Giovanni Rossi è il nuovo sindaco di San Marco dei Cavoti Enti

Le ultime elezioni amministrative in molti casi hanno permesso a nuove figure di emergere con particolare vigore. E’ il caso di San Marco dei Cavoti dove si è determinata la chiusura politica di un’epoca durata, con passaggi diversi, incessantemente per venti anni di seguito. Il merito di questo ricambio va al neo sindaco Giovanni Rossi, conosciuto dai suoi concittadini come il dottore Gianni, medico di famiglia e figlio di un altro conosciuto medico sanmarchese, Angelo Rossi, scomparso purtroppo alcuni anni fa. Per conoscere meglio questo nuovo protagonista politico, espressione di un territorio importante per la sua dislocazione nell’area fortorina, gli abbiamo rivolto qualche domanda cercando di approfondire aspetti che riguardano la sua persona, lo stile con il quale intende muoversi, gli obiettivi a cui aspira per il suo paese insieme a qualche riflessione su questa sua prima avventura di responsabilità pubblica.

A cosa attribuisce questo straordinario consenso del 60% sulla sua persona?

Penso che questo risultato sia da riferire alla combinazione di due fattori. In primis la naturale voglia di cambiare, dopo un ventennio in cui ha amministrato sempre la stessa amministrazione per non dire la stessa persona. Il secondo motivo è dato, probabilmente, dall’aver trovato nella mia persona una possibilitàdi garanzia e di fiducia, non tanto nelle capacità amministrative, perché mai sperimentate dai miei concittadini, ma, penso, per la mia disponibilità verso il prossimo, l’onestà e tutte quelle caratteristiche che hanno da sempre contraddistinto i miei comportamenti. Devo anche dire che 20 anni della stessa amministrazione non sono un caso e quindi al dott. Cocca devono essere certamente riconosciuti meriti ma, credo, sia mancata da parte suala consapevolezza e la capacità di ascolto dei cittadini nella volontà di cambiamento.

La sua decisione di scendere in campo è stata presa all’ultimo minuto, come mai?

Come detto avevo consapevolezza di godere della stima di buona parte dei mie concittadini, ma ciò non sarebbe stato sufficiente a spingermi in questa scelta, fino a un mese fa mai pensata. Ho percepito però tra la gente un senso di disagio, di malessere, legato a diversi fattori. Sicuramente c’è quello economico - questo non per colpa di qualcuno - sociale ma anche di rapporti tra le persone, compromessi da anni di divisioni. La scelta dell’ultimo minuto è probabilmente legata al fatto che, ad un certo momento, ho capito che era mio dovere dare un contributo al mio paese scegliendo per me la strada più difficile, quella che non si prenderebbe ragionando con la testa ma con il cuore.

Cosa si sente di dire al suo popolo che le ha dimostrato così tanto affetto, se lo aspettava?

Devo dire che ci speravo ma non bisogna mai darlo per scontato. Il rispetto che ho sempre avuto per tutti i miei pazienti e non sol loro, assieme alla dedizione per il mio lavoro mi lasciava questa speranza. Sono abituato, seguendo in questo quanto mi ha insegnato mio padre, medico anche lui per tanti anni, ad avere sempre considerazione ed attenzione per tutti, nessuno escluso, ma ancor di più per coloro che hanno difficoltà e che cercano di trovare anche nel loro medico un ascolto ed un’attenzione che troppo spesso non riescono a trovare in altri ambienti.

Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno del suo antagonista Francesco Cocca in questo periodo di campagna elettorale?

Il dott. Cocca è un collega e un amico, e tale continuerò a considerarlo, anche e specialmente ora che siamo dalle parti opposte della barricata ma uniti, ne sono certo, da un unico scopo, quello di far del bene al nostro paese. Con modi diversi, sicuramente, ma sempre uniti dall’essere sanmarchesi che amano la loro terra. Quello invece che mi è un po’ dispiaciuto, devo dire, è stato il suo modo iniziale, almeno in quella fase, di condurre la campagna elettorale, lanciando messaggi anche non troppo velati sulla mia etica professionale, con accuse immaginarie, pressioni psicologiche ai cittadini ed altre invettive. Ma su questi aspetti mi sono convinto che erano frutto disuggerimenti dati da terzi solo a fini elettorali. Mi è anche dispiaciuto non avergli potuto stringere la mano, subito dopo che la vittoria della nostra lista, San Marco Vive, era ormai chiara. Ma capisco il momento perché lui come me ha lottato molto per esprimere le sue convinzioni e, sono certo, che dopo questi momenti concitati pieni di ardore emotivo, sapremo riconciliarci umanamente per il bene di San Marco dei Cavoti.

Quale cosa ritiene, più di tutte, abbia bisogno San Marco per riconoscere nella sua gestione un segnale di cambiamento?

Credo che i primi segni di cambiamento debbano arrivare dall’attenzione alle piccole cose, troppo trascurate in questi anni in cui si è pensato ai grandi progetti, senza tener conto degli spazi in cui i sammarchesi vivono. La cura delle strutture pubbliche che tutti usano, spazi verdi, strade e marciapiedi, la villa comunale, il boschetto, che è diventato un luogo di transito comune per passeggiate tra amici e tra famiglie, senza trascurare la stessa piazza, luogo di ritrovo di tutto il paese. E’ necessaria una cura attenta dei servizi e dei luoghi pubblici trasmettendo, da parte di chi governa, il valore, il piacere e l’importanza di godere a pieno delle cose comuni, che appartengono a tutti.

Ha qualche colore politico che sente più vicino ai suoi ideali e nel quale ha intenzione di collocarsi nel futuro?

Non ho al momento alcun desiderio di identificarmi in qualche partito o movimento perché la mia concentrazione, al momento, si rivolge al mio paese e ad i miei impegni, che già si manifestano in queste ore e che dovrò conciliare con la mia attività, cui tengo moltissimo. Appartiene al mio stile e al mio modo di fare svolgere funzioni ed assumermi responsabilità, qualunque esse siano, con la più profonda e completa cognizione e coscienza. L’obiettivo delle prossime settimane sarà, quindi, quello di raggiungere, il più velocemente possibile, la conoscenza della macchina amministrativa del mio paese, in maniera da affrontare al meglio problemi e difficoltà, rispondendo con gli strumenti legislativi e gestionali che la legge mi affida.

LUIGI RUBINO

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