Dubbi universitari... Le facoltà umanistiche possono generare futuro? Economia
A 14 anni ci hanno detto che la scelta delle superiori sarebbe stata importante, ma avremmo potuto ancora cambiare rotta. A 18 anni la scelta di iscriversi all’università e del corso di laurea sembra ancora più ardua, perché l’idea di cambiare eventualmente strada sembra farsi lontana e sfumata. Approcciarsi a questa decisione significa bilanciare quello che si vuole con quello che si deve, perché spesso, per coloro che hanno interessi e passioni definite, si pone davanti la classica domanda figlia del pragmatismo produttivo: “ma che faccio dopo?”.
Quesito acuito dalla preoccupazione dei genitori e dalle sempre meno incoraggianti statistiche sulle occupazioni, che ci ricordando come fare ingegneria, laurearsi in medicina, iscriversi a professioni sanitarie siano le strade meno instabili, seppure impervie, per arrivare a quel che dovrebbe essere l’ovvio traguardo, ma per nulla banale e scontato approdo: avere un lavoro.
In conclusione, le passioni vengono soffocate, la poesia diventa anacronistica e la fiducia nelle proprie attitudini seppellita dall’urgenza della necessità. Iscriversi ad una facoltà umanistica è sempre più spesso sinonimo di un eroe outsider che ha rimandato al domani dubbi e precarietà. Ma prima di arrivare a questo risultato, possiamo tentare di rispondere alla domanda “che faccio dopo” una laurea in lettere, sociologia o comunicazione?
Lungi dal dover diventare per forza insegnante di lettere, una laureata o un laureato in lettere classiche e moderne può trovare il suo spazio all’interno di gruppi editoriali in qualità di Editor, Correttore di Bozza, Revisore. Con le giuste specializzazioni, una triennale in lettere consente di diventare traduttore e insegnante di italiano per gli stranieri, ma anche storico e archivista. Il laureato in lettere e beni culturali può abilitarsi a Guida Turistica, Curatore Museale o a Biblioterapista, ossia utilizzare i testi letterari su cui ha tanto sudato come strumento di miglioramento del benessere psicologico. Amanti della letteratura, della scrittura e dell’arte, essi possono intraprendere la carriera di Scrittore Sceneggiatore, Drammaturgo, Ghostwriter e giornalista culturale; adattare le capacità di scrittura ai media di internet apre gli sbocchi anche alle figure di Web Content Writer e Giornalista SEO, ma anche alla di Curatore di Contenuti Didattici per insegnare tramite tecniche di e-learning, sviluppando corsi online e materiali didattici digitali. La laurea in lettere, inoltre, è un’ottima base di appoggio per una specialistica in materie pubblicitarie per diventare Copywriter e Content Manager, ma anche specializzarsi nel settore dell’eventistica divenendo Event Planner Culturale. Chi ha scartato lettere perché non voleva insegnare, ora dovrà trovarsi un’altra scusa!
Un’altra laurea dibattuta è quella in Sociologia, materia relegata ai cosiddetti istituti magistrali, che, in realtà, sarebbe una conoscenza necessaria per chiunque voglia migliorare il suo passaggio sulla Terra in termini di umanità. Per coloro che temono che “fare il Sociologo” sia troppo astratto, le alternative sono molte: con un master in servizio sociale si può divenire assistente sociale, formarsi in pedagogia e diventare Formatore e Educatore sociale, mentre con una specialistica in sociologia dell’educazione si può svolgere un ruolo più specifico. Con il crescente interesse globale per la Diversity e la Sostenability, la laurea in sociologia può diventare addirittura auspicata per ambire a posizioni di esperto di sostenibilità sociale e consulente di diversità e inclusione. I laureati in sociologia possono divenire, con i giusti studi, Consulenti ONG, Esperti in Welfare, Policy Analyst e Urbanisti. Una delle strade già percorse dopo la laurea in sociologia è il master in Risorse Umane per entrare nei reparti di HR ricercati dalle aziende, o specializzarsi in Relazioni Industriali. Questo perché una laurea percepita come astratta, qual è quella in Sociologia, sa adattarsi anche alle regole del capitalismo: si può diventare Ricercatore di Mercato o Analista dei Dati! Una laurea breve in sociologia permette ancora molte specialistiche e si può ambire ad essere: Analista di Criminologia, Sociologo del lavoro, Esperto in Prevenzione delle Dipendenze e in Sviluppo Comunitario.
Ultima della lista è la laurea in comunicazione, la cui rimonta è già partita: sarà che anni di letteratura e di ricerche sociologiche, hanno evidenziato l’importanza della comunicazione come base per ogni relazione. Ogni azienda e istituzione oggi sa che non dotarsi di un apparato comunicativo forte non equivale ad essere deboli, ma inesistenti. Il comunicatore non è più solo il giornalista soppiantato dai freelancer o l’Addetto Stampa, ma anche il Social Media Manager, ossia la traduzione digitale di un chiarificatore essenziale nel mondo che viviamo più attivamente, quello dei social. Questi ultimi diventano un ufficio anche per professioni quali Content Creator e addetto all’User Experience. Grazie ai molteplici aspetti della comunicazione intesa come disciplina, esistono sempre più specifiche professioni definite: l’esperto in Relazioni Pubbliche differisce dall’Event Manager, esiste un Comunicatore Ambientale che è necessario tanto quanto un Esperto in Comunicazione di Crisi. La comunicazione è uno strumento di marketing per cui le professioni si moltiplicano: abbiamo il Digital Strategy, il Copywriter e il Brand Manager. Le declinazioni sono ancora molteplici, quindi forse non è sempre vero che una laurea del genere è per sognatori.
Le facoltà umanistiche esistono ancora, anche se le professioni per cui nacquero sembrano meno richieste e poco concrete, poiché sanno riadattarsi ai tempi che cambiano. In un mondo-rete costituito da connessioni logiche e razionali, gli individui che lo popolano sono ancora e sempre umani.
TERESA PEDICINI