I forsisti non sono liberali Enti

Il confronto politico cittadino vede impegnato il Coordinamento di Forza Italia e la Federazione dei Liberali in un dibattito dove ognuno rivendica l’appartenenza ai valori liberali e liberisti. Il Coordinamento di Forza Italia, infatti, in un suo intervento, ha sostenuto che il partito di Berlusconi è un partito “di liberali e liberisti, in antitesi ai comunisti” e di non comprendere quei liberali che sono dalla parte del PCI ed hanno aderito all’Unione di Prodi, mentre, il prof. Antonio Colantuoni rappresentante in consiglio comunale della Federazione dei Liberali, non crede “che si possa negare a chiunque di potersi definire come vuole, liberamente. In Politica valgono, però, i fatti e le prese di posizione politica a livello nazionale ed europeo. La vecchia favola che vuole che Forza Italia sia un partito liberale di massa, secondo Colantuoni, appartiene al repertorio delle menzogne convenzionali, che sono un mezzo abusato di propaganda politica da parte dei partiti che sfruttano i mass media senza scrupolo. I dati politici, precisa ancora Colantuoni, sono che Forza Italia non ha mai aderito all’Internazionale dei Partiti Liberali (Liberal International) nè ha fatto parte del gruppo liberale al Parlamento Europeo (ELDR) da quando si è costituita. Ha preferito aderire ad altre formazioni europee (Popolari e Conservatori) ma non ha accettato a livello europeo di far parte dei Liberali Europei. Pertanto, non si può invocare in Italia quello che non si accetta in Europa”. La Federazione dei Liberali, effettua un’analisi macroscopica della composizione del partito di F.I. e della posizione politica, nell’ambito della sinistra, assunta dai vari esponenti nazionali dell’ex Partito Liberale, anche se, nelle realtà locali, come nella stessa Montesarchio, il partito del Cavaliere conta numerosi componenti del vecchio partito Liberale di cui, la città, era considerata una roccaforte. “La storiella dei liberisti italiani, racchiusi in Forza Italia, afferma Colantuoni, è davvero gustosa per i palati fini dei cittadini italiani. Il capo indiscusso di Forza Italia, Cavaliere Berlusconi, rappresenta l’immagine più calzante di un imprenditore, che ha stabilito un monopolio privato nel campo delle televisioni. Da posizioni di dominanza politica il Cavaliere Berlusconi ha imposto e fatto votare dalla sua maggioranza una legge (legge Gasparri), che rappresenta un gioiello di protezionismo economico e politico di un impero mediatico”. Un esempio di non liberismo che Colantuoni chiarisce meglio indicando “interessante rileggere le Prediche inutili di Luigi Einaudi contro i monopoli privati e pubblici. Come attuali sono le considerazioni di Giovanni Malagodi sul federalismo italiano, dopo che il governo Berlusconi ha nella sostanza diviso l’Italia in due, decretando la fine dell’Unità del Paese, voluta dai Liberali. Nè vale la pena, continua il consigliere Antonio Colantuoni, soffermarsi sul dato interessante, che viene finemente argomentato: milioni di italiani hanno votato per un partito, che non esisteva e che è stato generato per miracolo mediatico. Non è la prima volta nella Storia che movimenti sostanzialmente autoritari sono portati dall’onda emotiva del momento ad essere votati. Essi hanno, però, hanno dato vita a raggruppamenti politici, che hanno poi decretato la fine di sistemi parlamentari liberi. Basterà ricordare i milioni di voti raccolti dal listone fascista nell’aprile del 1924 o la progressiva ascesa elettorale del partito nazionaldemocratico tedesco guidato da Hitler negli anni 30. Crediamo, conclude la Federazione dei Liberali, che il senso della misura possa essere il sale che può condire una minestra priva di supporti teorici, come quella dei Forzisti italiani. Il motivo di fondo ripete un vecchio adagio: dare addosso ai comunisti, che oggi esistono soltanto nell’immaginario dei Forzisti. Per chi fa finta di non accorgersi della realtà, il Liberalismo ha battuto nella Storia i regimi dittatoriali, fascisti, nazisti e comunisti. Continuare a richiamare il pericolo rosso è davvero mistificante per un popolo che vuole essere in Europa portatore di cultura, di libertà e di progresso”.
Lucia De Nisi