...pensare già a Gennaio! Sport

Bisogna pensare già a gennaio! No, non è un interrogativo, bensì una constatazione senza possibilità di smentita.

Bisogna farlo, certamente, senza distrarsi da quelli che sono, ad oggi, tutti gli obiettivi che il Benevento si è posto circa i risultati da raggiungere sul campo e che sono ancora alla portata della truppa guidata da mister Inzaghi.

Per questo, per tenere distinti i due punti della questione, ad occuparsi dell’aspetto relativo al potenziamento dell’organico devono essere i vertici della direzione sportiva ed amministrativa della società.

Il campo ha parlato in queste prime sette giornate ed ha mostrato un Benevento dai molti, forse troppi volti (e, di conseguenza, senza una chiara identità).

Quella dei primi sei impegni è stata una compagine che, seppur dedita al bel gioco ed alla voglia indiscussa di fare risultato, ha probabilmente ottenuto meno di quello che avrebbe potuto.

Le due vittorie, maturate contro Sampdoria e Bologna, avevano parlato di un Benevento coriaceo e gagliardo nel primo caso e, sicuramente, cinico e fortunato nel secondo.

Le prime due sconfitte, maturate contro Inter e Roma, avevano messo in luce una Strega che, per tentare il colpo grosso contro due big del nostro calcio, ha pagato caro il prezzo di aver mostrato troppo il fianco ed è stata punita - anche e fin troppo - pesantemente per ben due volte con il risultato finale di 5-2.

Le successive due sconfitte, invece, avutesi contro Napoli e Verona, hanno parlato di un Benevento diverso, più maturo, che con maggiore equilibrio ha tentato di portare a casa almeno un pari (che sarebbe stato preziosissimo in entrambi i casi) contro partenopei e scaligeri. Il maggior tasso tecnico degli avversari, tuttavia, ha spostato gli equilibri di entrambi i match ed è così che i giallorossi sono usciti dal campo, nuovamente, senza raccogliere punti.

L’ultima gara contro lo Spezia è stata, infine, senza dubbio la sfida dal sapore più amaro per i Sanniti.

La formazione ligure ha letteralmente strapazzato gli Stregoni con un netto e meritato 3-0 finale, portando alla luce tutte le carenze (soprattutto organiche) che caratterizzano ad oggi la rosa giallorossa.

Tolto il numero 1 Montipò che, in più di un’occasione, ha anche reso meno amaro il passivo a sfavore, difesa, centrocampo e - soprattutto - attacco meritano indubbiamente un ritocco in sede di mercato invernale di riparazione.

Il capitolo retroguardia è quello che, numeri alla mano, dovrebbe destare maggior preoccupazione: con 20 reti incassate in 7 partite (una media, praticamente, di 3 gol a gara) la difesa del Benevento ha mostrato una nettissima inversione di tendenza rispetto a quella che, storicamente, è stata la caratteristica principale dell'intero “corso Inzaghi”, vale a dire la solidità in fase arretrata. Siamo, tuttavia, sicuri che ciò dipenda dagli uomini impiegati dal tecnico piacentino? Oppure dovremmo poter considerare che è l’intera manovra che, non potendo affidarsi a giocatori di peso in avanti, coinvolge troppe pedine comprese quelle della retrovia?

D’altronde Foulon sulla sinistra si è rivelato un ottimo innesto, Letizia resta una certezza ed in panchina, non dimentichiamocelo, c’è sempre Maggio pronto a dire la sua. Indubbiamente al centro un investimento di categoria in più servirebbe, quantomeno per dar fiato - in occorrenza - al duo Caldirola-Glik, ma lo spazio per poter fare acquisti in quel ruolo non dovrebbe rappresentare un problema.

La mediana, da par suo, sta mostrando diverse carenze. Il trio che, ad oggi, veste in maniera praticamente costante la casacca da titolare, è rappresentato da Schiattarella, Ionita e Dabo.

La fisicità indubbiamente non manca (anche se in molti vedrebbero bene un maggior impiego di uno dei principali artefici della cavalcata della scorsa stagione: il finlandese Hetemaj), ma si sono dimostrati evidentissimi i limiti da un punto di vista di qualità e velocità di manovra. Qui si registra, forse, la più grande assenza che sta gravando sul Benevento in base a quella che è la sua rosa attuale: l’assenza, per l’appunto, di quel numero 10, un certo Nicolas Viola, il cui sinistro fatato e chirurgico porterebbe, indiscutibilmente, ad un innalzamento del tasso tecnico della formazione in campo.

In avanti, infine, il Benevento ha un grosso, enorme, forse il principale problema: manca l’ariete, una punta di spessore che tenga costantemente alto il baricentro della squadra. Manca quel riferimento offensivo dalla doppia cifra assicurata, i cui benefici in termini di manovra e di gioco avrebbero ricadute anche su tutti gli altri reparti.

Moncini, nelle prime uscite, ha dimostrato di essere forse un po’ troppo acerbo per la categoria. Lapadula gioca, si sbraccia, ha anche messo la sua firma in tre occasioni, ma è palesemente fuori ruolo come unico terminale offensivo.

Il gioco ai lati dei vari Caprari, Insigne e Iago Falque innegabilmente risentirebbe in positivo di un terminale d’attacco costantemente presente in area di rigore avversaria. Crediamo, pertanto, che qualsiasi mossa di mercato del prossimo gennaio non possa prescindere, come prima operazione da compiere, dall’acquisto del cosiddetto bomber di razza.

Insomma, la ricetta vincente per poter chiudere con maggiore serenità questa prima metà di stagione a dir poco surreale per i ben noti motivi non potrà che essere una ed una sola: da qui all’inizio del 2021, staff tecnico ed organico dovranno avere piedi, cuore e mente soltanto in campo; società e dirigenza, occhi e testa già al mercato.

ANDREA ORLANDO