Tutti i numeri di Benevento Economia

Nella classifica del Sole 24Ore sulla qualità della vita nelle 103 province italiane, balzo in avanti di Benevento, che passa dal penultimo posto dello scorso anno all'81° del 2008, prima provincia campana e settima sulle 29 del Mezzogiorno: è il miglior piazzamento dal 1999. In un'Italia a due velocità, in cui si allarga la forbice tra le aree del Paese più ricche e quelle meno sviluppate, la Campania felix sembra essere arroccata tra le forre del territorio sannita, come per sfuggire alle maglie di Gomorra. Secondo l'indagine annuale del quotidiano economico, che prende in considerazione 6 macro-aree (tenore di vita, affari e lavoro, servizi, ambiente e salute, ordine pubblico, popolazione, tempo libero), la provincia beneventana è quella in cui si vive meglio in Campania: una provincia sostanzialmente sicura dal punto di vista dell'ordine pubblico (41° posto assoluto), nella quale la qualità e l'offerta di servizi migliora sensibilmente (47° piazza, addirittura 55 posizioni meglio rispetto al 2007), così come lo stato di salute generale della popolazione (64° posizione, +27 nel confronto con l'anno precedente); il tessuto economico mostra segnali positivi, nonostante la congiuntura (70° posto, +21 rispetto al 2007), migliora la qualità della vita associata al tempo libero, anche se resta ben al di sotto della media italiana (81°, +14 nella comparazione con il 2007); gli indicatori relativi al tenore di vita collocano invece Benevento tra gli ultimi della classe, 93° in graduatoria, seppure con deboli segni di miglioramento. Questa l'istantanea scattata dal Sole 24Ore: l'analisi delle singole macro-aree consente ora di mostrare cosa c'è dietro le impressioni ricavate dai primi dati.

Servizi, ambiente e salute - E' il settore in cui si registra la best performance di Benevento nel confronto con l'anno precedente, con il passaggio dalla penultima piazza del 2007 alla 47° posizione di quest'anno. Tra gli indicatori considerati, il tasso di dispersione scolastica, che pone la provincia sannita tra le top ten, con lo 0,3% contro il 2,6% di Napoli e il 5,7% di Nuoro, maglia nera; non brillante, ma nemmeno drammatico, l'indicatore relativo alla velocità della giustizia civile, che fa segnare un 43% delle cause concluse su quelle nuove o pendenti (la media nazionale è del 49%); anche se con un alto tasso di mortalità, gli incidenti sulle strade sannite restano molto inferiori alla media nazionale, mentre il dato sulla dotazione infrastrutturale (81° posto, contro il 66° del 2007) suona come un campanello d'allarme; brutto voto anche nella pagella ecologica, in cui Benevento si ferma al quart'ultimo posto. La buona prestazione complessiva è appannata dall'indagine parallela sulla percezione dei residenti rispetto ai parametri analizzati: il 20% degli intervistati parla di servizi, ambiente e assistenza come settori problematici, relegando Benevento al 94° posto contro il 47° della classifica oggettiva.

Affari e lavoro - La provincia sannita scala la classifica di 21 posizioni rispetto all'anno scorso, mostrando segni di vitalità in un quadro che resta problematico. Il livello di occupazione dei giovani tra 25 e 34 anni, ad esempio, si ferma al 42,9%, quasi sette punti percentuali in meno del 2007, mentre è stabile il numero di quelli che sono in cerca di lavoro, intorno al 10%. Quando il posto di lavoro manca, lo si crea: lo spirito di iniziativa degli eredi dei Sanniti regala a Benevento l'ottavo posto assoluto nella classifica delle imprese registrate (12 ogni 100 abitanti, nel 2007 erano poco più di 3), un punteggio che fa impallidire i vicini napoletani (8,4/100 ab.) e casertani (9,6/100 ab.); nella maggior parte dei casi, le nuove imprese riescono a reggere la concorrenza del mercato, se è vero che per 1000 imprese registrate ne falliscono 12, un tasso di mortalità tra i venti più bassi in Italia (a Napoli il numero di fallimenti raggiunge quota 42).

