Così si distruggono le montagne di Cervinara Enti

Abbandono e degrado. E’ questa la condizione che vive la montagna del Partenio ricadente nel territorio di Cervinara, particolarmente quello che sovrasta la Frazione Castello, la più antica del grosso centro caudino.

Ancora una volta deve essere sottolineata la completa assenza di una politica della montagna da parte degli enti preposti, dal Comune alla Comunità Montana del Partenio, all’Ente Parco del Partenio, che si limitano ad interventi scoordinati e spesso inutili, tanto da dimostrare quanta poca sensibilità verso i temi ambientali mostrano i politici delegati a tale ruolo. Insomma a vedere i fatti ci troviamo di fronte a gente inadeguata a governare un processo che invece, come si dice da anni, può rappresentare il volano di sviluppo di questo territorio. In questa situazione può accadere di tutto.

Che i piccoli proprietari dei fondi coltivati a castagneti, già senza alcun sostegno, si ritrovano a fare i conti con il problema del pascolo abusivo, che crea danni irreparabili ai giovani innesti e danneggia gli atterrazzamenti degli appezzamenti, così faticosamente realizzati. Ma addirittura le mucche sono arrivate fino alle porte delle abitazioni degli abitanti di Castello, ormai impotenti e quasi rassegnati rispetto a questo problema.

Malgrado le denunce alla Forestale e al Comune il fenomeno non si arresta, Il Comune soprattutto non fa assolutamente niente per far rispettare la convenzione, ammesso che ci sia, con gli allevatori che, come la legge prevede, prescrive regole e comportamenti per il pascolo. Dove è finita la tanto declamata sensibilità dell’assessore comunale, con delega all’ambiente Francesco Viola e quella del neo assessore alla Comunità Montana Antonio Marro?

E ancora, dopo anni finalmente un intervento di ripristino della strada che porta dalla Frazione Castello alle sorgenti del Mafariello. Fatto positivo, salvo che dopo qualche giorno l’asfalto è venuto via, tanto che è stato necessario asfaltare di nuovo la strada. Inoltre la montagna sembra il luogo dove tutti possono fare quello che vogliono.

Ti accorgi che mentre mancano tante cose, in pratica la manutenzione di sorgenti, canali e sentieri è inesistente, con gli operai forestali, peraltro sempre in lotta per i loro stipendi, che non vengono utilizzati evidentemente nel migliore dei modi.

Si pensa addirittura di realizzare dei cunicoli, con tanto di tombini, per quello che si pensa sia una linea elettrica. Un modo strano di garantire la tutela dell’ambiente da parte di una classe dirigente che ormai vive nel suo limbo, lontana anni luce da una comunità che chiede di essere amministrata per guardare al futuro attraverso la valorizzazione delle risorse esistenti.

ALESSIA RUSSO  

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