Fentanyl: approda in Italia ''la droga degli zombie'' Cronaca

Persone riverse per le strade, le schiene incurvate, i passi a tentoni. Gli occhi vitrei e lo sguardo disperso nel vuoto, il viso verso il basso, le movenze di un cadavere. Uno scenario che potrebbe sembrare quello della nuova stagione di “The walking dead”, la celebre serie statunitense di zombie, dove i morti si risvegliano e attaccano i vivi. Invece è soltanto la fotografia delle strade, ora anche italiane, in cui regna la droga del momento: il fentanyl. La lugubre danza di morti a metà che racconta storie soffocate dall’asfalto, dalla miseria, dalla disperazione.

Il fentanyl è un oppiaceo sintetico, sintetizzato per la prima volta da Paul Janssen nel 1960, che viene utilizzato come antidolorifico nelle terapie del dolore, in particolare per i pazienti oncologici. L’effetto del fentanyl parrebbe essere dalle 50 alle 100 volte più intenso della morfina, secondo i Centers for disease control and prevention (Cdc) statunitensi. La sua consistenza può variare da una polvere bianca granulare a soluzioni create per essere iniettate, fino a semplici pasticche. Per poterlo acquistare è necessaria una prescrizione medica che in Italia è molto rigida e prevede un codice speciale rilasciato principalmente ai pazienti oncologici.

Negli Stati Uniti il consumo di Fentanyl è diffuso su larga scala, anche grazie al basso costo della sostanza. Ma non bisogna spostarsi oltreoceano per comprendere la portata del fenomeno e per trovare i laboratori dove viene sintetizzato illegalmente. Basta restare infatti a Piacenza, specificamente nella parte più a sud della città emiliana, dove ci sono per lo più campagne. Qui, in seguito a una maxioperazione antidroga internazionale, portata avanti dalla Guardia di Finanza e dalla Dea statunitense, è stato scoperto un laboratorio di Fentanyl. Secondo gli inquirenti, Giancarlo Miserotti, che abitava nel luogo dove veniva prodotta la sostanza, sarebbe stato il tramite di un traffico illecito tra la Cina e gli Stati Uniti.

Non esistono dati certi sul consumo di Fentanyl in Italia. Tra le ragioni di questa indeterminatezza, c’è da considerare il fatto che l’overdose mortale da eroina e da Fentanyl è identica, quindi è difficile comprendere quale sostanza abbia causato il decesso. Un indizio sulla circolazione del Fentanyl anche nel belpaese può essere ricavato dai sintomi psicofisici nuovi che molti tossicodipendenti stanno iniziando a sviluppare, come per esempio la completa assenza di logicità nei ragionamenti o la presenza di buchi e lacerazioni a livello epidermico. Inoltre, non si hanno notizie precise sulla possibile esistenza di un mercato nero italiano dove questo oppiaceo circola. Nella maggior parte dei casi sia il consumo che lo spaccio avvengono grazie all’acquisto in farmacia mediante finte ricette mediche. I dati provenienti dall’estero costringono in ogni caso a mantenere alta l’allerta anche in Italia, in attesa di un piano politico adeguato a prevenire questa piaga e di un intervento volto al reinserimento di chi fa un uso improprio di quello che rappresenta un importantissimo farmaco.

RAFFAELE DE BELLIS