Ordine pubblico - In linea con le recenti statistiche del Viminale, il territorio beneventano consolida la sua fama di isola (relativamente) felice, non ancora compromessa dalle infiltrazioni camorristiche e dai fenomeni associati alla criminalità organizzata. Le auto rubate sono quasi 14 ogni 10mila abitanti, un dato sicuramente rassicurante se confrontato con le 46 di Caserta, le 59 di Milano o le 60 di Napoli; le incursioni dei topi d'appartamento, 18 ogni 10mila abitanti, costituiscono un terzo di quelle registrate, ad esempio, nell'opulenta Varese (51); la micro-criminalità, che affligge soprattutto i grandi centri urbani (Genova, Bologna, Milano sono le più colpite in Italia), rappresenta a Benevento un fenomeno marginale, soprattutto in virtù di una distribuzione demografica disomogenea e frammentata.

Tempo libero - Per i beneventani, spendere il proprio tempo libero può essere un problema, sia per mancanza di strutture, sia per una scarsa propensione verso le attività socio-ricreative. Se in Italia si legge poco, a Benevento ancora di meno: secondo i dati del Sole 24Ore, l'indice di assorbimento dei libri rispetto alla popolazione non va oltre lo 0,37%, meno della metà del dato napoletano, praticamente nulla se confrontato con il 5,3% di Firenze o il 3,4% di Padova. La possibilità di assistere a un concerto è quasi un lusso (92° posto su 103), mentre è buona l'offerta di spettacoli cinematografici (40° piazza); non è ancora radicato il settore del non profit, si conta infatti un'associazione di volontariato ogni 2.000 abitanti (80° posizione), e nemmeno lo sport trova posto nel tempo libero dei beneventani, penultimi nella graduatoria nazionale degli sport praticati, superati solo da Caserta. Non a caso, il 44% dei cittadini intervistati ritiene insoddisfacente la qualità del proprio tempo libero, uno score che affossa Benevento al terzultimo posto: solo gli abitanti di Trapani e di Napoli sono ancora più critici, ma certo non è una consolazione, se si pensa che a Bolzano la soglia si ferma al 2,4% e a Bari, per citare una provincia del Mezzogiorno, non supera il 20%.

Popolazione - Quella sannita appare una popolazione in buona salute, che può vantare una serie di indicatori positivi: in primis, un buon equilibrio tra le fasce più giovani della popolazione e quelle più anziane, e una densità demografica invidiabile per i grandi agglomerati urbani del sud e del nord (139 abitanti per Km2 , contro i 759 di Roma o i 1.971 di Milano). Viceversa, il dato sull'attrattività demografica può destare qualche preoccupazione, con un saldo positivo di soli 15 residenti iscritti in un anno rispetto a quelli che cambiano residenza (la provincia che detiene il primato, Viterbo, raggiunge quota 90); a questo fattore si somma un tasso di natalità piuttosto basso (0,9 nati ogni mille abitanti, 75° posizione in classifica), che pone qualche incognita sul futuro.

Tenore di vita - È l'area in cui Benevento sconta le maggiori difficoltà, finendo al 93° della classifica di settore, scalzata anche da Avellino e Caserta. Evidentemente, i soldi non fanno la felicità: il reddito pro capite si ferma a 16.901 euro annui, solo 2mila euro in più rispetto a Crotone, fanalino di coda con 14.547 euro, lontano anni luce da Milano, Bologna e Bolzano, che possono vantare redditi dai 34mila fino ai 39mila euro. In banca, la situazione non è molto diversa: il deposito bancario dei residenti in provincia di Benevento si attesta mediamente sui 5.500 euro, anche in questo caso a ridosso della zona retrocessione (Vibo Valentia è ultima con 4.437 euro); non si discosta dal trend la spesa pro-capite, in cui la provincia sannita si classifica al 99° posto (i consumi pro-capite nel 2007 si aggirano sui 700 euro). Unica consolazione, il mattone, classico ene rifugio: con 1.660 euro al metro quadro ci si può permettere una casa in centro.

I numeri del Sole 24Ore finiscono qui, ma non bastano a scalfire l'ottimismo dei beneventani: il 14,5% dei residenti si dichiara felice e soddisfatto di vivere a Benevento, una percentuale con cui la città della Strega si innalza al 26° posto assoluto nella classifica nazionale di gradimento, rovesciando l'esito della graduatoria ufficiale. Aveva forse ragione Cesare Pavese, quando scriveva Resta sempre lassù il paese, rimarcando l'importanza dei vincoli affettivi. Sicuramente si sbagliava il grande Leopardi, ritenendo gli islandesi un popolo triste: l'infelicità abita infatti molto più a sud, nella vicina Avellino, i cui residenti risultano i meno soddisfatti della qualità della vita tra le 103 province italiane.

PIERLUIGI DE ROSA