Rocket League, calcio e motori si incontrano per un divertimento assicurato Sport
Uno dei videogiochi più seguiti degli ultimi tempi è Rocket League, lanciato qualche anno fa da Psyonix Studios per le maggiori console di videogame, e subito diventato molto popolare tra ragazzi e adolescenti. Con più di 5 milioni di download e quasi 200 mila giocatori fissi, il successo del gioco è in rapida ascesa oltre che essere andato ben oltre le più rosee aspettative degli sviluppatori.
Le regole sono relativamente semplici: in un campo rettangolare i giocatori, guidando una macchina, devono mandare il maggior numero di palloni nella porta avversaria nel tempo di cinque minuti a match. Le due squadre nel campo virtuale possono essere da un minimo di uno ad un massimo di quattro giocatori per volta e non sono pochi i trucchi e le abilità che i partecipanti possono utilizzare per migliorare l’estetica dei loro veicoli.
Del gioco esistono varie varianti, più o meno con le stesse regole, a seconda che l’arena sia un campo da calcio, un campo da hockey o uno di pallacanestro.
Acclamato dai critici del settore e dal pubblico, Rocket League è divertente, coinvolgente e con ottime performance di giocatori o semplici seguaci che, sempre numerosi, assistono virtualmente alle dirette competitive sui maggiori canali social del momento.
Proprio nella nostra Benevento c’è uno dei maggiori appassionati di questo videogame, il giovane Giulio Pedicini, di 19 anni, alias Gladiator_RL, appena tonato dal Fresh Style Rumble by Air Action Vigorsolche che si è tenuto qualche giorno fa a Milano.
In poco tempo il giovane Giulio sta consolidando il proprio nome e il proprio talento nel panorama dei gamers italiani ed europei con un nutrito pubblico che si fa di volta in volta sempre più numeroso.
Giulio, com’è nata la tua passione per Rocket League?
Ho scoperto questo titolo quando utilizzavo la Playstation, e il gioco era ancora a pagamento. Da subito la passione ha preso il sopravvento e nel 2018 ho iniziato a giocarci tramite computer provando a intraprendere la carriera di player competitivo. Il passaggio dalla console al computer con maggiori prestazioni è stato fondamentale per la mia carriera in quanto un hardware più potente migliora sicuramente la grafica, la fluidità del gioco e la velocità dei comandi impartiti. Ben presto però l’impegno e lo stress non erano più sostenibili e, resomi conto che erano troppe le ore giornaliere necessarie per affermarsi come pro-player, nel 2020 ho iniziato a dedicarmi principalmente ai live.
In cosa consistono questi live?
Il live non è altro che la trasmissione delle partite di gioco sui propri canali social, io ad esempio utilizzo YouTube, Instagram, TikTok anche se lavoro principalmente con Twitch, una piattaforma di proprietà di Amazon nata e progettata proprio per il live-streaming e ad oggi una delle infrastrutture digitali più grandi dedicate proprio alla visione di contenuti gamers. Agli utenti collegati viene mostrato sul proprio schermo la partita o l’attività in atto con il commento del giocatore, giocatore che se vuole può anche apparire in diretta mediante l’utilizzo di una webcam che ne riprende il volto e le espressioni.
Quante ore giochi a Rocket League?
Quando giochi per semplice diletto le ore trascorrono senza neanche accorgersene, ma passando ad uno step successivo il tutto diventa più complicato. Ad oggi, che da semplice attività ludica, è diventato un vero e proprio lavoro trascorro in live circa sei ore quotidianamente, frazionate in vari momenti della giornata per conciliare al meglio tutti i miei impegni: un paio d’ore nel primo pomeriggio e le restanti la sera dopo cena.
Come si passa da semplice player a professionista?
Da semplice player, una volta capito i meccanismi e le dinamiche del gioco, esistono due modi per diventare professionista. Il primo è quello di partecipare ai vari tornei che si svolgono sulla piattaforma, vincerli e sfidare sempre più avversari per salire di livello e di abilità. Ovviamente l’impegno non è indifferente: parliamo di dieci o dodici ore al giorno ed è ripagato solo se si raggiunge una maestria tale da essere un vero esperto indiscusso di rocket league. Il secondo modo per rientrare nella categoria dei pro, che è la strada da me intrapresa in questo momento, è quella di dedicarsi principalmente ai live, una attività che benché richieda meno ore di impegno è comunque gratificante e divertente. Le mie sessioni di gioco vengono trasmesse, in diretta, sui principali canali social e qui seguite da migliaia di persone ogni volta. Il successo di chi si dedica ai live è legato a diverse variabili, spesso interconnesse tra loro, che vanno dalla bravura del giocatore, alla sua simpatia, alla sua prontezza di spirito e in generale al suo modo di divertire, insegnare trucchi e intrattenere il pubblico spettatore.
In quale modo viene ricompensato un giocatore pro?
Le sessioni di gioco in diretta social sono, di solito, gratuite con l’unico limite della pubblicità che appare sullo schermo. Chi invece si abbona ottiene alcuni vantaggi come l’eliminazione di banner pubblicitari, l’accesso a contenuti esclusivi e in generale uno stretto contatto che si crea tra gli affiliati e il giocatore. Ad di la dei benefit, gli utenti possono in qualche modo “sposare la tua causa” e sostenerti con donazioni che ti consentono di poter prolungare le ore di gioco sulla piattaforma e accrescere la loro curiosità e la voglia di seguirti. Non meno importanti sono poi le remunerazioni da parte delle grandi aziende commerciali che per pubblicità e visibilità sponsorizzano i giocatori più seguiti e meritevoli.
Consideri tutto questo un hobby o un lavoro?
Io principalmente, così come ho iniziato, lo faccio per divertirmi. Piano piano quello che sembrava un semplice gioco sta in qualche modo diventando una professione, con i pregi e i difetti che questo comporta. Ovviamente inizia a diventare difficile conciliare la vita da gamer con quella reale di tutti i giorni, ma l’importante è sapersi organizzare e dividersi tra le ore di lavoro e quelle per altre attività. Per non comprimere troppo la mia vita sociale, ci sono giorni di pausa totale dalle attività elettroniche e virtuali.
Cosa consigli a chi volesse avvicinarsi, come protagonista, al mondo dei gamers?
Da un punto di vista tecnico non è difficile avvicinarsi ai videogiochi e al mondo dei gamers professionisti: una buona connessione internet, un buon computer e delle periferiche decenti. Quello che segna il passaggio tra la prima e la seconda categoria di giocatori sono, ovviamente, i contenuti che si riescono a dare ai propri seguaci. La competizione è tanta ed è necessario sapersi ritagliare la propria fetta di pubblico, incoraggiarla e fidelizzarla affinché possano appassionarsi alle tue sessioni. Per metà gioco e per metà prodotto multimediale vero e proprio, solo realizzando un contenuto interessante e piacevole si può aumentare la propria audience, la propria riconoscibilità e, perché no, le proprie ricompense per il lavoro svolto.
ANTONINO IORIO