continuano a volare a suon di vittorie nel rush finale, facendo valere la grinta, i giallorossi (a quota 29 punti, a -3 dalla zona playout) sembrano non averne più.

Il Benevento, assieme alla Spal e al Brescia, pare l’unica compagine in grado di non poter compiere imprese mirabolanti da sfavorita (come il Cosenza a Frosinone). Praticamente l’unico organico che non dà sensazione alcuna di pericolosità; che se subisce gol, non sa e non può reagire.

Ecco perchè, in queste condizioni, salvarsi pare un’impresa realmente impossibile.

TABELLINO E PAGELLE:

Pisa (3-5-2): Nicolas s.v.; Calabresi 6, Caracciolo 6,5, Barba 6,5Esteves 6,5, Nagy 6,5, Marin 6,5, Morutan 5,5 (77' Sibilli s.v.), Tourè 7 (49' Beruatto 6,5); Moreo 7 (60' Tramoni M. 7), Gliozzi 5,5 (60' Torregrossa 7). All. D'Angelo 7,5

Benevento (3-4-2-1): Paleari 5,5; Leverbe 3, Pastina 5 (46' Letizia 4,5), Tosca 5,5; Foulon 5,5, Schiattarella 5 (71' Koutsoupias 5,5), Acampora 5,5, Improta 4,5; Farias 4,5 (63' Carfora 5,5), Karic 4,5 (46' Pettinari 5); Simy 4 (63' La Gumina 4,5). All. Stellone 4,5.

Reti: 35' Moreo (P), 78' Tramoni M. (P)

Ammoniti: Pastina (B), Karic (B), Leverbe (B), Marin (P), Pettinari (B), Nagy (P)

Note: arbitro Gianluca Manganiello; angoli 1-2 (0-0); recupero 3' e ; espulso Leverbe (B) al 91' per doppia ammonizione

FRANCESCO MARIA SGUERA

Foto di Arturo Russo per Realtà Sannita © 

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