Calcio, Serie B: Strega presa a pallonate a Monza. In Brianza finisce 3-0 Sport

Gli alibi sono più che terminati: il Benevento sembra non averne più ed appellarsi a qualsivoglia fattore estraneo al rettangolo verde sarebbe deleterio, nonché offensivo per gli appassionati di questo sport. I Sanniti sembrano aver esaurito - per la verità da svariate settimane - ogni cartuccia a propria disposizione, continuando imperterriti a sparare a salve contro ogni bersaglio paventatosi al proprio cospetto. Lo spreco del 1° jolly di Cosenza; il capitombolo casalingo con la Ternana e poi… lo scempio di Monza: un tris letale di sconfitte - ormai 3 nelle ultime 4 gare disputate dalla Strega - che ha di fatto sancito una sentenza inoppugnabile: il Benevento non è una squadra da promozione diretta. Tutt’altro: c’è da ritenersi fortunati per aver rimpinguato il bottino a sufficienza a tempo debito, in modo da aver prevenuto tracolli inenarrabili in questo finale di stagione.

Come si diceva: il tempo delle scuse è finito. Gli appelli di Fabio Caserta & co. sembravano già una filastrocca trita e ritrita - nonché svuotata di ogni significato - nel post-partita con le fere di Terni, appena lunedì scorso. Dopo la trasferta brianzola, invece, provare a difendere la prestazione del Benevento sarebbe oltraggioso nei confronti degli ineccepibili supporter giallorossi. Nel momento più delicato della stagione, infatti, il tifo sannita non è venuto meno: anche in Lombardia il settore ospiti ha sfiorato le 700 unità, manifestando tutta la propria vicinanza alla squadra e alla società. Le vane giustificazioni delle precedenti settimane - provenienti dal tecnico e dal capitano, Gaetano Letizia - hanno cominciato pian piano a sbiadirsi, lasciando emergere la mediocrità psico-fisica di un organico che mai, in questa stagione, è riuscito a compiere il grande passo per consacrarsi tra le big della competizione, assaltando in modo inequivocabile la promozione diretta. Nonostante le carte in regola sembravano esserci tutte.

Il verdetto del campo, negli ultimi tempi, ha lasciato la Strega a bocca asciutta. E difficilmente avrebbe potuto fare altrimenti. D’altronde, l’approccio dell’ importantissima - quantomeno in chiave piazzamento play-off - sfida col Monza di mister Stroppa non ha lasciato spazio ad interpretazioni: il Benevento è stato letteralmente assalito, preda di una formazione più feroce, più in gamba, più dinamica e lucida. I lombardi hanno cominciato a caricare gli ospiti sin dal 1’, ma solo la fortuna ha impedito ai giallorossi di concludere la prima frazione di gara in svantaggio. Paleari è stato concretamente bombardato, riuscendo a salvare i suoi, miracolosamente, ove possibile; al resto hanno pensato i calciatori brianzoli, sciupando un quantitativo di palle-gol incalcolabile.

Troppo bello, però, per essere vero e durare altri 45’. La Strega, infatti, ad inizio ripresa, ha sùbito provato a restituire il favore ai padroni di casa. A capitan Letizia, infatti, sono bastati 3’ per regalare a Dany Mota la sfera dell’1-0, tramite un retro passaggio imbarazzante, che ha inequivocabilmente ricordato l’errore casalingo col Brescia. Esatto, proprio lui, Letizia: colui che dovrebbe concernere l’emblema dell’orgoglio sannita sul rettangolo di gioco; lo stesso che in conferenza stampa post-Ternana aveva spiegato, in modo goffo ed imbarazzante, che l’insufficiente prestazione dei giallorossi fosse derivata dall’estrema brama di vincere; lo stesso , ancora, che aveva garantito che tutti, nello spogliatoio, credevano ancora alla promozione diretta. Un controsenso ingiustificabile, nonché un errore madornale, che di fatto ha spazzato via ogni dubbio sull’esito finale.

Infatti, neanche 5’ dopo, Improta ha sfruttato il suo turno per regalare un altro sussulto di gioia ad un “U-Power Stadium” quasi sold-out, deviando di mano un quasi-innocuo cross, procurando un rigore solare ai padroni di casa (realizzato da Gytkjaer).

