Il mondo del padel guadagna terreno a Benevento Sport

Nonostante il triste periodo di “zona rossa” che sta attanagliando ormai da tempo lo stile di vita dei beneventani, lo sport del momento ne sta approfittando per attecchire sempre di più nel capoluogo sannita, coinvolgendo in modo visibilmente crescente tanti sportivi. Parliamo, ovviamente, del padel: l’unica disciplina, insieme al tennis, resa praticabile in seguito ai numerosi D.P.C.M. che hanno forzatamente interrotto ogni attività di contatto a livello amatoriale.

Non in molti sapranno che le norme nazionali hanno reso possibile l’esercizio di tali attività anche nello status di “zona rossa”, rispettando, logicamente, determinate condizioni. Per potersi dilettare nei vari circoli tennistici e padelistici si necessita di un’iscrizione alla FIT (Federazione Italiana Tennis), con una tessera federale di affiliazione ad un circolo, conseguita a propria volta esclusivamente esibendo un certificato medico agonistico. Ebbene, a seguito dell’acquisizione di tale tessera e della corretta iscrizione alla FederTennis, ci si deve impegnare nella registrazione ad una competizione - anche un semplice torneo - riconosciuta dalla Federazione, che attesti la pratica di attività agonistica dell’atleta tesserato.

Così, dunque, tennis e padel, ma soprattutto quest’ultimo, hanno coinvolto, nell’ultimo periodo, tanti atleti sanniti - neofiti e non - nella disputa di vari tornei cittadini e regionali. L’ultimo evento padelistico è stato organizzato dal Green Park Tennis, sito al numero civico 16 del Viale Atlantici. Giovanni Villan, presidente del circolo - sulle orme della prima competizione lanciata dal Tennis Club 2002 di via Salvemini, già conclusasi a fine marzo riscuotendo grande successo -, si è premurato di pianificare un torneo che ha coinvolto ben 50 atleti, divisi logicamente in 25 coppie, che ha preso piede lo scorso 7 aprile e che è destinato a concludersi nell’arco dell’ ultima decade del mese.

Non immaginavo, dato il periodo di piena pandemia, che tale torneo potesse coinvolgere un numero così importante di atleti - ha schiettamente dichiarato il presidente Villan -. Teniamo conto che siamo in piena zona rossa, ci sono restrizioni e difficoltà di spostamento tra comuni, eppure abbiamo raggiunto una cospicua somma di iscritti.”

La competizione - alla cui organizzazione hanno contribuito anche Pasquale Lepore, responsabile del torneo, e Valerio Villan, figlio del presidente -, non ha impiegato molto tempo per entrare nel vivo. Villan ha commentato: “Ci sono davvero tantissimi appassionati di padel, sintomo del fatto che questo sport stia finalmente trovando la sua collocazione a livello territoriale, oltre che nazionale.” In chiusura, poi, il presidente del circolo beneventano ha chiosato: “Con questo importante torneo e con le altre iniziative di cui ci stiamo facendo carico stiamo cercando di dar lustro a questo importantissimo impianto comunale gestito dal ‘Green Park’. Prima, qui sul viale Atlantici il ‘Circolo Tennis Benevento’ era un punto di riferimento per gli atleti della città e non solo: noi vi siamo subentrati per far rivivere quella meravigliosa atmosfera che ha sempre coinvolto attivamente i beneventani.”

Ad oggi, atteso il pesante periodo pandemico che non sta lasciando scampo davvero a nessuno, specialmente in quanto a stress, un semplice torneo agonistico di padel - nel congruo rispetto delle normative di sicurezza anti-covid - rischia di diventare un’isola felice in un mare di angoscia. Anche solo l’idea di staccare la spina per qualche ora, intrattenendosi con una disciplina decisamente appassionante come il padel, è vitale. Ed il discorso non abbraccia solo i praticanti, estendendosi anche a coloro che, sfruttando le belle giornate di Aprile per prendere una boccata d’aria con una passeggiata sul Viale Atlantici, si ritrovano ammaliati per qualche minuto dalla disputa di qualche acceso match del torneo: un qualcosa che dovrebbe essere normale, ma che - di questi tempi - ci risulta quasi una realtà aliena, che ricorda la vita d’una volta, governata dalla libertà.

FRANCESCO MARIA SGUERA