Calcio, Serie B: Strega ko a Pisa. E' game over Sport

Otto giorni di favola avevano fatto schizzare il fermento alle stelle a Benevento. Poi, la Strega ha dovuto fare i conti con l’aspra realtà, interrompendo bruscamente il proprio sogno. Pur avendo a disposizione due risultati su tre, i Sanniti non hanno retto la pressione a Pisa: dopo esser passati in svantaggio dopo una decina di minuti, il Benevento non ha avuto ghiaccio nelle vene per pareggiare la cruciale sfida dell’ “Anconetani”. E così, dunque, ha dovuto dire addio all’obiettivo promozione, ormai ad un passo dalla finale play-off.

Anche le fiabe più belle hanno un inizio ed una fine. Lo stato d’animo conseguente, però, dipende proprio dal finale. E la Strega non può che avere un po’ di amaro in bocca, conscia di aver sprecato un’occasione ghiotta per sanare perentoriamente una stagione - fin troppo - travagliata e per andarsi a giocare uno spareggio finale valevole la promozione in Serie A.

Invece, i play-off del campionato cadetto hanno salutato anzitempo la Strega. E, ritirandosi, hanno trascinato inesorabilmente con sé quel velo di entusiasmo ed imprevedibilità che aveva fatto respirare a Benevento un’aria diversa. Eh già, perchè dopo lo spareggio vinto ad Ascoli e la semifinale di andata decisa dalla zampata di Lapadula, chiunque aveva cominciato a credere nell’obiettivo. E l’eliminazione nei 90’ di ritorno, davanti 900 supporter giallorossi che hanno colorato (ed esaurito) il settore ospiti, ha crudelmente spezzato l’incantesimo e rotto definitivamente la magia, riportando tutti sul pianeta terra.

La sfida di Pisa si preannunciava tutt’altro che semplice. Era chiaro, infatti, che il Benevento - pur potendosi perfino permettere di pareggiare - avrebbe trovato di fronte a sé un avversario agguerrito e galvanizzato da un ambiente calorosissimo. Così è stato, infatti. Ma l’arrembaggio dei toscani ha evidentemente colto impreparati i giallorossi, messi alle corde sin dallo start. I ritmi altissimi hanno infatti travolto il Benevento dopo la prima decina di minuti: Benali, smarcatosi da Barba, ha infilato da due passi l’assist di Puscas per l’1-0. Poi è stato tempo per la sfuriata dei nerazzurri, ghigliottinati dall’eccessiva foga di Puscas: il romeno ha deviato la sfera calciata da Leverbe verso la porta dei giallorossi con Paleari già battuto, ma l’ha fatto in posizione chiaramente irregolare, sottraendo un gol già fatto al compagno. La Strega ha accennato ad una timida reazione, ma non è bastato: nonostante il calcio di rigore fischiato e poi (correttamente) revocato per un fuorigioco millimetrico di Lapadula, il Benevento non è riuscito a rendersi più pericoloso.

Nella ripresa qualcosa sarebbe dovuto cambiare. Tatticamente, ma soprattutto psicologicamente. Evidentemente, non è stato abbastanza. Il Pisa ha cominciato a mano a mano a frenarsi, avvertendo una pressione inaudita sulle proprie spalle. I primi cambi di Caserta sono stati troppo tardivi per incalzare e punire uno scoraggiamento generale dei nerazzurri, che ha generato una sequenza di errori tecnici clamorosa. Il Benevento non ha portato da sé l’inerzia del match: nonostante una sequela disperata di sostituzioni offensive, i subentrati giallorossi non sono riusciti per nulla ad incidere nella gara: Viviani, Insigne, Elia, Moncini e Forte. Tutti pressoché evanescenti, tranne quest’ultimo, giustificato dall’infortunio e rappresentante della mossa della disperazione.

Nel finale, il Pisa ha addirittura flirtato con il raddoppio, scontrandosi contro le prodezze ed i riflessi di Paleari. Ciò, però, non ha impedito ai padroni di casa di mettere in cassaforte una vittoria fondamentale.

Nonostante l’1-0 dei nerazzurri abbia equivalso l’1-0 dei giallorossi dell’andata, i ragazzi di mister D’Angelo si sono assicurati il passaggio del turno grazie ad un miglior piazzamento in regoular season (4° posto) rispetto alla Strega (7° posto). Così, dunque, andranno a giocarsi la finale contro la vincente tra Monza e Brescia per cercare di assaltare la massima serie, che manca ormai da 31 anni.

Nonostante abbiano peccato un po’ di coraggio ed intraprendenza, ai ragazzi di mister Caserta si può rimproverare poco. Alla lunga, in un match delicatissimo e sentitissimo come quello dell’Arena, sono semplicemente emersi dei difetti tecnico-tattici certamente non nuovi ai più. Niente fantasmi del passato, niente orrori. “Semplicemente” una palpabile carenza di freddezza nell’organizzare le manovre offensive nella ripresa e - probabilmente - di cattiveria nelle confusionarie occasioni confezionate nel finale.

Ad ogni modo, è giunta al termine l’estenuante stagione del Benevento. Un’annata intrisa di qualche gioia in un mare di dubbi ed incertezze, colorato da gocce di delusioni sparse qua e là. Il rammarico che resta è solo quello di non aver trasformato in oro - tramite la promozione in Serie A - una stagione che di oro aveva ben poco. Anzi, nulla.

