Il turismo a Telese è una dolce chimera Enti
Tutti gli anni, di questi tempi, si parla di turismo a Telese, giacché siamo nel cuore dell’estate. Si esprimono giudizi, osservazioni, suggerimenti: non potrebbe essere diversamente visto che la cittadina termale fa dei servizi in genere l’asse portante della sua economia, e del turismo in particolare la cosa che più facilmente potrebbe fare data la esistenza in loco dei presupposti di base quale le terme, il lago, il paesaggio in genere e tutto il bello e l’attraente che c’è nei paesi limitrofi.
L’impressione che si ha quest’anno è completamente negativa: c’è una fiacca in giro, dovuta anche ad una situazione nazionale poco felice che tutti stiamo scontando, che fa paura. Però non ci si può arrendere ad una situazione disastrosa senza fare il minimo sforzo per mettere in cantiere comunque un qualcosa che crei movimento, che promuova altre iniziative che mantengono vivo in qualche modo il ruolo turistico che il paese dovrebbe avere.
Si ha la sensazione che tutti gli operatori preposti allo sviluppo di tale filone siano “piacevolmente” rassegnati, che con l’avallo della economia in dissesto si sentano esautorati dal mettere in cantiere qualche iniziativa. E qui le responsabilità sono molteplici, ovviamente. Quella maggiore forse è da imputare all’Amministrazione Comunale, che avrebbe il sacrosanto dovere di attivarsi comunque.
Quello che si sta facendo a Telese ormai da qualche anno in questo settore è davvero poca cosa. Tolta la gara podistica che si svolge nel mese di giugno e che è a carattere internazionale, gara veramente da considerare il fiore all’occhiello, per il resto c’è il niente. Solo qualcosetta organizzata da enti o associazioni private. Il parco delle terme, una volta luogo di grosse e belle manifestazioni, oggi è il sito dove si fa solo “ammuina”, dove c’è animazione di basso rango che comunque è certamente meglio del niente, Telese meriterebbe ben altro.
Ma, se vogliamo, anche enti più importanti dal punto di vista comprensoriale, che dovrebbero tenere presente l’interesse generale e non quello particolare di qualche singola amministrazione, e ci riferiamo alla Provincia, lasciano a desiderare. Molto spesso non si promuove la crescita del terrotorio curandolo al meglio per attrarre “flussi turistici”.
Un esempio chiarirà quanto sopra affermato. La strada di collegamento Telese-Cerreto è lunga undici chilometri. Da Telese all’innesto della superstrada 272, per una lunghezza di circa due chilometri, il manto stradale è molto dissestato, con toppe di asfalto che finiscono con l’evidenziare ancor più lo stato di abbandono. Da questo innesto a Cerreto la strada è ottima, con asfalto perfetto, con curve allargate che consentono un’ampia visibilità. Bene, contenti di constatare questa situazione, ma una domanda nasce spontanea: perché il tratto delle terme porta all’ingresso della superstrada è così mal ridotto? Ci sarà pure una ragione, la dicano i politici provinciali, altrimenti è facile pensare che è questione di “santi in paradiso” che Telese non avrebbe.
L’esempio è stato fatto solo per dire che questo svincolo, vicino all’hotel Minieri ed al complesso turistico di Acquapetra è per Telese un valido bigliettino da visita sotto il profilo turistico. Ma se qualche turista arriva per caso e si rende conto dello stato di abbandono, una buona idea non se la fa e si chiederà magari “dove è capitato”. Ed ancora, questo tratto di strada è percorso da corriere di linea quali i Marozzi, Caputo, ed altre. Insomma, non ci presentiamo affatto bene. Non è così che si coltiva la presunzione (e l’impegno) di fare turismo.
CARLO FRANCO