A Paduli sorgerà il Museo Paladino Enti

Evento storico quello che ha riguardato l’intera comunità padulese col trasferimento della sede comunale dal Palazzo Ducale all’edificio che in precedenza aveva ospitato scuole elementari e medie, sito in viale Libertà. La popolazione è spaccata tra favorevoli e contrari al provvedimento che ha visto la sua realizzazione dopo quattro mesi dalla pubblicazione della delibera di giunta comunale. La determinazione del sindaco Michele Feleppa ha fatto sì che prendesse corpo quell’idea che andava accarezzando da anni. Fummo proprio noi di Realtà Sannita a raccogliere il suo progetto in un'intervista durante una delle tante campagne elettorali che l'hanno avuto quale protagonista indiscusso, nel bene e nel male.

Sulla futura destinazione del Palazzo Ducale il sindaco Michele Feleppa ci aveva già allora fatto intendere che avrebbe voluto che fosse luogo deputato per ospitare mostre, convegni e altri eventi. A metà maggio di quest’anno, a margine della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2014 dell’infiorata, il sindaco Michele Feleppa calava il suo atout: le opere dell’artista contemporaneo Mimmo Paladino potrebbero trovare casa al Palazzo Ducale di Paduli, sede da sempre istituzionale, prima col podestà e poi, con l’avvento della Repubblica, di sindaci, giunte e consigli comunali. In un'intervista rilasciata sul posto a un'emittente televisiva, il sindaco manifestava l’intenzione di incontrare a breve il maestro Mimmo Paladino, perché “avere a Paduli il museo personale del maestro rappresenterebbe non solo un grande onore per la comunità, ma un vero e proprio volano per il turismo nel Sannio”.

Poche ore fa abbiamo interpellato il sindaco Michele Feleppa per conoscere se questo incontro fosse avvenuto. Dal sindaco apprendiamo che c’è stato, tutto lascerebbe ben sperare, anche se l’artista nativo di Paduli che tutti ci invidiano, Mimmo Paladino, avrebbe chiesto del tempo.

Il Palazzo Ducale di Paduli, da sempre identificato dai padulesi con la casa comunale, sorge sui ruderi di un antico castello feudale risalente probabilmente al XII secolo, ricostruito per volere dell’ultimo duca di Paduli, Baldassarre Coscia. Questi, nel 1726, acquistò Paduli dalla famiglia Malaspina per 52 mila ducati e l’anno successivo fu nominato duca di Paduli da Carlo VI.

Il magnifico palazzo fatto edificare dal duca Coscia a sua dimora, conservò alcune delle caratteristiche del preesistente castello feudale: la pianta a base quadrata con le quattro torri di avvistamento ai vertici di questa; le terrazze ben rinforzate su ogni lato del palazzo, protette da feritoie e sorvegliate da sentinelle armate; le stalle e gli innumerevoli locali collocati in basso, lungo il perimetro dell’edificio, per ospitare la servitù e i cavalli.

La costruzione di un castello feudale e la sua stessa posizione strategica, sull’alto di una collina, testimoniano l’importanza che Paduli ebbe nei secoli passati come punto di passaggio obbligato per i commerci, che attraverso l’antica via consolare Egnatia giungevano in Puglia, e per le varie imprese belliche.

Nel Medioevo (1122), Paduli, allora appartenente alla Contea di Ariano, fu presa da Guglielmo il Normanno e fortificata al fine di costituire una forte e stabile base per i conflitti contro le zone vicine: forse proprio durante questo periodo fu edificato l’antico castello. Anche re Ruggiero di Sicilia, più tardi, si servì di Paduli come base per le operazioni militari contro Benevento e tutte le località della valle del Tammaro. Volendo premiare la fedeltà e la devozione mostratagli dai Padulesi, lo stesso re Ruggiero di Sicilia, collocò Paduli sotto il suo diretto controllo.

Successivamente, il castello ospitò: Tancredi, Federico II, Manfredi e nel 1440 re Renato d’Angiò diretto verso la Puglia. Il Comune di Paduli acquistò dalla famiglia De Vivo il palazzo ducale per adibirlo a casa comunale, restaurandolo in seguito al terremoto del 1962.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it

Altre immagini