Toccherà rimboccarsi le maniche, perché di addii, a giugno, ce ne saranno parecchi e la società non resterà di certo a guardare. Ma il Benevento - assieme ai suoi tifosi - lo farà ancora una volta, ricercando quell’entusiasmo e quella magia che possano far riscattare la scintilla.

TABELLINO E PAGELLE

Pisa: Nicolas 6; Birindelli 6,5, Hermannsson 6, Leverbe 6,5 (91’ De Vitis sv), Beruatto 6,5; Nagy 6, Marin 6, Mastinu 6,5 (64’ Siega 6); Benali 7 (64’ Sibilli 6); Torregrossa 5,5 (64’ Lucca 5,5), Puscas 6 (84’ Masucci sv). All. D’Angelo: 6,5.

Benevento:

Paleari 6,5 - Come sempre il migliore dei suoi. Imperfetto in presa ed in uscita nel primo tempo, si supera poi nella ripresa salvando - vanamente - in due occasioni clamorose i giallorossi nel finale di gara. Un top per la categoria.

Letizia: 6 - Si spinge poco, troppo poco dal suo lato. E la colpa chiaramente non è (solo) la sua. Peccato, perchè la frequenza di passo sembrava promettere bene, così come le combinazioni nello stretto non concretizzate nel finale. Occasione sciupata.

Glik: 7 - Fa fuori tutti. Chiunque gli si avvicini finisce per schiantarsi contro il muro polacco. Impossibile chiedergli di più. Un finale di stagione incoraggiante, attesa la sua permanenza a Benevento.

Barba: 5 - L’errore in marcatura su Benali è grave, ma non è neanche l’unica sbavatura del suo match. Tende a marcare troppo a distanza gli avversari e Puscas quasi non lo ri-beffa nella ripresa. Impreciso.

Masciangelo: 5,5 - Ogni affondo giallorosso si ostina a passare per i suoi piedi. Quasi in maniera ripetitiva. Non ha parecchi demeriti, se non quello di non velocizzare mai qualche traversone al centro dell’area che, col senno di poi, si sarebbe rivelato utile. (69′ Elia: 5,5 - Ingresso in sordina. Alla squadra dà poco e nulla. Dovrebbe creare superiorità numerica sulla fascia e servire qualche pallone in mezzo, ma di guizzi neanche uno.)

Ionita: 5 - Praticamente evanescente. Nel momento in cui la Strega avrebbe necessitato della sua esperienza viene completamente meno. (51’ Insigne: 4,5 - Il peggiore, probabilmente, dei subentrati. Tenta vanamente qualche spunto sull’out di destra, ma non gliene riesce uno. Uno. Gioca 36’ ed è in grado di perdere 10 palloni su 31.)

Calò: 5 - Se ne è discusso per tutto il campionato, ma il suo ruolo nel Benevento non se lo è mai ritagliato. Critiche a parte, è un jolly a cui Caserta non rinuncia per sortire qualche effetto sui calci piazzati: vuoto totale. Non un corner preciso; non una punizione pericolosa. Eppure l’occasione nel primo tempo c’è stata. Per il resto, ripresenta la solita media di una palla persa ogni 3 toccate. Probabilmente perché le altre 2 concernevano un retropassaggio. (84’ Forte sv)

Acampora: 5,5 - Non al meglio, ancora. E si vede. Molto opaco. Regge finché può cercando di battagliare in mezzo al campo, pur senza offrire spunti. Poi Caserta è costretto a rinunciarvi. (69’ Viviani: 5 - Ingresso di assoluta inesperienza. Ed il giallo lo dimostra. Si lascia trascinare dalla foga anziché palesare freddezza e lucidità in costruzione.)

Tello: 5,5 - Conferma il suo finale di campionato in evidente calo rispetto al nucleo centrale in cui aveva fatto fuoco e fiamme. Pare piuttosto fuori dagli schemi giallorossi, a tratti ancora un po’ lezioso. Prima ala, poi centrocampista, ma mai nel vivo.

Lapadula: 6 - Fare reparto da solo è impossibile. Provarci in casa del Pisa, poi, un suicidio. Lui c’è e non si dà mai per vinto, dal 1’ a 90’: sponde, palloni tenuti alti, un fallo da rigore guadagnato - poi correttamente sottratto per fuorigioco -. Altro non si può pretendere.

Improta: 5 - Nullo. In molti neanche ricorderanno che sia sceso in campo dal 1’. 21 possessi in 69’: numeri da rabbrividire. E non se ne ricorda uno giocato come sa fare. (69’ Moncini: 5 - Entra per dar peso all’attacco. Più che altro lo sbilancia, trovandosi in ruoli che sarebbe stato meglio se non avesse ricoperto. Come quando cicca l’unica palla che avrebbe potuto intelligentemente e preziosamente gestire.)

All. Caserta: 5,5 - Le colpe non sono solo sue. L’undici titolare sarebbe sicuramente potuto essere più offensivo, contando su qualche elemento di estro in più. Ma gli errori tecnici della ripresa sono dipesi dall’emotività e dalla stanchezza dei suoi ragazzi. Ha provato a giocare tutte le sue carte, senza rimpianti. Stavolta non gli è andata bene.

Arbitro: Sozza di Seregno
Reti: 11’ Benali
Ammoniti: Sibilli dalla panchina, Ionita, Mastinu, Leverbe, Tello
Note: Recupero 2’ pt, 5’ st; 9942 spettatori paganti.

FRANCESCO MARIA SGUERA