Camera di Commercio: chi non ha una sede provinciale è fuori dal Consiglio camerale Economia

La sentenza dei Giudici amministrativi riporta le procedure per la nomina dei consiglieri camerali in un alveo di corretta interpretazione della legge, dando legittimità alle sole Organizzazioni con una sede territoriale provinciale. Cambia l’assegnazione dei seggi per la Camera Irpinia Sannio

L’articolo di Roberto Costanzo sulla Camera di commercio Sannio Irpinia, richiamava la classe dirigente delle due province ad una presa di posizione chiara e definitiva circa il futuro della Casa delle imprese: Ente pubblico locale ad autonomia funzionale, si sottolineava, che tutela gli interessi organizzati del territorio. La controversia in atto, che ha finora frenato l’avvio nella piena legittimità dell’organismo, è incentrata sulla possibilità o meno di riconoscere, alle associazioni che non hanno una sede territoriale -a Benevento e ad Avellino, nel nostro caso- ma solo sedi interprovinciali o collegate a quelle regionali, una legittima rappresentanza in seno al Consiglio.

L’origine della disputa è la mancanza, dopo la riforma per gli ′accorpamenti′ delle Camere di commercio, di una nuova legge in materia: un vuoto normativo che ha causato diverse interpretazioni, con ricorsi al Tar, la prima sentenza del Tribunale amministrativo, le successive sei impugnative e la sospensione della stessa da parte del Consiglio di Stato, fino ad arrivare alla scorsa settimana quando, a fare definitivamente chiarezza sulla corretta interpretazione, è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) che ha riconosciuto, come interessi organizzati del territorio, solo quelli provinciali″. Non regionali o interprovinciali.

È un verdetto che mette la parola “fine” sulla titolarità per l’attribuzione dei seggi nei Consigli camerali, escludendo di fatto quelle sigle, interprovinciali e regionali, che non hanno una sede strutturata ed un codice fiscale nei rispettivi territori provinciali. “Il Consiglio di Stato, definitivamente pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto, in riforma dell’impugnata sentenza, respinge il ricorso di primo grado. Spese del doppio grado di giudizio compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa”.

Tale decisione, avrà ora inevitabilmente i suoi effetti anche sulla Camera Irpinia Sannio. Per due semplici motivi: 1) sarà lo stesso Collegio che a breve emetterà analoga sentenza sul ricorso presentato da Claai Benevento e Confindustria Avellino; 2) costringe i funzionari che avevano con solerzia condiviso una diversa interpretazione -arrivando addirittura allo strumento dell’autotutela- a dare esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato. La domanda che a Benevento e ad Avellino alcuni protagonisti di questa intrigata vicenda si pongono è la seguente: i dirigenti di Salerno, che oggi in pratica gestiscono l’Ente camerale Sannio Irpinia, dopo la sentenza del Consiglio di Stato saranno solerti nella sua esecuzione come lo sono stati nell’auto-tutelarsi?

LA CAMERA DI COMMERCIO IRPINIA-SANNIO NON PIÙ SUCCURSALE DI SALERNO

La Camera di commercio Irpinia Sannio è diventata ′la succursale′ di quella di Salerno: così ha deciso il ′sistema De Luca′, che ha salernizzato le aree interne della Campania”. Salvatore Ronghi, da sempre impegnato al fianco delle piccole e medie imprese campane, senza peli sulla lingua e con parole semplici spiega come si è arrivati alla scomparsa, di fatto, dell’Ente camerale di Benevento e Avellino

La sentenza del Consiglio di Stato, che ripercussioni avrà sul sistema camerale campano?

Proprio oggi (giovedì 11 ottobre, ndr) c'è stata una manifestazione davanti palazzo Santa Lucia organizzata da Ciro Fiola, uomo di sinistra, che di fatto ha denunciato -come io sostengo da tempo- che “in Campania c'è il Sistema De Luca, mosso da una serie di amici stretti che governano pezzi dell'ente Regione e di tutto ciò che è affine al governo regionale”. Ecco, tra questi ‘pezzi’ c'è anche il Sistema camerale campano, che oggi ha una funzione gestita da Prete (Andrea Prete, presidente Camera di commercio di Salerno, già presidente di Confindustria Salerno e Unioncamere regionale, ndr) che, di fatto, fa il bello e il cattivo tempo! Ovviamente, anche lui è molto vicino a De Luca ed ecco che la Camera di commercio del Sannio e dell’Irpinia, di fatto, è stata ′salernizzata′. Con un commissario improprio”.

Parliamo di due Camere, ricordiamolo, tra le poche in Italia a vantare bilanci in ordine e un patrimonio milionario…

Infatti è assurdo: quello che è accaduto alla Camera di commercio Irpinia Sannio è pa-ra-dos-sa-le! Due Camere con i conti in ordine, con una oculata gestione amministrativa, con un capitale disponibile… Era improponibile il commissariamento, così come è stato fatto e con le persone con cui è stato fatto. Quello che lì emerge ormai è chiaro a tutti: De Luca, attraverso i suoi uomini, da Salerno -diventata il centro della Campania- estende la sua rete su tutte le attività. Sannio ed Irpinia, diciamolo chiaramente, rispondevano ai criteri delle imprese del territorio, non sicuramente ai criteri della politica e, questo, non stava bene al presidente De Luca. Tutto qui.

Considerando che parliamo di aree interne che da anni vivono il fenomeno dello spopolamento, se vengono a mancare anche enti come la Camera di commercio oltre ad altre importanti istituzioni, tra cui gli ospedali, come si fa a trattenere i giovani sul territorio?

Abbiamo un governatore di costa, qual è il salernitano De Luca, che delle aree interne si è sempre disinteressato, lasciandole a potentati locali che non hanno saputo rappresentarlo al meglio. Io credo che De Luca avrebbe potuto fare molto di più per le aree interne e non l'ha fatto, considerando le potenzialità di quei territori. Sembra che abbia creato una sorta di patto di desistenza, con l'Irpinia e col Beneventano, lasciate volutamente alle piccole contingenze locali, che non aiutano il loro sviluppo sociale ed economico. Inoltre, hanno responsabilità anche i rappresentanti regionali di queste aree, che non hanno saputo rappresentare appieno le loro realtà, altrimenti, ciò che si è verificato alla Camera di commercio Irpinia Sannio, non sarebbe mai accaduto.

Qualcosa in più si sarebbe potuto sicuramente fare, almeno per una maggiore conoscenza delle problematiche le quali, anziché risolversi, si sono acuite…

Anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, sarebbe dovuto intervenire con più determinazione verso la Regione, tenuto conto che è presente in Giunta regionale con un assessore da lui espresso. Probabilmente, pure Mastella è rimasto intrappolato nella rete di De Luca: un presidente poco impegnato per le aree interne fino a penalizzare anche quelle del suo Salernitano. Valutando ciò che è accaduto per la Camera di Commercio Sannio Irpinia, sembra che queste aree siano state terre di conquista. Mi chiedo: quanti affidamenti, per la gestione degli eventi della Camera di commercio Irpinia Sannio, sono stati assegnati ad aziende salernitane?

GIUSEPPE CHIUSOLO