L'incolmabile vuoto giallorosso Sport

Nemmeno il “corso Stellone” è riuscito a dare una cura a questo Benevento in piena crisi di risultati, malandato fisicamente, e, inspiegabilmente, anche demotivato mentalmente.

Il KO di Pisa, il terzo nelle ultime 7 partite da quando il mister romano ha assunto la guida tecnica della Strega, ha fatto sprofondare i giallorossi al terzultimo posto della graduatoria, ad un solo punto di vantaggio dal duo Spal-Brescia attualmente in coda ma, soprattutto, a - 3 punti dal primo gradino al momento utile per i play-out, occupato dal Cosenza (a cui ne andrebbe aggiunto un altro per via dello svantaggio negli scontri diretti).

La salvezza diretta, adesso, dista 4 lunghezze; tuttavia, mentre i 33 punti del Venezia sono reali, all’appaiato Perugia va dato il beneficio di un vantaggio potenzialmente ancora maggiore, data la gara da recuperare contro la Reggina che, fra tutte le squadre cadette, è quella che ora versa nelle condizioni peggiori.

L’illusione che l’arrivo in panchina dell’ex allenatore - fra le altre - di Frosinone, Ascoli e Reggina, potesse dare la scossa giusta si sta, giornata dopo giornata, via via affievolendo. Tra l’altro, anche i numeri non parlano a favore del volenteroso mister giallorosso, la cui media punti, adesso, è di 0,86 a partita, contro lo 0,94 racimolato da Cannavaro in 17 gare e l’1,17 di Fabio Caserta delle prime 6 giornate.

Alla ripresa, dopo la sosta per le Nazionali, ad attendere gli Stregoni ci sarà la delicatissima ed insidiosissima trasferta di Bari, prima del duo consecutivo casalingo contro Spal e Reggina.

Inutile soffermarsi sull’utilità di fare punti in queste prossime tre gare, dovendo quasi obbligatoriamente provare a piazzare il doppio successo nelle 2 sfide del “Vigorito”.

Con una Strega che, però, ha saputo trovare la vittoria una sola volta nelle ultime 13 uscite, diventa davvero difficile poter anche solo immaginare di infilare un filotto di risultati soddisfacenti che sappia rispondere alle drammatiche esigenze di classifica.

Il sogno di una salvezza diretta sembrerebbe, ormai, quasi definitivamente tramontato. Resterebbe la flebile fiammella dell'approdo ai play-out...ma per tenerla accesa, la voglia dimostrata da Stellone, ahinoi, non basta più. Serve uno scatto di orgoglio e di fame da parte di un gruppo di calciatori che, indubbiamente, non sta dimostrando nemmeno un quarto del suo effettivo valore. Una rosa che, per bocca dell'allora DS Foggia e di tutta la dirigenza sannita, era stata costruita per un posto al vertice e che, ora, invece, si trova ad un passo dall'incubo chiamato ‘retrocessione in serie C’.

ANDREA ORLANDO