Ogni presunta reazione del Benevento è stata totalmente vana. L’arco della ripresa è stato utile a far trasparire una disparità fisica al limite dell’ imbarazzante: per la seconda volta consecutiva, la squadra di Caserta sembrava averne molto meno degli avversari. Arruffona, svogliata, praticamente ferma sulle gambe: quasi un’offesa ai tifosi giallorossi giunti in massa alla volta di Monza, vogliosi di un riscatto mai concretamente tentato dalla propria squadra. C’è davvero da chiedersi se questo calo ingiustificabile derivi proprio da un periodo di down fisico ed atletico, conseguenza di una preparazione atletica assolutamente non all’altezza della categoria. Di sicuro, il proprio contributo - in negativo - mister Caserta l’ha fornito anche in questa circostanza. Colui che dovrebbe tenere salde le redini dello spogliatoio giallorosso aveva garantito che i suoi ragazzi, amareggiati dopo una sequela di match non brillanti, avrebbero sudato fino alla fine dell’ultimo turno: ebbene, se questo è il rendimento offerto, certamente consequenziale ad una lettura tattica della gara indubbiamente insufficiente da parte del mister, c’è da interrogarsi - ormai a fine stagione - anche circa la sua stessa preparazione.

La spina, il Benevento, l’ha staccata da parecchio. La rete del 3-0, a match scaduto, l’ha solo incalzato un’altra volta: la punizione rapida di Barberis per Mota, che ha colto impreparata l’intera retroguardia sannita, ha rappresentato un dejà-vu pruriginoso del gol sbagliato da Proietti, su invito di Palumbo, in Benevento-Ternana. Allora - ma in realtà già da prima - è stato chiaro che questa squadra dai propri errori non ha alcuna intenzione di imparare.

E così, dunque, il Benevento ha detto addio alla promozione diretta in Serie A. Non che la meritasse. Ma in un campionato in cui le compagini sembrano quasi sfidarsi a chi sfrutta peggio le colossali occasioni per appropriarsi del vertice della classifica, lo scivolone del Benevento nel rush finale non fa altro che aumentare i rimpianti dei tifosi che - nel bene e nel male - hanno sempre supportato la Strega ad oltranza.

La verità, però, per quanto faccia male, è una soltanto: è giusto così.

La Strega, scesa ora al 5° posto della graduatoria con 63 punti, alla pari del Brescia, se la vedrà con la Spal venerdì 6 maggio alle ore 20.30. Al “Vigorito”, al di là del risultato - per quanto lo stesso determinerà la classifica finale in ottica scontri play-off -, il Benevento necessiterà di una marcia in più, di una condizione atletica differente e di una garra che - da un mese a questa parte - sembra palesarsi solo a sprazzi.

TABELLINO E PAGELLE

MONZA (3-5-2): Di Gregorio 6.5; Sampirisi 6.5, Caldirola 6.5, Carlos Augusto 6,5; Pereira 6.5, Machin 6 (68’ D’Alessandro 6,5), Mazzitelli 6.5 (74’ Barberis 6.5), Ciurria 6 (75’ Colpani 6), Molina 6; Gytkjaer 7 (74’ Mancuso 6), Dany Mota 8 (90’ Favilli sv) Allenatore: Stroppa 8.

BENEVENTO (4-3-3): Paleari 6,5; Improta 4,5, (58’ Foulon 5), Pastina 5,5 (86’ Gyamfi sv), Vogliacco 5, Letizia 4; Ionita 5 (58’ Tello 5.5), Viviani 5, Acampora 5.5; Insigne 5 (70’ Elia 5.5), Moncini 4,5, Farias 5,5 (70’ Calò 5). Allenatore: Caserta 4.

Arbitro: Marco Di Bello di Brindisi
Reti: 48’, 89’ Dany Mota, 53’ rig. Gytkjaer
Ammoniti: Sampirisi, Viviani, Pastina, Tello, Vogliacco, Acampora, Barberis.
Angoli: 8-2
Recupero: 0’+0’

FRANCESCO MARIA SGUERA

Foto: monza-news.it