Calcio, Serie B: tracollone infrasettimanale della ''Strega''. Col SudTirol tremendo ko casalingo (0-2) Sport
Nulla da fare: neanche la “cura Stellone” è riuscita a mettere una toppa ad una squadra che fa letteralmente acqua da tutte le parti. Il modestissimo Benevento non è stato in grado di agguantare il 3° risultato utile consecutivo, tradendo ogni aspettativa di rimonta e crollando, tra le mura amiche, contro il Sudtirol di mister Bisoli (0-2). Ma guai a parlare di miracolo dei trentini; guai a nominare la “fortuna”.
Tracce di dea bendata, nel campionato dei tirolesi, non vi sono affatto: si tratta, piuttosto, di tangibili conseguenze di un’encomiabile lungimiranza, progettualità e competenza calcistica da parte di dirigenti e dell’allenatore, mixata ad una compattezza di spogliatoio invidiabile.
La formazione di Bolzano ha impartito, al “Vigorito”, una vera e propria lezione di calcio ad una pessima versione giallorossa, che ha riesumato i fantasmi di qualche settimana fa: squadra statica, stanca, a tratti svogliata e in altri frenetica. In una parola: disastrosa.
D’altronde - lo si ripete -, pensare di salvare una compagine che presenta Foulon titolare sull’out di destra nella difesa a 4, oltre a Simy come centravanti di sfondamento, è più di un’ardua impresa. Basti pensare alle incredibili gesta del belga nella gara col Sudtirol: 18 palle perse su 33 tocchi (oltre il 50%); stop a inseguire con tanto di scivolone e rimessa laterale regalata agli avversari; ma soprattutto una elementare diagonale mal eseguita in occasione del primo gol di Belardinelli, che al 12’, su cross di Siega, ha bucato la difesa sannita con un colpo di testa impeccabile. Certo non avrà giovato la decisione di Stellone di schierare il belga come esterno basso di piede contrario rispetto alla catena sulla quale avrebbe dovuto operare, ma il classe ‘99 ce l’ha messa davvero tutta per aggiudicarsi il titolo di peggiore in campo, per poi essere sostituito al 1’ della ripresa.
Circa l’attaccante nigeriano, invece, parlano i fischi (forse non così ingenerosi) assordanti al momento della sua uscita dal campo, all’ora di gioco. Affidare le chiavi del reparto offensivo ad un centravanti che negli ultimi 2 anni è andato a segno appena una volta (mai quest’anno in 17 match) è stata una mossa suicida.
Parlare solo di due colpevoli, però, in un capitombolo così netto e roboante, sarebbe piuttosto sciocco, quanto banale. Le prestazioni orripilanti di Jureskin, Tello, dell’esperto Schiattarella, Karic e di capitan Letizia sono altresì da sottolineare e commentare con estrema amarezza. In un caos tattico quasi senza precedenti, hanno sensibilmente contribuito al disastro giallorosso. Proprio Letizia - al tanto atteso rientro da titolare - ha replicato alla diagonale catastrofica di Foulon nel primo tempo all’ora di gioco, ritardando la chiusura su Cissè che - invitato da Rover - ha infilato col destro Paleari, glorificando un grande contropiede dei bolzanesi. La catena di destra del Sudtirol ha completamente umiliato la fascia sinistra del Benevento, cogliendola impreparata a più riprese, in modo perentorio. E dopo il bis, una difesa ad oltranza ha messo in luce la pochezza tecnica della Strega nel possesso palla: pur avendone collezionato il doppio rispetto agli avversari, i padroni di casa si sono dimostrati sensibilmente sterili. Mai una combinazione nello stretto, mai una giocata nell’uno-contro-uno.
La risposta di mister Stellone alla peggior prestazione dei suoi dal momento del suo approdo nel Sannio è stata quella di schierare Carfora, prima, e Agnello, poi. Il primo, attaccante classe 2006, è stato scelto per provare a rivitalizzare un attacco esanime ed impalpabile: il brio del giovanissimo, esente da sfiancanti pressioni e responsabilità, ha creato qualche trama interessante, ma nulla che fosse in grado di abbattere la barriera tirolese. Il forcing finale del Benevento, d’altronde, è stato vano: un paio di conclusioni pericolose, di Acampora (da ottima posizione) e La Gumina, non sono bastate. Anzi, il Benevento si è esposto a svariati contropiedi, ma la squadra di Bisoli ha fallito il tris nel finale.
Al fischio finale della direttrice di gara Ferrieri Caputi - non esattamente impeccabile -, i fischi sono stati susseguiti da cori di incitamento rivolti alla squadra di Stellone.
È chiaro: la strada per la salvezza è lunga e tortuosa. Anzi: tortuosissima. Ogni giornata la squadra continua imperterrita a rivelare limiti tecnico-tattici funesti, lasciando - di volta in volta - di stucco i propri sostenitori (presenti in 7500 anche di mercoledì sera). Ma il percorso è da compiere tutti insieme: squadra, società, tifoseria. La volontà c’è. A parlare, adesso, dovrà essere il campo.
La Strega, con lo 0-2 interno, è scivolata al quartultimo posto della graduatoria, restando ancorata a quota 27 punti: +1 sulla zona retrocessione; -3 dalla salvezza diretta. Il meraviglioso Sudtirol di Bisoli, al contrario, si è confermato al 4° posto del campionato cadetto, approdando a quota 44 misure, a -3 dalla promozione diretta.
TABELLINO E PAGELLE:
Benevento (4-2-3-1): Paleari 6; Foulon 3,5 (1’st Carfora 6,5), Tosca 5,5 (35’st Agnello 5,5), Pastina 5,5, Letizia 5; Karic 5,5, Schiattarella 5; Tello 5, Koutsoupias 5 (17’st Acampora 5,5), Jureskin 4,5; Simy 4 (17’st La Gumina 5,5). All.: Stellone 5.
Sudtirol (4-4-2): Poluzzi 6; De Col 6,5, Zaro 6, Masiello 6,5, Celli 6; Siega 5,5 (1’st Rover 7), Tait 6,5, Pompetti 5,5 (1’st Fiordilino 6,5), Belardinelli 7 (27’st Curto 6); Larrivey 5,5 (27’st Lunetta 5,5), Cissé 7 (37’st Schiavone s.v.). All.: Bisoli 7,5.
Marcatori: 12’pt Belardinelli, 14’st Cissé
Arbitro: Ferrieri Caputi di Livorno. Assistenti: Mokhtar e Palermo. Quarto ufficiale: Leone. VAR e AVAR: Banti e Paterna
Ammoniti: Siega, Schiattarella, Tosca, Acampora.
Foto: fonte L’Adigetto.it