Arrivano le lettere di licenziamento Enti
Ad aver ricevuto la lettera di licenziamento sono 374 lavoratori dell’ex Polo tessile di Airola: di questi 200 fanno capo alla confederazione sindacale, mentre gli altri 174 si riconducono all’autonoma Ugl. Ora i sindacati sono mobilitati per ottenerne tecnicamente l’annullamento: è una lotta contro il tempo che deve anche tenere conto della scadenza del 31 dicembre, termine ultimo degli ammortizzatori sociali finora concessi.
L’impugnativa va adottata dai ricorrenti entro 60 giorni dalla notifica dell’azienda ed i sindacati hanno già diffuso un modello prestampato che ciascun operaio deve sottoscrivere e riconsegnare. Sia Benfil che Tessival Sud sono aziende in liquidazione già da diversi anni, entrate in crisi dopo appena cinque anni dal finanziamento pubblico di riconversione.
Sul fronte sindacale, continua a tenere banco la polemica in corso con l’Ugl, colpevole per i confederali di avere sottoscritto separatamente l’accordo del 4 settembre 2012 sulla mobilità volontaria, dando di fatto il via libera alle aziende di poter procedere alla decorrenza formale dei quindici mesi utili alla scadenza risolutiva del contratto di lavoro in regime di Cassa integrazione in deroga.
La contestazione delle lettere di licenziamento da parte di Cgil, Cisl e Uil al giudice del lavoro è basata su due insufficienze: il fatto che l’accordo di riferimento per l’azienda in liquidazione è sottoscritto da una sola sigla sindacale, l’Ugl, e non anche dai confederali; in secondo luogo, che il medesimo accordo non esprime la maggioranza di rappresentatività in azienda e pertanto va ritenuto nullo.
L’assessore regionale al Lavoro, Severino Nappi, ha intanto già manifestato il suo impegno per avviare la procedura di riconoscimento della proroga della Cig in deroga per ulteriori sei mesi, ma il nodo da sciogliere resta comunque lo spettro della mobilità. Sarebbe paradossale che a poche settimane dalla pubblicazione del bando, dopo tutto il lavoro prodotto negli ultimi anni per la riconversione del Polo tessile di Airola, si possa vanificare il tutto, licenziando i lavoratori ed impedendo di fatto la ricollocazione degli stessi operai.
Un peccato ed un’occasione storica mancata per la Valle Caudina, vista anche l’accelerazione impressa alla pratica dei fondi Pac per l’Area di Crisi di Airola. Dal momento che la procedura incrocia la data del 31 dicembre, con la scadenza degli ammortizzatori sociali, occorre necessariamente ottenere una proroga.
Gli assessori Nappi e Martusciello hanno già avuto incontri con i rappresentanti sanniti alla Regione, i consiglieri Abbate, Lonardo e Colasanto: i fondi ci sono, bisogna ora agganciare tecnicamente lo strumento ad un piano di riconvesione, come prevede la legge: “La prossima pubblicazione del bando - ribadisce il segretario provinciale Uil, Fioravante Bosco - può rappresentare una boccata di ossigeno ed un motivo valido cui aggrapparsi per ottenere la proroga. Ma il nostro obiettivo prioritario resta ora quello di uscire da questa contingenza”.
Grande attenzione dunque per gli stabilimenti di Airola, il più grande della provincia di Benevento, che rientreranno nella programmazione regionale 2014-2020: un miliardo e mezzo di fondi europei, di cui 30 milioni all’area di Airola, che saranno spesi entro il 2015. In Regione Campania fanno sapere che il comitato di indirizzo sta lavorando e che per la fine dell’anno resta confermata l’uscita del bando per il recupero dei lavoratori che provengono dal bacino dell’ex Polo tessile.
Cgil, Cisl e Uil seguiranno contestualmente gli esiti dell’iter procedurale delle aziende di Confindustria da selezionare con il bando regionale, controllando che chi verrà ad insediarsi abbia le carte in regola e soprattutto una visione imprenditoriale a lungo raggio. Una occasione unica per far ripartire i Comuni e le aree Pip industriali.
ENZO NAPOLITANO