Come recuperare usi e costumi del Fortore Enti

Portare a conoscenza di una platea più ampia possibile gli studi sul ricco patrimonio culturale dell'entroterra sannita per far germogliare la consapevolezza di un'eredità importante da tutelare e valorizzare è l'obiettivo della storica dell'arte Tiziana Ambra Iazeolla, appassionata ricercatrice delle tradizioni e della storia del Fortore.

Oggetto del suo ultimo studio è stata una tela custodita nella navata sinistra del santuario di San Giorgio la Molara dedicato alla Madonna di Fatima, i cui risultati sono stati brillantemente illustrati nel corso di una conferenza svoltasi nel salone della parrocchia.

Il quadro, collocato in origine sull'altare maggiore dell'ormai distrutta chiesa di San Luca, raffigura la Vergine Maria in cielo su una nuvola con in braccio il Bambino e contornata da angioletti, mentre ai suoi piedi, sulla terraferma, sono effigiati tre santi: San Martino nell'atto di tagliarsi il mantello per donarne metà ad un povero, San Luca seduto ad un tavolino intento a scrivere e con al fianco il suo emblema, ovvero il bue, ed infine San Donato che stringe in una mano il pastorale e nell'altra il Vangelo su cui è poggiato il simbolo della luna.

Ogni tela è un documento” ha esordito la storica dell'arte che, per inciso, è la nipote del grande pittore Nicola Ciletti.

Da una prima lettura del quadro si evincono subito la tenerezza della Madonna, la carità di San Martino, la taumaturgia di San Donato e la conoscenza medica legata alla figura di San Luca.

Sul quadro, di autore sconosciuto, c'è la data del restauro: 1680, pertanto è presumibile la sua realizzazione tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento.

Supportata dalle giovani figlie Marta ed Elisa, che hanno letto alcuni passi della vita dei santi facendo scorrere le immagini su un pannello, Tiziana Ambra Iazeolla ha illustrato sapientemente la storia, i miracoli e i luoghi di S. Martino, S. Luca e S. Donato oltre che le tradizioni fortorine ad essi legate, inoltre, è emersa anche la familiarità dei tre santi con i culti longobardi.

Il pubblico, rapito dalla bellezza del quadro e dalla spiegazione fluida della Iazeolla, ha ascoltato dall'inizio alla fine in religioso silenzio.

Seduta in prima fila, non potevamo non notare la signora Imperia Ciletti - madre di Tiziana - che ci ha confidato un suo grande sogno: istituire a San Giorgio la Molara un museo del territorio, con annesso centro studi, che funga da perno per tutti gli appassionati e i ricercatori degli usi, dei costumi e della storia del Fortore e più in generale del Sannio.

Il sogno è ambizioso e ci auguriamo che le autorità locali si prodighino per la realizzazione di ciò che potrebbe diventare un fiore all'occhiello del territorio sannita.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it

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